Non so se l'avevo detto in passato, comunque circa un anno fa ero in Liguria e ho avuto un piccolo sinistro stradale. Niente di troppo grave: un tipo col macchinone non mi ha vista e mi è passato sul piede, schiacciandomi dio solo sa che cosa e regalandomi danni che permangono tutt'ora, da una caviglia più gonfia dell'altra a una ridotta mobilità e un po' di indolenzimento fino a una presupposta lesione dei legamenti. Ovviamente è partita la solita storia infinita di avvocati, assicurazioni e medici legali, che ora sta finalmente volgendo al termine. Dunque, siccome la gravidanza non bastava a procurarmi esami del sangue, visite mediche, ecografie, ravanamenti vari e una serie pressoché inestinguibile di spese, ci si è messa di mezzo pure la perizia del medico legale di parte, incaricato di relazionare sui danni arrecati alla sottoscritta. La cosa è andata più o meno così: il medico legge i referti di pronto soccorso, radiologo, specialista, ecc. Copiaincolla il tutto in un modulo preformato aggiungendo i miei dati personali. Mi misura la caviglia più gonfia con un metro da sarta e constata che oggettivamente c'è un danno. E poi inizia il bello.
Medico: "per la perizia fanno 250 euro".
Io (non ho ancora ben realizzato cosa sta succedendo): "e la perizia quand'è?"
Medico: "la perizia è questa. Non si immaginava il costo?"
Io (sinceramente sconcertata): "no, mi creda, non potevo proprio immaginarlo".
Medico: "bè, sa, noi sulla fattura ci paghiamo l'iva"
(ma va? te l'ho anche detto, sono una libera professionista anche io, so che sulle fatture si versa l'iva, è che per una roba durata 5 minuti netti credevo non si spendesse più di 100 euro, ad essere pessimisti).
Io: (ormai ho perso ogni grazia di dio, dignità, sono nel panico più totale e non me ne frega più un cazzo di chi ho davanti, potrebbe esserci un galeotto, mandela, madre teresa di calcutta, potrebbero amputarmi la caviglia, non me ne sbatte niente, voglio solo piangere e imprecare e poi essere stroncata da un embolo) "capisco, il problema è che non ho sufficienti contanti con me, mi lasci chiamare un attimo il mio compagno".
Paperoga: "no, perché?"
Io (allibita e nevrotica): "no perché qua la perizia costa 250 euro e io con me ne ho 150"
(che diamine pensava, che me li volessi fumare insieme al medico legale?)
Comunque. Viene fuori che sotto c'è un bancomat. "Torno subito, mi scusi". Mi affretto giù per le scale, pestando i piedi come un'indemoniata, livida in volto e sacramentando come uno scaricatore di porto (l'immagine standard della donna incinta, insomma): non risparmio nessuno, i santi, l'avvocato, quello che mi ha schiacciato i legamenti. Non sono manco più una donna, a quel punto, ma un coacervo di rabbia inespressa, quando, alla girata delle scale, incrocio un condomino del palazzo dove il medico legale ha il suo esosissimo studio. Mi ricompongo, gli sorrido e gli dico "buonasera", ma è inutile: mi ha sentito gastemare da tre piani e si paralizza terrorizzato, guardandomi come si guarda qualcuno affetto da sindrome bipolare. Lo supero incurante, esco dal palazzo, vorrei schiaffeggiare Paperoga se non fosse che vedo che anche lui è terrorizzato e mi freno, vado al bancomat e prelevo i fottuti 100 euro che mi mancavano. Premetto che altri 150 ne avevo prelevati prima di andare dal medico, e avevo avuto dal bancomat 5 banconote da 20 euro e 5 da 10. La faccio breve: il bancomat mi dà altre 10 banconote da 10 euro. Non so se ridere o piangere, quindi appallottolo ben bene i soldi e li schiaffo a forza nel portafogli come la nevrotica che sono, ritorno dal medico, provo a contarli ma il nervoso per quelle 250 piccole ingiustizie da un euro subite, mi fa tremare le mani, quindi glieli allungo sulla scrivania: è un malloppone enorme di banconote manco fossi un benzinaio, ma me ne fotto.
"Dottoressa, se li conti lei che è meglio".
Lei conta, son giusti.
Torno giù come una furia e trovo un Paperoga sempre più preoccupato per la mia salute mentale. In macchina non riesco a non pensare che con quei soldi, altroché sdraietta per the baby ci compravamo. Gli compravamo un seggiolone stokke coi controcazzi, e invece cazzi e basta.
Poi penso che comunque è un lavoro anche quello del medico che mi ha visitata, è il suo lavoro e io devo rispettarlo, e magari non è che ogni giorno in 5 minuti si fotta 250 euro. Magari siamo simili, due liberi professionisti che devono versare l'iva e fare fattura per il loro onesto lavoro. Mi aggrappo a questo pensiero, ho bisogno di crederci.
Prendo in mano la fattura. E' la numero 120. Mi faccio due conti, io sono più o meno alla 15 da inizio 2012, e non è che le mie abbiano un importo esorbitante. No, direi proprio che non siamo simili.
Ma a quel punto ormai sia io che Paperoga siamo in preda a una risata isterica al pensiero di me che lancio i soldi appallottolati sulla scrivania del medico e poi fuggo, e la risata dura più o meno da Reggio a Bologna, e passa tutto.
(e soprattutto l'assicurazione rimborsa anche la fattura del medico legale, sennò col cacchio che passava tutto).