Yes, darling. Life sucks

Learning how to cope since 1982

Ad esempio le etichette dei post mi danno problemi senza pari. Mi imbrigliano l'ispirazione, mi tormentano, mi mettono sotto il gioco epistemologico e irrimediabilmente mi seducono: cos'è che conta nel comunicare sinteticamente un concetto? La chiarezza? Perchè in quel caso dovrei sfoltire un po' le etichette. La fedeltà ai contenuti? Non pervenuta. L'esaustività? No, ditemelo, vi prego, perchè se così fosse avrei già fallito in partenza. Mi toccherebbe aggiungerne molte di più in fondo al blog e sinceramente non so a chi gioverebbe, alla mia salute no di certo. Manco all'equilibrio formale dei post, visto che sarebbero più le etichette dei concetti, e si sa che l'equilibrio formale è tutto.
Sì sì sì sì ok lo so che nessuno le legge le dannate etichette. Lo so. Il problema è che qui saltano alla luce due istanze contrastanti della comuncazione: quella analitica (che è il mio problema principale con le maledette etichette) - cioè, sai quando hai la smania comunicativa e per spiegare un concetto semplice ne usi altri 23 complessi? che poi, ok, è la vita, ma due balle - e quella sintetica - cioè tu sei un bravo essere civile che sa servirsi di generalizzazioni per cui se uno ti chiede in strada wè Trianda, come va?, tu, compiendo una lodevole generalizzazione, dici Bene, Ermenegildo non indugiando in dettagli tediosi per il tuo interlocutore che se ne va via con la bella sensazione di aver avuto una botta di culo. Il concetto è chiaro: la mia vita non fa più schifo della tua, sommariamente sto bene, ho avuto l'idrocele ma sono guarito, ora non ho tempo, fammi la cortesia di toglierti dalle palle (e detto da uno che ha avuto l'idrocele...).
Bene. La chiarezza è sopravvalutata. Alle parole che squadrano da ogni lato concetti univoci, preferisco le nebulose di significato.
Ultimamente ho conosciuto la persona comunicativamente più analitica al mondo: una casalinga sicula dai modini piccini picciò capace di dissertare per ore su qualsiasi argomento. Ore a parlare dei pro e contro dello Svelto e del Nielsen piatti. Ore sul miglior metodo per pulire il pavimento. Ore, ore e ore sulla crosta degli arancini, ore a parlare dei problemi coi fidanzati, dei parrucchieri, della cellulite: in casa siamo solo donne, figuriamoci di che si parla - la sicula dai modini delicati ha un'opinione sistematica su tutto e non solo ha da dire su tutto, SA tutto.
Esemplifichiamo.
Lei (una inquilina a caso) con l'uomo (ospite per il weekend). Chiusi in camera. A letto. Nudi.
Arriva la signora piccina-picciò (da dietro la porta sprangata): ragazzi, ho fatto gli arancini, li volete?
Lei: nooooooooooooooooo
La signora piccina-picciò: ma li ho fatti con la crosta di pane di sesamo, i piselli, la passata di pomodoro e li ho fritti in olio di mais bollente a 300 gradi farenheit come li facciamo noi in sicilia!
(Lui intanto fa la faccia da piccola fiammiferaia che non tocca cibo da anni)
Lei: nooooooooooooooooo nooooooooo e che palle!!
La signora piccina-picciò: ma...ma..vabbè li conservo per cena, ma che state facendo?
Lei (malevola) : CI STIAMO ALLENANDO A JUJITSU
La signora piccina - picciò: uhm, jujitsu...jujitsu, vediamo...ah sì!conosco il jujitsu! è quell'arte marziale giapponese sviluppatasi nel 1600, il periodo medievale giapponese, probabilmente derivante dalle arti marziali...
Lei, uscendo nuda di camera: DAMMI QUEL CAZZO DI ARANCINO O GIURO SU DIO CHE TI FACCIO FUORI.
Saziato l'appetito, torna dentro e vuole riprendere da dove ha lasciato ma. Ma. I due russi del piano di sopra non sono d'accordo: urlano e si lanciano i piatti. Probabilmente parlano delle due istanze della comunicazione. E pensare che sembrava una coppia seria, sovietici vecchio stampo, ieratici come solo l'URSS. Gente tosta, di Vladivostok, mica cazzi. Pasteggiano a vodka e molotov. Vanno in giro in Trabant. Giuro che se non la smettono di fare casino glielo dico, giuro che gliela dico la faccenda del muro caduto.
E' una vita difficile, certe volte si starebbe meglio all'inferno. O in un posto simile almeno. Che ne so, la sala d'attesa di Milano Centrale potrebbe andare bene ad esempio. Ci fanno le autopsie alle vecchie su quei tavolacci di marmo freddo?
C'era una vecchia presbite accanto a me, dopo due minuti non c'era più.
Il cellulare le squillava e lei lo guardava come solo le vecchie lo guardano, allontanandolo un po' per riuscire a scorgere il nome di chi chiama, che sembra sempre che pensino che il cellulare sia un oggetto del demonio. E' terribile. Che cazzo ci fai, nonna, con un cellulare in mano? Non è roba per te.
A ognuno la sua epoca. A ognuno il suo.
Ai russi, il busto di Lenin a Cavriago. A te nonna, il mattarello per stendere i ravioli fantasticando su Giovanno Rana. A me, un accidenti. Accidenti.
Ragazzi che pena. Ciao.


Ci sono volte che la notte mi sveglio e mi chiedo dove sono, se sono a casa, o se ci sarò mai.
Oggi si è compiuto l’ennesimo trasloco. Un trasloco da una casa ostile che non sarebbe mai potuta essere la mia a una casa amica che non è e - non solo per un fatto di possibilità economiche - non sarà mai mia, e che è stata a sua volta preceduta da una casa che sentivo appartenermi ancora meno, pur essendo il posto in cui sono nata. Pur appartenendo quelle mura alla mia famiglia da tanti anni da averne assorbito nevrosi, buoni propositi, dialoghi, processi alle intenzioni. Pur avendo giocato a nascondino in quelle stanze ed essendomi svegliata lì per più di vent’ anni con l’odore del caffè.
Nemmeno mia è la casa in cui da qualche mese mi sveglio di tanto in tanto, nei weekend, e vengo svegliata dal ciabattare ostinato della signora del piano di sopra o – quando mi va bene – da una carezza sulla testa, che effettivamente riscatta tutte le ore di viaggio fatte per arrivare fin lì.
Non mi appartiene la città in cui vivo che non so bene di chi sia ma di certo non è mia, anche se devo ammettere che oggi, schiacciata a mo’ di sardina nel calduccio del 25, fuori pioggia battente e gelo in anticipo, ho sentito distintamente quanto si stia bene nella stanza degli ospiti se si è desiderati, e alla fine questa città mi ha accolta, me e altre migliaia prima di me, sempre a braccia aperte. Ho sentito quanto questa natura di ospite si sia fatta largo in me fino a definirmi, in un modo o nell’altro, e la cosa mi ha spinto a sfidare l’acquazzone per trovare la connessione più vicina e scrivere questo blog.
Sono ospite pure nelle amicizie, a cui mi avvicino in punta di piedi per evitare scomode ingerenze e a cui quasi mai sento di appartenere totalmente, così come persino nell’ideologia, a cui mai riuscirò ad aderire a pieno, cosicché mai mi si potrà dire di me “fu organica al Partito”.
Non sento come totalmente mio nemmeno il lavoro: sono la lavoratrice a cottimo, quella che fa il lavoro sporco e di solito si prende le briciole e solo se capita, en passant, qualche piccola soddisfazione, tanto che pensavo di scrivere un libro e intitolarlo Le mie provvigioni, solo che i libri dovrei farli pubblicare, non pubblicarli, per guadagnare. Logica che guarda caso non mi appartiene.
E di tutto questo, di tutto questo senso di non appartenenza, di esilio mentale, di spaesamento misto a meraviglia, precarietà che ormai è per me bandiera sbrindellata al vento, io ho fatto cifra caratteristica, terreno che frana sotto i piedi e manifesto personale, croce e delizia.

Non esiste altra casa se non quella che riconosco quando di notte tiro un calcio e ti trovo lì.

Nello studio dei nostri prodotti perseguiamo tre obiettivi: qualità, funzionalità e design. Sull'ultimo non garantiamo.LEX è progettato per assicurare la massima efficienza, delicatezza e facilità nella sua eliminazione dalla vostra vita. Il suo sistema di eliminazione è -nel 99% dei casi - radicale, e lascia la vostra vita enormemente migliorata. Persino gli ex più ostinati vengono rimossi in modo delicato ma fermo. Generalmente la rimozione li rende più deboli e impauriti - se si ripropongono, lo fanno in modo subdolo, sottocutaneo.

Attenzione
  • Mantenere l'ex asciutto e pulito (non chiedetemi perchè);
  • Per ragioni di sicurezza, l'apparecchio deve essere tenuto a distanza da album di fotografie, ricordi e chincaglieria acquistata durante i vostri weekend romantici;
  • Quando l'apparecchio è acceso e vi parla, evitate che i suoni emessi vengano a contatto con le vostre orecchie, richiamando alla vostra memoria che madornale errore sia stato averlo acquistato anni prima.
Informazioni generali sull'eliminazione del LEX
Tutti i metodi di eliminazione radicale possono talvolta causare nell'ex l'insorgere piagnistei, scenate e minacce di morte, a seconda delle sue condizioni psicologiche. Si tratta di una normale reazione che dovrebbe scomparire velocemente, ma che potrebbe essere più evidente nel caso di ex particolarmente rompiballe o di vostri ripensamenti.
Una volta venute a contatto con Lex, la vostra pelle potrebbe risultare irritata. Se dopo 36 ore la sensazione di fastidio non sarà ancora scomparsa, vi consigliamo di consultare un medico.
In generale, la sensazione di fastidio e l'irritazione della pelle, tendono a diminuire considerevolmente insieme alla percentuale di alcool in circolo nel vostro sangue in seguito alla festa organizzata per celebrare la vostra liberazione.

Consigli utili
L'eliminazione è più facile dopo che avete esasperato quello che presto sarà il vostro ex. Procedete come segue:
  1. scenate di gelosia
  2. repentino desiderio di andare all'ikea
  3. veto al calcio (partite della nazionale incluse)
Se non funziona, tirate fuori l'argomento con la "f". No, intendevo "figli".
E' possibile che gli ex più ottusi non capiscano l'antifona: in questo caso provate a sfregare i loro attributi con delle spugne abrasive effetto malta grezza. Funziona, è garantito, in caso contrario avrete dato una sferzata ad un rapporto ormai logoro.

Come usare l'ex.
Per favore, non usatelo. Ci avete messo tanto a liberarvene, ora non lo vorrete di nuovo tra i piedi. E poi, povero caro, lasciatelo scorazzare allo stato brado nei verdi pascoli degli ex.

Garanzia
Forniamo una garanzia valevole per il prodotto della durata di 6 mesi dalla data di acquisto. Nel periodo di garanzia, non ci saranno guasti o comunque non ve ne accorgerete perchè troppo presi a limonare.
Dopo i 6 mesi, sconterete tutto quanto. La garanzia non copre: danni derivati dall'uso improprio del prodotto (tipo se lo prendete a calci), la normale usura conseguente al funzionamento dello stesso, le tare genetiche.
Per accedere al servizio durante il periodo di garanzia è necessario far pervenire il prodotto integro che, insieme allo scontrino, verrà appioppato a un'altra fortunata.
Ricordate, deve tornare indietro integro.
Fragile item. Handle with care.


Nel quartiere dove sono nata c'è un signore che era anziano già quando sono nata. Pure ora è anziano, ma non più anziano di allora: varcato il limes dei 60, si è sempre e solo vecchi, irrimediabilmente vecchi, vecchi senza scampo, e vallo a spiegare ai tuoi nipoti che anche se hai 60 anni in pectore sei ancora un giovanotto, per loro sarai sempre e solo un vecchio. Vabbè.

Questo signore del mio quartiere possedeva un frantoio, ma il suo sogno era un altro. Voleva fare il vigile, desiderio che non ha mai realizzato perchè, appunto, se sei pugliese, possiedi un frantoio di famiglia e vastissimi terreni coltivati ad ulivi che altro puoi fare se non produrre olio, cioè, è proprio un imperativo categorico - attività nobilissima, per carità - senonché lui voleva fare il vigile.
Insomma, questo poveraccio ha passato tutta la vita con la puzza della sansa d'oliva nelle narici, odiando ogni giorno le maledette olive che pure gli davano il pane, poi finalmente negli anni '80, ormai anziano, ha ceduto l'attività ai tre figli, che con tutte le loro belle lauree in management, marketing e pianificazione aziendale, hanno fatto fallire il frantoio.
Intanto a lui era stato diagnosticato un inizio di alzheimer, che nel giro di pochi anni lo ha portato alla completa inconsapevolezza di sé. Perso in questo stato di amnesia, il panciuto signore del mio quartiere ha perso ogni certezza, ogni ricordo: tutto il giorno sta solo, all'incrocio vicino casa mia, e dirige il traffico con ampi gesti delle braccia.
Anche quando in strada ci sono solo io, lui con un cenno mi dà il via libera come se ci trovassimo in un ingorgo all'ora di punta nel pieno centro di una metropoli. Fa un ottimo lavoro.
Certe volte vorrei che anche le mie ambizioni fossero così chiare.


Siccome oggi sono molto incazzata, vorrei sfogare tutte le mie frustrazioni inveendo contro la razza di Uomini e Donne e in particolare contro il più fulgido esponente di questa stirpe, il pluricornificato toro da monta (v.tronista) che si è distinto nella nostra tv trash per le infinite figure di merda raccattate nel corso dei mesi, che ne hanno fatto il beniamino di tutti gli sfigati d'Italia.
Sono incazzata perchè i giovani laureati italiani, per quanto in gamba possano essere, sono quasi sempre sottopagati e in definitiva sempre esauriti, perchè per ottenere il miraggio di quella autonomia che i genitori ex sessantottini pazzi rinfacciano continuamente loro di non sapersi guadagnare, si trovano a fare i giocolieri con tre - quattro lavori, il cui guadagno complessivo non supera assolutamente l'incasso di una serata in discoteca di Luca Dorigo. Perchè essere Luca Dorigo non è facile, bisogna lavorare sodo per opporre il pollice all'indice e reggere il mohito offerto dalla direzione mostrando contemporaneamente l'elastico delle mutande griffate che spunta dai jeans a vita bassa.
Suppongo che l'algido tronista dallo sguardo vitreo sia veneto e sia pressappoco mio coetaneo: queste informazioni, insieme agli addominali oliati, costituiscono il suo ricchissimo curriculum. Intellettuale di rara caratura, allevato dai genitori a suon di Balzac e Dostoevskij (nel senso che i tomi glieli hanno sbattuti violentemente in testa), il mononeuronico Luca Dorigo che in questi minuti sta vivendo probabilmente quello che è il sogno di molti uomini, cioè trovarsi davanti a una sfilza di donne e dire sì/ no a seconda della taglia di reggiseno, ha ribadito per ben 3 volte (dopodiché il gallo ha cantato) la sua natura di esteta ricordandomi un fantastico aneddoto relativo alla mia parrucchiera anita, che una volta mi disse che sua sorella studiava estetica ed io - neokantiana? - "no, inguine e ascelle"; vi lascio immaginare quale circolo culturale sia diventato lo studio di Maria - un cenacolo che farebbe invidia perfino ai caffè parigini di Saint Germain in cui si riunivano Sartre, Gide, Hemingway e la De Beauvoir. Una volta Eco disse che il successo di Mike Bongiorno risiedeva nel suo essere "Everyman" anzichè "Superman": gli spettatori pensavano che se ce l'aveva fatta lui allora magari perchè non loro? Bé non occorre certo essere dei fini semiologi per capire che con Luca Dorigo questo non vale. Lo spettatore sa che se ce l'ha fatta Luca, lui non ce la potrà mai fare perchè è troppo migliore - se proprio volessimo metterci sul solco dell'analisi di Eco, dovremmo definire il nostro raffinato dandy un "Underman".

Bene signori, dopo questa tirata credo dovrei riuscire a gestire la rabbia per qualche giorno. Alla fine bisogna riuscire a scorgere il positivo nelle persone, perchè tutti abbiamo un ruolo determinante su questa terra.
Ad esempio, Luca Dorigo lo vedrei come un ottimo donatore di organi: non avendo mai aperto libro avrà delle splendide cataratte, e suppongo che il cuore sia forte viste le ore passate in palestra. Poi per il cervello, vabbè.
Già immagino la faccia del poveretto che eseguirà l'autopsia quando gli aprirà la testa.

Cari tutti, l'argomento che affronteremo oggi è quanto mai delicato in quanto solleva tutta una serie di annose questioni mai risolte come perchè il maschio ama rotolarsi nel suo stesso sudiciume?quanto è utopistico pensare che un giorno smetterà di gettare la biancheria sporca per terra e di lasciare i cassetti aperti? Com'è possibile diminuire in modo massiccio il quantitativo di entropia dell'universo? Dovrò studiare la termodinamica?, e soprattutto l'angoscioso interrogativo: perchè proprio a me?
La vexata quaestio si dipana attorno a due poli : la di lei capacità di abnegazione e la di lui inettitudine di rendere la propria dimora qualcosa di meglio di un lurido letamaio. Lo so che è difficile per voi, ma vi prego di fare uno sforzo mentale e di seguirmi: questi due poli - direttamente proporzionali nella fase dei cippicippibaubau, ossia il primo anno della relazione - diventano di botto inversamente proporzionali allo scattare del 12° mese, per cui dalla fase in cui voi (noi) fate finta di non badare al casino disumano celandovi dietro a idee balorde del tipo ma lui è un intellettuale, non può badare a queste cose, deve vivere nel suo disordine creativo per poter scrivere/dipingere/comporre, capite che sono tutte cazzate e vi state solo illudendo che lui sia un artista quando invece è un maiale nato cresciuto e pasciuto che vi sta portando via la vita. Inforcate allora una scopa gigante, vi mettete in assetto da jihad e bonificate le valli di comacchio che per l'occasione si sono trasferite nella vostra stamberga, maledicendo la di lui tenera nutrice (ricordarsi sempre di dare la colpa alle suocere, mi raccomando, o non siete vere donne) per non avergli insegnato a stare al mondo a suon di schicchere dietro le orecchie, rendendo il sangue del suo sangue un vitellone ultratrentenne che passa la giornata sbriciolando le pringles per terra mentre voi vi consolate pensando sadicamente a quando avrete un figlio maschio tale e quale al vostro amato e vostra nuora vi maledirà tra una ramazzata e l'altra, ma non saranno più fatti vostri, eh no!, perchè ormai glielo avete sbolognato quel bellimbusto del vostro figlioletto e chi s'è visto s'è visto.
Detto questo, per quanto riguarda la domanda perchè proprio a me?, consolatevi. Giunta nella stanza in foto udii proferire la frase "ho messo in ordine per te" con una tale dolcezza che quasi quasi non feci caso a nulla, ma ho comunque voluto immortalare il momento a imperitura memoria e per inviare al CICAP* una testimonianza della presenze sovrannaturali in questo luogo. Perchè non può essere stato un essere umano.

*Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale


10.9.07

The way we were (20 years ago)

Posted by SunOfYork |

(da leggersi strascicato in stile centro sociale)
Cioè la Barilla?Cioè, ma lo sai che la Barilla è una multinazionale uguale merda, cioè capisci, una di quelle che sfruttano i lavoratori per il proprio profitto personale, perchè la moglie del capo si deve fare la pelliccia di cincillà e i figli devono avere sette telefonini ciascuno per telefonarsi da una stanza all'altra?Cioè, io so' contro a questo sistema perverso delle multinazionali, cioè, so' stanco di queste aziende sempre pronte a genuflettersi davanti alle istanze di un impero capitalista, bellicista e ehm..ista cioè, so' stufo di un mondo votato al dio denaro, cioè, capisci, cioè, so' contro.

Detto questo, non compro pasta barilla e voto rifondazione. Però sono un bel po' di ricordi.
E anche un bel po' di desideri su come vorrei la mia vita futura (tranne il marito, che lo vorrei un po' meno cesso, e la bambina, che vorrei avesse i miei occhi e fosse un po' meno chiatta, e l'arredamento della casa, che non è ikea come piace a me, ah e poi vorrei che non piovesse. Vabbè insomma voglio solo l'impermeabile giallo e il gatto. Che già ho. E quindi sto bene come sto)

Oggi ricomincia House.
Ho l'influenza e sto morendo. Il mio organismo deve essere senza dubbio una macchina perfetta e dotata di volontà propria, perchè alle 23.59 del 31 agosto ha messo una bella croce nera sulla parola estate e ha detto adios amigos alle difese immunitarie, scatenando in me una influenza biblica di quelle che c'ho messo un'ora e un quarto per spiegare al telefono al dottore tutti i sintomi che ho, e il poraccio non ha potuto far altro che comunicarmi che sono spacciata, cosa che d'altro canto già sapevo da me, e anzi, se constatava in anticipo il decesso, ci cavavamo pure quest'altro dente. Avevo anche pensato di aver contratto l'aviaria, se non fosse che mia nonna in un eccesso di zelo, annegò i suoi pennuti nel lavandino del bagno a tempo debito. Certo il mio gatto potrebbe averla presa e poi passata a me durante i preliminari, anche se non è più lo stesso di una volta, e sempre più di frequente capita che li voglia del tutto saltare.
Io non so cosa sia questa Cosa che mi affligge ma è certo che non sarò mai una di quelle eroine tutte compunte dei romanzi di fine ottocento, sempre pallide ed emaciate per la tisi, che di punto in bianco si mettono una gelida manina sulla fronte e svengono con un sospiro. Io rantolo. E rantolando mi dimeno nel letto. E dimenandomi tossisco come uno scaricatore di porto, e tossendo sputacchio tutto i giro, pure sul monitor adesso, avete capito l'antifona: mi sono trasformata in un prodotto della Cosa, in una palla di muco e pelo che a stento ce la fa a rotolarsi nel vicks vaporub e a rimanere a galla tra i klinex, ormai irrimediabilmente actigrip-dipendente, giallastra anzichè pallida, con in testa dei rasta spontanei e - sarei pronta a scommetterci - con un alito decisamente pestilenziale. Un cesso. Con le pustole. E le zecche. E, ok, la taglio qui sennò non trombo più da qui all'eternità, chè gli uomini son deboli di stomaco, loro.
La Cosa ha un potere di contagio talmente soprendente che nonostante io sia stata confinata in mansarda senza i miei amati medicinali e senza manco un cranio da rosicchiare, e la porta sia stata murata con tutti i crismi, oggi ho sentito provenire dal piano di sotto una serie di starnuti in contrappunto e ho ghignato. Pensate che or ora mi è giunta notizia che anche il Papa sarebbe stato contagiato dalla mia malattia e avrebbe un terribile mal di gola che rende ancor più piacevole la sua già soave parlata.
Forse ho una malattia autoimmune. Secondo Cameron di certo si tratterebbe di lupus. Secondo il dottor House sarei solo una tossicodipendente in cerca di altro actigrip, e come tale avrei la sua solidarietà.
Tra pochi giorni esce un libro sull'etica del Dottor House, ad opera del collettivo filosofico Blitris.
Non so manco di che parla, ma l'etica di House sento di condividerla profondamente. E ora datemi il mio actigrip che me lo devo fumare.


Sarò sintetica: una breve nota per ricordare che alla fine siamo solo un branco di nerd sociopatici che cercano di riscattarsi da un'adolescenza brufolosa fatta di rifiuti e umiliazioni, che i commenti sono marchette con il solo scopo di ricevere visite di ritorno, che anche tra i bloggers esistono corporazioni e gerarchie come in ogni altro settore e che anche qui chi sta ai vertici delle classifiche non sempre - sì, mi va di usare un eufemismo - è il più meritevole, ma chi ha saputo gestire meglio le proprie PR. Che è molto comodo stare dietro a uno schermo e fare gli assi della blogosfera, che saper scrivere è tutto un altro paio di maniche, che scrivere un post su come si scrive un post è una faccenda da spocchiosetti e che quelli che si sentono blogstar (argh) e lo negano mi stanno sinceramente sulle balle.
Ho fatto la scoperta dell'acqua calda, direte voi, dello stesso argomento ne avevano parlato blog più autorevoli. Me ne frego. Cristo santo, alla fine sono solo dei blog.
Non prendiamoci troppo sul serio.

Oggi, venerdì 17 , ho chiamato i pompieri.
Si era di rientro da un' allegra uscita mattutina, io e altri tre fortunati ospiti della mia dacia tra cui uno dei maggiori estimatori del mio blog - giusto per significarvi di quali intellettuali ami circondarmi - , quando, appropinquatici al portone, ci rendemmo conto di aver preso il mazzo sbagliato di chiavi.
Senza tirarla per le lunghe, siccome in pratica, abito in un palazzo che pare Alcatraz, per entrare occorre superare svariate barriere. Riusciamo a superare brillantemente la prima citofonando a casaccio a tutto il palazzo, la seconda chiamando la badante polacca della vegliarda del terzo piano, la terza grazie a l'unica chiave funzionante del mazzo. Resta la porta blindatissima per entrare in casa.
Chiamiamo tutti i numeri gratuiti che conosciamo, passando per il Telefono Viola contro gli abusi psichiatrici e la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli), ci accorgiamo che i pompieri sono al 115. Semba fatta ma. Ci chiedono 150 euro perchè non abbiamo nè un anziano paraplegico in casa, nè un'emergenza tipo gas aperto e manco un animale da salvare, no no, niente di tutto ciò, siamo solo delle gran teste di cazzo e quindi dobbiamo pagare. Al che facciamo presente che al costo di 150 euro, non solo prendiamo atto del fatto di essere delle somme teste di cazzo ma impariamo pure a raggiungere il balcone al secondo piano volando, chè siamo tutti studenti (bugia) squattrinati (vero) e di pagare non se ne parla proprio. Impietositi dalla sceneggiata napoletana messa in atto da uno dei quattro per far sì che -testuali parole- lo identifichino con Totò e provino un moto di simpatia, decidono di venirci in aiuto, proponendo come pagamento quello che sarà il mio primogenito, cosa che io ovviamente accetto subito con urla di giubilo.
Ora, uno studio che mi sto inventando in questo momento a suffragio di non so manco io cosa, dice che se in una giornata qualcosa mi va molto storto, qualcos'altro mi deve andare molto bene per evitare che gli zebedei, girando all'impazzata, si surriscaldino eccessivamente, provocando l'ulteriore scioglimento delle calotte polari e altre robe così, ché poi moriamo tutti annegati e sembra the day after tomorrow.
Insomma, i pompieri arrivano, sono giovani, sudati e veramente boni come il pane. Provano la soluzione che più mette in mostra la loro potenza, cioè aprire la porta con i loro bicipiti scolpiti, le loro mani possenti, il loro sguardo ehm profondo, il loro torace su cui voluttuoso scivola un rivolo di sudore, e poi vabbè, perchè hanno studiato tutti filosofia e sanno che spesso la soluzione più semplice è quella valida, ad ogni modo non riescono ad aprire la porta. Quindi con i loro bicipiti scolpiti, le loro mani possenti, il loro sguardo ehm profondo, il loro torace su cui voluttuoso scivola un rivolo di sudore, pigliano 'na scala e dal terrazzo dell'appartamento accanto in cui abita una zitella che non finirà mai di ringraziarci per averle fatto entrare in casa siffatti adoni, si inerpicano agilmente fino al balcone dov'è stesa la mia biancheria intima. La finestra è aperta, perchè in effetti anche se noi non potevamo entrare, volevamo lasciare ai ladri la possibilità di farlo al posto nostro, tutto fila liscio come l'olio, il pompiere riesce ad entrare in casa senza problemi, gli regalo un paio di mutandine e vanno via sul loro furgone rosso fuoco senza chiedere nient'altro. Eroi.

Subscribe