Yes, darling. Life sucks

Learning how to cope since 1982

Devo essere sincera: dopo essermi ubriacata da sola per festeggiare i trentatrè commenti del post precedente (a proposito, grazie al n.31,32,33 per aver fatto il solletico alla mia nevrosi sulle cifre tonde), per un attimo ho pensato di chiudere trionfalmente baracca e burattini con un post di cui già avevo in mente il nome - So long, and thanks for all the fish: nella mia idea, aprendo il mio blog sarebbe dovuta partire la musichetta della Guida galattica, e l'utente si sarebbe dovuto trovare di fronte a un post brillante e al tempo stesso malinconico che gli avrebbe strappato un paio di lacrime all'idea che quelle sarebbero state le ultime perle del SunOfYork-pensiero. Mi ci è voluto davvero poco ad abbandonare l'impresa a causa della mia incapacità di mettere musichette come sfondo e a realizzare, di conseguenza, che questo blog non chiuderà mai.
Dunque stasera ho deciso di illuminarvi sui vari modi in cui le donne seducono gli uomini. Sostanzialmente la mia idea è che riuscire o meno ad acaparrarsi un uomo dipenda dal caso, idea dovuta al fatto che ci sono in ballo troppe variabili in gioco perché io mi sbatta a dare una spiegazione razionale del fenomeno. Diremo allora che queste variabili hanno natura e importanza diversa nella riuscita dell'acchiappo: si va da fattori collaterali quali il tipo di bevanda o droga assunta prima dell'incontro ad altri più centrali come la disponibilità di entrambi gli attori, il perfetto match chimico, il periodo dell'ovulazione femminile, e soprattutto quello che chiamerò il tasso di orizzontabilità. Diamo la definizione e poi spieghiamo:

IL TASSO DI ORIZZONTABILITA' DI UN INDIVIDUO X PUO' VARIARE DA 1 A 5
COROLLARIO (thanks Krapp, solo tu puoi essere così nerd): IL TASSO DI ORIZZONTABILITA'
E' INVERSAMENTE PROPORZIONALE AL COEFFICIENTE DI ORIZZONTABILIZZABILITA'.

Poveri noi. Quando una donna incontra un uomo o viceversa immediatamente gli assegna un punteggio da 1 a 5, ossia il tasso di orizzontabilità (quanto me lo voglio portare a letto).
Detta in soldoni, quanto più l'individuo è desiderabile/orizzontabile, tanto più sarà dura sedurlo/orizzontabilizzarlo, perché l'individuo in questione se la tirerà a dismisura -qui dovrei introdurre il concetto di asintoto, ma lasciamo stare, tanto lo so che siete tutti scienziati e a questo punto state con la bava alla bocca-, come facilmente desumibile dal grafico dell'iperbole giustapposto.

Ora, come fanno le donne a sedurre un uomo? Quali strategie usano? Come si pongono? Quali uomini costituiscono il loro target? Io ne ho individuati alcuni tipi, vedete voi se vi ci ritrovate.
1. La risoluta: se uno le piace, glielo dice chiaramente con la delicatezza di un panzerkampfwagen. Tipo: lui sta ancora ordinando da bere e lei già paga il conto; si stizzisce se davanti a tanta risolutezza lui sembra vacillare, vedendo nella di lui esitazione una irrimediabile perdita di tempo. Di solito le capitano uomini irrisoluti e incapaci di fare il primo passo, a dimostrazione della potenza del contrappasso dantesco. Il problema di questa tipologia di donna è che una tale facilità nell'esporsi, la porta a una sovraesposizione anche in momenti inopportuni (del tipo che si lancia involontariamente in imprese disperate)
2. La fatalona: è tutta sguardi e smancerie, biancheria intima che spunta dalla scollatura o dal pantalone a vita bassa e boccuccia a cuore. Il problema è che in tutte queste mossette, non si rende puntualmente conto che ha messo gli occhi su un omosessuale, il quale, a sua volta, sta facendo gli occhi dolci al barista
3. La filosofa: è quella che quando punta un tipo, lo sommerge di chiacchiere filosofico-artistico-letterarie. Di solito sono quelle ragazze che si fanno le foto ai piedi o alle loro calze a righe, le pubblicano su flickr, e si sentono delle artiste, o quelle che arredano la casa seguendo il feng shui (maledette rompicoglioni). Ovviamente anche il tipo più intellettuale, dopo un po' muore: si tiene la filosofa come amica, e si tromba un'altra.
4. L'amicona: eeeeh, questa è una categoria molto diffusa tra le donne di tutte le età: inizia col puntare un uomo coinvolgendolo in attività quali cinema/mostre/partite di badmington (?)/passeggiate in bici, dandogli l'illusione di essere sua amica. Poi però lui le confida le sue pene d'amore per un'altra, e lei diventa lesbica.
5. La subdola: padroneggia tutte queste tecniche alla perfezione, sa essere amichevole se necessario (addirittura arriverebbe a guardare una partita di calcio con il suo target), nel momento giusto sa improvvisare uno strip tease (d'inverno usa il tasso di ibernazione di mani e piedi per capire quando interrompere lo show), può parlare per ore di film e libri, e farsi chiedere in moglie quando lo desidera. Resta da capire in cosa si evolve una subdola dopo le nozze.
Io ad occhio e croce direi nella donna perfetta.

16.10.08

pms

Adolescenti o mature, magre o tonde, single o fidanzate, racchie o top model: tutte abbiamo sperimentato sulla nostra pelle quel flagello mensile che va sotto il nome di sindrome premestruale. Ora, so che già solo alla "p" di premestruale, mi sono alienata la maggior parte dei miei lettori maschi, per l'esattezza quella parte di lettori che sono attualmente fidanzati,o che, essendolo stati in passato, sanno di che cosa sto parlando. Bene, questo post è per i restanti, e non fate i timidi, lo so per certo che mi leggete perché google analytics mi riporta da qualche mese chiavi di ricerca come "vergine a trent'anni" o "cos'è una donna". Dunque cari miei, una donna in sindrome premestruale (pms) è una donna soggetta a irritabilità, depressione, crisi di pianto, mal di testa, desiderio di scassare le balle, tette gonfie, capelli grassi e pelle spenta: in pratica una donna qualsiasi. La mia teoria infatti - ne formulo una per ogni stronzata che mi passa per la testa - è che la pms non esista ma che sia una condizione generale e intrinseca nell'essere femminile, che vive la sua esistenza come perenne premestruo, concedendosi però il lusso di fare il diavolo a quattro per qualche giorno al mese e di addebitare il tutto alla vecchia cara pms. Ad ogni modo, l'attenta osservazione delle mie svariate coinquiline di questi ultimi anni mi ha condotta alla conclusione che ci sono diversi approcci alla pms:

-la depressa (o anche l'incompresa): passa il sabato sera a piangere davanti a C'è posta per te, gira per casa ciabattando rumorosamente e trascinando sempre in una mano un pacchetto di Kleenex mentre si interroga su che cosa ha sbagliato nella sua vita: normalmente la si riconosce per i capelli grassi, il labbro inferiore tremulo, le occhiaie scure e il brufoletto che le spunta malefico sul labbro superiore, esattamente nel punto di sezione aurea della distanza tra naso e labbra;
-l'isterica (aka parlami e ti sparo): cammina per la strada con passo marziale, borbottando contro il suo nemico del momento (l'inquinamento acustico, il cane che ha sporcato il pavimento, gli automobilisti che non rispettano il semaforo, il tizio cieco che l'ha urtata inavvertitamente col bastone), risponde con urla e strepiti a qualsiasi osservazione che non le vada a genio, massacra il fidanzato colpevolizzandolo di tutti i mali della sua vita: attenzione a farle notare che è un po' nervosetta per via della pms, questo non fa che aumentare esponenzialmente la sua rabbia. La si riconosce per lo sguardo iniettato di sangue e un lieve tremito del sopracciglio,
-la scoglionata (ossia Miss nichilismo): non vuole fare un cacchio tanto è tutto inutile, se ne frega di chicchessia, l'unica reazione che ha davanti alle tragedie quotidiane è una scrollatina di spalle, e in linea di massima si rifugia in un inerte fatalismo, che la porta a vedere qualsiasi cosa accada prima del giorno x (il giorno del ciclo) come una futile perdita di tempo. Se vi imbattete in qualcuna emettere quel suono schioccante tipo "tsk" e alzare il sopracciglio, allora non ci sono dubbi, è lei, la scoglionata doc.
-la schizzata (alas "il flagello di dio"), è la peggiore delle quattro, perché racchiude in sè tutti gli aspetti delle precedenti e li alterna a una velocità supersonica, aggiungendovi un pizzico di libidine scatenata. Ecco cosa si può sentir dire a una donna schizzata in pms:
lei: stasera ti stupro senza pietà
lui: sta chiaramente parlando la pms al posto tuo...
lei: aaaaaaaaaaahahahah (risata isterica)
lui: ...
lei: perché non vuoi interagire, dai ti prego parlami, ho bisogno di te (a questo punto piange a singhiozzo)
lui: dai stai calma, è così ogni mese.
lei: vabbè sei uno stronzo, ma io me ne frego di te e di chi t'ha fatto (la frecciata alla madre ci sta sempre)
La riconosci perché gesticola freneticamente, ha un tono di voce stridulo, e alterna momenti di logorrea a lunghi silenzi. La riconosci dai capelli: perennemente elettrizzati, se li sfiori con la mano si sollevano verso l'alto, conferendole l'aspetto di una gorgone.

Ora, per quanto riguarda me, io mi inserisco a pieno nell'ultima categoria, la schizzata. In più però ho altri due sintomi sunofyork-specifici: la perenne faringite - non si sa perché ogni mese mi becchi questa piaga d'egitto, ma inizio a pensare che sia un modo in cui la natura mi impedisce di parlare nel momento in cui evidentemente direi più follie, e il desiderio incontenibile di prendere una spranga e bastonare tutti quelli iscritti ai primi anni del DAMS che si mettono jeans strettissimi e gli occhialoni neri da wannabe cineasta indipendente very very cool e si sentono molto originali.
Maledetti stronzetti del dams, sappiate che il mio bastone non avrà pietà dei vostri occhiali.

Ed ecco come randomante vede la sottoscritta durante la sindrome premestruale.
E voi altri martiri, come vedete le vostre donne?

13.10.08

"O"

Posted by SunOfYork |


Ma secondo voi, i pubblicitari ci hanno pensato alle implicazioni di questo spot? non c'è il rischio che se poi questo gel non funziona come promette, qualcuna vedendo che tutte ste tipe ci riescono tranne lei, si suicidi?
E guardate che mica parlo per me, non ho di questi problemi io.
Figuriamoci se ci avevo mai sperato. Lo so che per quello ci vuole molto molto di più, tipo un gel alla nitroglicerina, qualche decina di oggetti apotropaici sotto al materasso, un vibratore in grado di suscitare un sisma del decimo grado della scala mercalli, che sia alternativamente in grado di operare un elettroshock.

10.10.08

perché proprio a me?

Posted by SunOfYork |

Ci sono donne che ricercano la figura paterna nel proprio compagno, e donne che la cercano altrove. Io, ad esempio, la cerco nel mio portatile. Ed infatti il rapporto che ho con il mio Sony Vaio è disfunzionale, drammaticamente altalenante, conflittuale e pieno di recriminazioni e sensi di colpa, esattamente come quello che ho con mio padre. Allo stesso modo è un rapporto basato su una profonda affinità e comunione di intenti, su gusti simili, sullo stesso desiderio di avere sempre il massimo, e lo stesso bisogno di prendersi frequenti momenti di svago comune. Ad esempio io e il mio Sony siamo sempre stati d'accordo sulla imprescindibilità di prendersi delle pause a orari tondi (tipo ogni ora, ogni mezz'ora o ogni quarto d'ora ecc..ecc..): pause che spendevamo sugli altrui blog, su facebook o (cosa che amavamo sopra ogni altra), aliendandoci sulla fotogallery di libero.it. Ugualmente con mio padre certe volte ci andiamo ad obnubilare negli ipermercati, senza comprare niente. Ultimamente condividevamo la pena per la situazione della Borsa italiana, e saggiamente il mio Sony Vaio - nonostante le rassicurazioni del perfido manager - mi consigliava di ritirare i miei risparmi (dieci euro) dal conto corrente Unicredit e metterli sotto il materasso. Lo stesso mi consigliava mio padre, che non ha mai avuto fiducia nelle banche, e che ritiene il bancomat una invenzione diabolica.
Ogni tanto faceva le bizze, mi rimproverava di sfruttarlo senza restituirgli nulla e mi mollava per un po', ma poi c'era sempre nel momento del bisogno.Ci prendevamo cura l'uno dell'altra.

Ora mi si è scassato, di nuovo, l'avevo ritirato dall'assistenza meno di un mese fa, e io non ero pronta.
Sinceramente, un padre non si può sostituire, un portatile sì.


P.S.ecco come randomante interpreta il mio stato d'animo in questo momento. Lo ringrazio per avermi resa una tettona isterica.

Via Broccaindosso è una di quelle strade che, col loro misto di degrado (90%) e poesia (10%), ti impongono di rivedere il tuo concetto di decenza, mettendoti in contatto con un'umanità che definirei eufemisticamente come variopinta e boccaccesca (leggi, gente lercia e di malaffare). Più che una strada, via Broccaindosso è una canzone di Guccini: ci trovi la mentalità da osteria e balera fusa con quella del kebab e degli internet point pakistani - sempre vuoti, perché bisogna ostentare la loro natura di coperture per chissà quali traffici -, i gatti sui tetti rossi, l'orgoglio per i portici, entità metafisiche che ognuno cura e gestisce da sè come un'edicola sacra, e che d'inverno offrono lo spettacolo sempre appagante delle sciurette in ballerine che planano come delle novelle Kostner andandosi a sfracellare sul marmo ghiacciato, come per l'appunto è solita fare la nostra cara Carolina. Questa è la strada in cui Carducci ha scritto Pianto Antico, nelle cui osterie Guccini, Dalla e Bersani vengono a mangiare, in cui Andrea Pazienza vagava negli anni della contestazione giovanile, e a me piace immaginarlo parlare a Pier Vittorio Tondelli e Freak Antoni di un'idea che gli è venuta per un personaggio, un cattivo di nome Zanardi, uno con un senso di vuoto e inutilità che a un certo punto decide di far del male alla gente per divertirsi. La strada in cui incontro un giorno sì e uno pure Patrizio Roversi (che culo), e ancora più spesso maledico i padroni dei cani, che mi hanno rovinato decine di paia di scarpe. E' il posto in cui devi andare se vuoi una bicicletta usata: per 15 euro te la rubano sotto gli occhi, salvo poi rubartela di nuovo il giorno dopo per non contribuire alla stagnazione dell'economia. Via Broccaindosso, fino a qualche tempo fa, non aveva nemmeno i lampioni, perché nessuno voleva vedere ciò che vi si svolgeva di sera; poi ce li hanno messi, ed è stato tutto un brulicare come fanno le formiche quando si disperdono: sono rimasti solo il marchettaro mio dirimpettaio, la vecchia battona sfatta che abita accanto al mio portone in una stanza con saracinesca che fa tanto amsterdam, che vaga per la strada in ciabatte e cucina pesce ad ogni ora per i suoi gatti, e la donna che abita al piano sopra, un noto puttanone scatenato, che oggi mentre parlava al cellulare nel vano scala, ho sentito dire candidamente "eh no, mi spiace, le parti intime non le lecco. ci eravamo accordati solo per i piedi. piedi e scarpe". Francamente lì per lì non ho visto la poesia in tutto questo.

A dire il vero nemmeno ora.
E adesso? Non ancora. E ora? No.
Forse dopo una botte di Lambrusco e una dose endovena di tagliatelle.

P.S. pochi minuti fa un uomo vestito con lingerie da donna (bustino nero con nastri di raso fuxia) si è affacciato dalla finestra di fronte. Ho pensato a Princesa di De Andrè, e ho ripristinato il giusto equilibrio poesia/degrado, che ieri con quella frase il putanùn aveva allegramente mandato all'aria.

Subscribe