Yes, darling. Life sucks

Learning how to cope since 1982

Come qualcuno di voi già sa, ormai è un anno che ho aperto insieme a mia sorella una casa editrice. Avere una casa editrice oggi in Italia significa avere qualche rotella fuori posto: i libri ok, sì, li vendiamo, ma il distributore ci paga a 180 giorni (ammesso che ci paghi), la tipografia l'abbiamo ma esige d'essere pagata ancor prima che i libri raggiungano il magazzino, presentazioni ne facciamo, ma i soldi per mandare in tour promozionale i nostri autori scarseggiano quindi dobbiamo accontentarci di qualche data e le fiere le facciamo ma stando molto molto attente alle spese. Insomma, avere una casa editrice, più che con questioni letterarie o profondamente intellettuali, ha (almeno per me) a che fare con la gestione al centesimo di soldi (pochi) e delle spedizioni (tante, per fortuna).
Venerdì scorso, in occasione della visita bolognese della mia socia-sorella per la fiera di Modena nel weekend, abbiamo agganciato  agli altri tremila impegni (tutti implicanti enormi spese e sbattimenti) un appuntamento con aspirante autore reo di averci mandato un manoscritto in lettura che c'era garbato parecchio. 
(e ora viene la parte che i bolognesi dovrebbero leggere attentamente).
L'incontro era fissato ad ora aperitivo in uno dei posti a mio parere più belli di Bologna: Colazione da Bianca.
Per chi non lo conoscesse, Colazione da Bianca si trova in via Santo Stefano 1 ed è un incrocio tra  un bistrot parigino, una sala da tè inglese e quant'altro di figo vi possa venire in mente: colori caldi, posate d'argento, tavolini di ferro battuto, porcellane splendide. Insomma, il posto giusto in cui fingere di essere due editrici serie e un po' radical chic.
C'ero già andata a prendere un tè con Paperoga, che però non aveva nemmeno notato quanto fosse figo il posto e s'era gettato di faccia nella sua fetta di torta, ma non l'avevo mai sperimentato per l'aperitivo e come me, nessuno dei miei amici bolognesi, che infatti si chiedevano all'unisono chissà come sarà l'aperitivo da Colazione da Bianca? Ed ecco che interviene la qui presente allocca a rispondere al vostro quesito. Riconosciuto l'autore fuori dal locale (un fico da paura che, essendo mia sorella single, subito immagino in vesti di cognato prima che di autore di punta), entriamo, ci accomodiamo e ordiniamo due cocktail e una birra piccola (birra da Colazione da Bianca, ecco un altro maschio che non capisce il mood del locale). I cocktail sono annacquati ma almeno servono a me e mia sorella a scioglierci dalla contemplazione del bel faccino dello scrittore e a dirgli qualcosa di sensato sul suo manoscritto (cioè, mia sorella gli dice qualcosa di sensato, io lascio che sia lei a condurre la conversazione così poi lui vede quanto è in gamba e se la sposa). Nel frattempo mi avvicino al buffet: argenteria finissima, cristalli ovunque, ciotole degne dei reali inglesi, e le solite quattro tartine in croce però con un aspetto più vezzoso. Torno al tavolo e loro stanno continuando a cianciare di riscritture, editing, altri editori. Io non ne posso più, mi allontano di nuovo e per far fare bella figura a mia sorella -cosa non si fa per una sorella- vado alla cassa e senza che il giovine autore se ne accorga, chiedo di pagare per i tre aperitivi.
Ora, non so da voi quanto sia legittimo pagare tre aperitivi, ma da noi, a Bologna, la media degli aperitivi -se escludiamo quelli per universitari coi braccini corti che vanno attorno ai 5 euro per bevanda più cibo orrendo- è di 7-8 euro. Il che significa che tu con 7-8 euro hai il tuo bel bicchiere di vino/spritz/quello che  cacchio ti pare, e usufruisci di un buffet. Immaginando che Colazione da Bianca fosse un posto di stronzi boho-chic, mi ero detta di star pronta a un aperitivo da 10 euro ciascuno, e vabè, amen, è un incontro di pseudolavoro, ci può stare spendere 30 euro per un autore che stiamo corteggiando (in tutti sensi). E invece, arrivata alla cassa, la tizia mi chiede cinquantuno euro (nel portafogli, per altro, avevo esattamente cinquantuno euro, secondo me quando entri nella porta c'è un apparecchio che ti fa una radiografia). Poi vedendomi impallidire e serrare la mascella, si è corretta e mi ha sparato quarantuno euro, che io ho pagato in silenzio con una lacrima che faceva capolino nell'angolo dell'occhio. Poi ho guardato lo scontrino ed ecco, io in quel momento lì ho avuto un'esperienza di pre-morte e credo di aver capito cosa intendono quelli che dicono che, davanti a un pericolo imminente, capita di rivedere tutta la propria vita.
Io ho rivisto impallidire la faccia di mio padre quando, in vacanza, nei 1990, dovette sborsare cinquantamila lire per quattro gelati, ho capito perché Paperoga conserva uno scontrino da più di sessantamila lire per una cena a Gallipoli di una quindicina d'anni fa e anche perché nessuno dei miei amici bolognesi aveva mai voluto rischiare di andare a fare aperitivo da Colazione da Bianca.
Perché il buffet non è incluso nell'aperitivo e un cocktail costa 10 euro. E se non hai un autore con un bel faccino che speri possa farti rientrare dalle spese, è meglio lasciar perdere.


7 comments:

deb said...

..e può anche capitare che in un momento di distrazione (perchè sta discutendo istericamente con la sua collega), il barista ti porti via il cappuccino che hai lasciato a metà per gustartelo alla fine della (micro) pasta che stavi mangiando.nonono, bidibodi,cancellato dalla lista!

Anonymous said...

L' unica vendetta possibile è aspettare qualche anno, fare loro una proposta che non potranno rifiutare e sostituire la cara Bianca con una bella libreria LeBolleBlu.
Me lo sento.
V.

Spinoza said...

Aperitivo da Colazione da Bianca è quasi una contraddizione in termini. Molto radical chic.

LadyLindy said...

sono della zona, ma non ci sono mai andata! Aspettate una mia vincita alla lotteria e poi mi ci fionderò. !Hanno anche un sito perennemente in costruzione!)

P.S. Come si chiama la tua casa editrice? Così ti faccio pubblicità... e magari ti mando qualcosa di mio fra un lustro o due :)

Arturo Folletti said...

Mi domandavo se trattate anche romanzi scritti da uno scrittore senza bel faccino...volevo scriverti in pvt ma non trovo la tua mail. non l'ho ancora mandato a nessuno perchè sono pigro, se ti interessa fatti sentire dai. se non ti fai sentire dai lo capisco e amici come prima. bella faccia da culo vero? grazie cordialità

SunOfYork said...

@deb: giusto, ricordiamo anche la trista vicenda della sorella della deb che s'è vista sfilare la colazione da sotto il naso! antipatia a manetta per colazione da bianca!!

@val: tu sì che mi conosci. aggiungerei anche un banco bar alla libreria, così, proprio a sfregio...

@spino: infatti l'aveva notato anche l'autore, che ci aveva detto -testuali parole- è la prima volta che faccio colazione alle 19.30, vorrà dire che mi sveglierò per le 19 :)

@lady: ecco, in questo senso spero d'aver reso un servizio utile a chi è della zona. almeno se ci andate, sappiate che ti pelano :)
La casa editrice si chiama LeBolleBlu Edizioni, è nelle etichette del post!

@arturo: se è ben scritto, valutiamo tutto :)
l'indirizzo è redazione@lebollebluedizioni.com, se puoi mandaci una sinossi e (se non è il tuo vero nome), ricordami che sei arturo folletti il blogger :)

sun

Lucrezia M. said...

Mica male!
La follia dilaga, secondo me. Non oso immaginare se avreste preso altro. Se la fanno pagare tutta l'aria radical chic.

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