tag:blogger.com,1999:blog-84511326501962766652024-03-11T07:15:35.527+01:00Yes, darling. Life sucksLearning how to cope since 1982SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.comBlogger218125tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-88110030296513791772020-04-09T21:36:00.003+01:002023-04-28T14:01:57.354+01:00Italy on the lockdown<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-3a7kK4mIl3A/Xo95tQcRVuI/AAAAAAAAE84/sHc4_LOe0Hw8nJZyYJ1NtpLYEOLIGi95wCLcBGAsYHQ/s1600/ombrellone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="972" data-original-width="972" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-3a7kK4mIl3A/Xo95tQcRVuI/AAAAAAAAE84/sHc4_LOe0Hw8nJZyYJ1NtpLYEOLIGi95wCLcBGAsYHQ/s320/ombrellone.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed eccomi qui, con lo stesso tempismo e la stessa piacevolezza di una pandemia globale -e anzi proprio per quella- a scrivere un post su un blog in disuso da secoli, per raccontare la vita tra quattro mura con una figlia di 7 anni lontana da qualsiasi forma di scolarizzazione e socialità da più di un mese, un marito in smart working che ha fatto del pigiama uno stile di vita e me stessa e il mio lavoro come insegnante di inglese (online, con una rete che crolla nel bel mezzo di una speaking session), moglie, cuoca, wannabe madre alternativa bio steineriana, ma cosa fondamentale, donna dalla ben scarsa pazienza e dalla tempra, per così dire, levantina. </div><div style="text-align: justify;">Tratti in prima battuta rimasti in sordina, forse silenziati da una legittima ansia per l'aumentare dei casi di Coronavirus nella ridente cittadina emiliana che da ormai 4 anni mi annovera tra i residenti e che negli ultimi giorni hanno deciso di deflagare in tutta la loro potenza, regalando momenti di puro parossismo complice il dilagare di una primavera beffarda e impietosa che ci impone finestre spalancate e lunghe ore sui balconi a farci i fatti degli altri. </div>
<div style="text-align: justify;">
Che non la si legga come un voler delegare le colpe agli altri - il mio essere altamente infiammabile è senza dubbio alcuno il nodo centrale - ma c'è da dire che irritarsi, quando si è in quarantena, è un gioco da ragazzi, essendo l'isolamento un potente detonatore per delle tendenze che normalmente teniamo a bada grazie a un briciolo di self control. E così, un post su facebook può porre fine ad amicizie decennali, tua figlia che ti chiama tremilaseicento volte all'ora ti fa maledire la serata che tu e suo padre non avete optato per il cinema anziché starvene a casa e il padre di tua figlia, bè lui diventa il target n.1 di ogni ritorsione e angheria che la mente umana abbia partorito. </div><div style="text-align: justify;">Perché lui, parliamone.</div>
<div style="text-align: justify;">
Stranamente rintemprato da questo periodo di smart working, si sveglia canticchiando in falsetto in maniera ossessiva e vaga per casa in ciabatte e pigiama con occhio languido da latin lover fallito vaneggiando frasi in uno spagnolo tanto sgangherato quanto fuoriluogo - "te quiero mi amor" , "tu eres mi muchacha bonita", "yo soy el toro", e tutto un florilegio di movenze da telenovela latina anni '80 che francamente sortiscono come unico effetto, quando va bene, un numero imprecisato di sbeffeggiamenti, o peggio, lanci di ciabatte e manrovesci.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Bambina - la chiameremo così - forse contagiata dalla demenzialità paterna, dopo due settimane in di impegno materno nel rallentare l'arrivo inesorabile della debacle tramite l'applicazione di una rigorosa disciplina montessoriana che ha sortito come solo effetto quello di rendere la mamma ancora più intrattabile, è regredita da studentessa modello, amante dei libri e della danza classica, a quello di scimmietta bonobo capace solo di ingozzarsi a ogni ora del giorno e della notte e avente la nintendo switch come prolungamento naturale del corpo. Sveglia sul fuso orario della Tasmania, a mezzanotte tiranneggia ancora su Netflix, i capelli lunghissimi e incolti da Rapuntzel, linguacciuta e polemica come un'adolescente ma sanguisuga come un bebè in fasce, insomma esattamente la figlia selvatica che in molti di voi si ritrovano dopo un mese e mezzi lontani da scuola.</div><div style="text-align: justify;">Quella stessa scuola che, fino a febbraio appariva come un'istituzione castrante e degradata di cui vedevamo solo le enormi pecche, e oggi ci sembra un'entità lontana e salvifica, troppo a lungo vituperata.</div>
<div style="text-align: justify;">
La verità, signori miei, è che 24 ore insieme sono tante - 24 ore insieme per due mesi sono disumane per le famiglie che prima erano abituate ad avere i loro spazi e ne sono state private. 24 ore da soli sono disumane anche per chi si trova a non poter condividere questo orribile frangente con nessuno, quindi inutile scannarsi sui social a chi se la passa peggio. Siamo tutti sulla stessa barca, quelli che si svegliano la mattina e si sistemano per darsi un tono e quelli in pigiama d'ordinanza, soli e accompagnati, quelli che mantengono le apparenze e quelli che sbracano clamorosamente, tutti impauriti, infelici, nevrastenici, bisognosi di un contatto e impauriti dallo stesso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
-----------------</div>
<div style="text-align: justify;">
Il posto è per <a href="http://fedix.blogspot.com/" target="_blank">Takajiro</a> che mi ha fatto venir voglia di rimettere mano al blog. Spero tu te la stia passando bene. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-21902218619222273332018-02-19T13:05:00.000+01:002018-02-19T13:05:00.321+01:00Our souls at night<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-gQuH8qXpfAY/WoqXw2eBtpI/AAAAAAAAEPw/tritulcqCGEU3R8kANF3sPZNZVfKHaTAwCLcBGAs/s1600/IMG_1795.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-gQuH8qXpfAY/WoqXw2eBtpI/AAAAAAAAEPw/tritulcqCGEU3R8kANF3sPZNZVfKHaTAwCLcBGAs/s320/IMG_1795.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Some books just happen with such an impeccable timing. I've hidden Our souls at night by Kent Haruf in a corner of my mind for months and started it when I was still blissfully unaware that soon I'd need someone to gently pat me on my head and fix my crippling fears with simple, soothing words. Which Kent Haruf didn't fail in doing, with his compassionate brush strokes and his depiction of an ordinary, suburban love story (if there is such thing as an "ordinary" love story). </div>
<div style="text-align: justify;">
The plot is easy and the feelings involved are not of the larger-than-life kind: Addie and Louis, two old widowed neighbours decide to sleep together at night to share their thoughts and open up their souls. What they get in return from this down-to-earth routine is amazing: relief from their loneliness and, eventually, love. Reading these two old people have no qualms about disclosing affairs, deaths, sacrifices, simple joys - that is to say, life - and observing their souls gracefully collide, without giving a damn about the small-town gossip, made it clear to me something I've known for decades but I just wouldn't admit even to myself. Whether we're talking about love, family, career, it takes a lot of courage to be happy. And even when you're so brave to achieve happiness, it's not for free, it's not to be taken for granted and - most of all - it's not forever. So let's just enjoy what we have and try to make the most of it, as Addie and Louis did. And, if it worked for them, fingers crossed, it'll work for us as well.</div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-23268597296545386382018-02-16T15:16:00.001+01:002018-02-16T15:34:14.674+01:00Swimming<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-b3Moi1LPsoI/WobWkD4YKNI/AAAAAAAAEPc/vrJ42n6kHt0Dhxha0poO65qPleOCxNv7wCLcBGAs/s1600/IMG_1765.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-b3Moi1LPsoI/WobWkD4YKNI/AAAAAAAAEPc/vrJ42n6kHt0Dhxha0poO65qPleOCxNv7wCLcBGAs/s320/IMG_1765.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
What's going on is that basically I'm in a mood which could be easily classified as "straight out of Kafka's worst nightmares". To give you an idea of the extent of the distress I've been going through lately, just let me say that my acquaintances don't even have to ask me how I am (to which, as my students know, I would reply "a bit under the weather" even if I'm perfectly fine), they just start with "how a..." and then they go like "ouch, I'm sorry" and then in the blink of an eye, they're vanished. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anyway. No drama, no big tragedies, no tears and screaming, just routine biting hard, as someone would say. </div>
<div style="text-align: justify;">
So, what I know for certain is that I need to get my shit together. Not for me, as a matter of fact I couldn't care less, but for my husband and daughter at least. I still want to be their favourite rockstar after all. </div>
<div style="text-align: justify;">
The thing is I don't dig shrinks very much, I hate hangovers as much as I hate the idea of bothering my friends with the wandering thoughts of a slightly neurotic 35-yeard-old woman and am not a big fan of unrequested advice anyway so... what do I do?</div>
<div style="text-align: justify;">
Well, as a matter of fact I happen to be a huge fan of chlorine -not such a big fan of workout though, but you know, in wartime.. - so I go swimming. </div>
<div style="text-align: justify;">
And there I am, swimming my wild mood swings away, while muttering a song my daughter taught me ("Swimming swimming in the swimming pool, the days are hot, the days are cool in the swimming pool" and so on) and I realize my brain and heart might still be stuck between a rock and a hard place, but I'm totally nailing my 40th lap and my best front crawl, and my arms might be my weak point as I've been told once by someone, but my back and my legs are strong (as my bestfriend and I would joke during highschool, we both have got Maradona's calves), and so am I, and honestly guys I'm feeling a bit shocked and a lot relieved by how powerful I'm feeling underwater.</div>
<div style="text-align: justify;">
And then, on the lane next to mine, there comes this guy. He might be 25-26 years old, big muscular guy, and he's so obviously trying to challenge me. For a moment I think he must be kidding, but no he isn't. You, tender blossom of a man, you don't know the half of it. Yes, I'm talking to you, badass, with that athletic body, that big sculpted biceps (hey, I'm not going to deny that), you, with that bold smile and your perfect buttefly style, maybe you have time to work out every day, but I've already had to put up with many things in my life and I can tolerate being oxygen-deprived for 100 metres more, plus I'm in a very hormonal stage of my life so you might have the power of your own muscles, but I have my very own private reasons not to give up... </div>
<div style="text-align: justify;">
Ok well, this was the tone of my thoughts, the minute before the 25-year-old Ian Thorpe in the lane next to mine decided to speed up and overtook me, but then he got a bad leg cramp and had to get out of the water consequently while I went back to my normal speed without incurring in a triple bypass.</div>
<div style="text-align: justify;">
Life's unfair darling. Good news is you've got plenty of time to figure it out.</div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-38548390432360174082018-01-26T09:40:00.001+01:002018-01-26T09:40:14.384+01:00I'm backI'm back.<br />
<br />
I don't even know how to do this anymore, but I'm back. I've changed language, hairstyle, lifestyle, job, city, beliefs about life, the universe and everything.<br />
5 years since my last post. 5 years since my world has been turned upside down by the little psycopath I use to call my daughter.<br />
Thousands of tears, laughter, shoes bought, lullabies sung and nappies changed later, but the spirit is still there untamed (and God only knows nothing can tame the spirit like a nappy-change).<br />
I don't know how I survived motherhood. Because they're not going to award you the Nobel Peace Prize for screaming your wild toddler reasonable things like "darling, stop chasing the other kids with a knife!" or "Agata, please hon, scratching his eyes out like a racoon is not nice!". But the thing is they should, because it's hard work, and it's not for free. <br />
I really don't know how I survived motherhood. Actually, I don't know how all those great mothers out there survive motherhood but I guess everyone has to find their own way. <br />
So basically I'm here to tell you how I found mine. And believe me when I say I was not a "natural": I was (and sometimes still am) a catastrophe. And that's my greatest asset. SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-85213427741418476572013-11-05T12:49:00.000+01:002013-11-05T12:54:29.487+01:00Carezzine all'ego (?)<div style="text-align: justify;">
Per darvi l'idea di cosa sia stato il nostro ponte del primo novembre, dico solo che per scrivere il presente post, ho dovuto rimandare la stesura di un altro intitolato Il Cottolengo, che seguirà nell'arco delle prossime ore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dunque, se c'è una cosa che mi ha insegnato quest'anno di maternità, è a non essere schizzinosa. Lasciamo perdere le pratiche disgustose legate ai figli, intendo proprio a non far la difficile per quello che riguarda me stessa: basta ore davanti allo specchio, fine delle paranoie se non ho i capelli in ordine, se i vestiti non sono ben abbinati amen, insomma non che io sia mai stata una fighetta, ma ammetto che questa cosa dell'essere più sciolti mi piace parecchio e in un certo senso ha dato spazio al mio lato fricchettone e anticonformista messo a tacere da anni di aperitivi in centro e frequentazioni di presentazioni letterarie. Insomma, la maternità ti toglie gli orpelli in più: avete presente Michelangelo quando diceva che per fare una statua da un blocco di marmo gli bastava togliere il soverchio e sotto c'era già la forma nella sua essenza che premeva per essere liberata? Ecco, una specie. Voglio dire, quando sono venuta ad abitare nella estrema periferia sud di Bologna, in un quartiere di anziani e famiglie pieno di parchi e di poco altro, e magari prendevo l'autobus dal centro per venire qui, ero sempre sconvolta da come mutassero le facce sull'autobus man mano che ci allontanavamo dalle porte del centro storico. Ai giovani trendy si sostituivano le madri di ritorno dal lavoro, stanche struccate reali, poi gli extracomunitari con i figli piccoli, poi le signore anziane coi loro carrellini della spesa, e poi scendevano pure loro e rimanevamo solo io e l'autista a chiederci entrambi cosa cavolo ci facessi io lì. Ecco, ora diciamo pure che le signore anziane coi carrellini della spesa sono più trendy di me e il problema di non sentirmi più a mio agio non è più così tanto pressante. E questa tendenza la ritrovo pure nella mia percezione degli apprezzamenti da parte del sesso maschile. Oh, non che capitino tutti i giorni eh, è che nell'ultima settimana sarà che ho perso sei chili grazie a una gastroenterite che avrebbe cappottato un toro, sarà il volto emaciato da eroina romantica, ne ho subìti - e già il fatto che dica subìti la dice lunga - più d'uno. Ecco, il fatto è che nel pre-Agata, questo tipo di apprezzamenti mi avrebbero distrutto l'ego, che ve devo dì, in fatto di uomini c'ho sempre avuto il palato fino, dovreste vedere quant'è bello il mio consorte pure quando ha trentanove di febbre ed è avvinghiato alla tazza del wc in preda alla stessa gastroenterite che ha distrutto pure me. Cioè, insomma, nel pre-Agata lo standard maschile era decisamente più elevato. Adesso questo snobismo verso l'altro sesso non esiste più: i complimenti sono sempre ben accetti e fanno sempre un gran bene all'ego. Dico solo che negli ultimi giorni ho ricevuto apprezzamenti da: 1. l'infermiere nano del triage che mi ha vista in preda a un attacco d'orticaria l'altro ieri e non ha notato la fede al dito, 2. oggi dal sudamericano cinquantenne viveur con la coda (cioè, vi
rendete conto? LA CODA DI CAVALLO) del piano di sotto che è entrato con
me tenendomi aperto il portone perché avevo le buste, mi ha fatto cenno
di precederlo su per le scale e mi ha fissato il culo per due piani, e
poi poco prima di arrivare a casa sua, ha fatto un bel fischio di
apprezzamento. 3. il vecchietto di Up che in strada mi ha vista col passeggino e, dopo essersi complimentato con mia figlia, si è curvato un po', mi ha fissato le tette da dietro gli occhiali e mi ha detto, <i>bè d'altra parte con una mamma così beato tuo marito</i>, e poi ha scatarrato per terra, </div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma gente, son cose belle che t'aumentano l'autostima. Adesso scusatemi ma vi devo lasciare ché sono pronta a conquistare il reparto geriatrico del Sant'Orsola. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-77896849482968229952013-10-29T11:26:00.002+01:002013-10-29T11:43:49.812+01:00Kramer contro Kramer<div style="text-align: justify;">
Visto? Che avevo detto io? Oggi è un giorno no. Il sole se n'è andato, il mal di denti è restato, Agata non ha dormito e si è svegliata a intervalli di un'ora urlando. Non so se rendo l'idea di cosa può essere un risveglio ogni ora con una sirena spiegata nelle orecchie, comunque vi assicuro che è uno stress sufficiente per tre vite. La nottata era cominciata più o meno come al solito, cioè storta, con lei che si è addormentata alla tetta mentre io guardavo Kramer contro Kramer su Sky e già c'avevo l'empatia a mille per Meryl Streep che abbandona il figlioletto biondo (pure biondo, insomma, capite le analogie erano troppe perché non ci cascassi). Anzi, non ero solo genericamente empatica, proprio dentro di me sostenevo razionalmente il suo gesto con motivazioni lucidissime tipo, se io dopo tredici mesi di maternità sto così ai piedi di cristo, pensa quella poretta come doveva stare dopo 5-6 anni, ecc. ecc. Per spiegare un po' meglio la situazione psicologica in cui versavo, dirò solo questo: avete presente quando Dustin Hoffman dice al figlio (lo dice molto meglio di così, ma tra mezz'ora devo prendere La Pazza al nido e non c'ho tempo di cercare la citazione), no mamma non se n'è andata per colpa tua, è che io ho cercato di renderla una persona diversa da quella che è. Ecco, a quel punto lì, io stavo urlando <i>no brutto stronzetto biondo, è colpa <b>tua</b>, TU le hai succhiato la vita a quella povera crista</i>. Insomma, stavo compilando il manuale dei pensieri peggiori che una madre possa fare - un manuale di mille e mille pagine - e ancora non era successo niente (non aveva voluto mangiare, ok, ma questa è prassi), al che io e il papà della pazza, che ogni tanto ancora ci illudiamo di poter restare mezz'ora da soli a collassare sul divano, abbiamo la geniale idea: visto che dorme, mettiamola nel lettino! Bravi! Due geni. Comunque, mi alzo con lei in braccio, con delicatezza adatta a una principessa, a passettini minuscoli mi avvio verso la camera, l'appoggio nel lettino e - non facciamola lunga - tac! lei si sveglia urlando. Da allora è tutta un'escalation di delirio notturno: pianti, urla, rotolamenti vari, il papà spodestato nella cameretta che alle tre di notte si alza come uno zombie per venire ad assicurarsi che la pazza non urli perché la sto picchiando, ma perché semplicemente le girano e non vuole accettare che la notte si debba dormire, insomma mica la chiamo La Pazza senza motivo. Il tutto condito da una tosse gracchiante stile vecchio fumatore incallito che la sveglia (e mi sveglia), non appena si addormenta. E quest'è quanto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anzi no, stamattina al nido ho incrociato la mamma della bimba che fa l'inserimento con mia figlia che si lamentava perché Sua Figlia stanotte si è svegliata ben una volta per mangiare (un biberon da 200 ml di latte, una roba che mia figlia beve in tre giorni).</div>
<div style="text-align: justify;">
Vabè, ora è proprio tutto, vado a drogarmi di tachipirina che di questi tempi è il massimo di trasgressione che posso permettermi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-6519046469548783842013-10-28T20:03:00.002+01:002013-10-28T20:58:22.311+01:00<div style="text-align: justify;">
Oggi sì, va bene. Oggi che Lei si è svegliata, si è fatta lavare e vestire senza troppi strepiti, l'ho portata al nido e sganciata come un pacco bomba senza guardarmi indietro, poi di corsa verso l'auto parcheggiata sul marciapiede e via chiavi, accensione, marcia ingranata e via lontana dai mattoncini rossi del Laura Alpi verso un minuscolo tempo spazio tutto mio in cui lavorare, farmi bella (leggi: rendermi umana), sistemare casa, spazio tempo che proprio oggi con la sfiga che mi ritrovo, è stato dedicato a farmi una panoramica dopo che un devastante mal di denti mi ha portato in due giorni due volte al pronto soccorso solo per farmi dire che, se sei una fricchettona che allatta ancora nonostante la figlia abbia tredici mesi, devi soffrire, ché il toradol non è proprio proprio compatibile con l'allattamento. E poi riprenderla dal nido, sentire che è stata serena e si è divertita, e poi coccole, passeggiata in centro, e ritrovare la voglia di scrivere su questo blog dove ormai non passa più nessuno, e forse anche per quello. E insomma, oggi sì, va bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma è una giornata su sette, forse meno. Ok i bambini son bambini, ma non venite a dirmi sono tutti uguali. Ci sono quelli più facili e paciocconi, e quelli più difficili e irrequieti. Io ovviamente ho avuto la fortuna di una bambina che dire irrequieta e dir poco: magra come un chiodo e lunghissima, nervosa, non mangia, o, quel po' che mangia, lo fa col fare di chi elargisse un favore enorme a dei poveri cristi, e solo dopo una quantità di strepiti suoi (e nostri) tali da farle consumare tutte le (poche) calorie incamerate. Non dorme, se non nei momenti in cui non può dormire, tipo la mattina quando la devo portare al nido. E in quei pochi momenti, non vuole stare nel suo lettino ma nel lettone con me. Non esiste pisolino pomeridiano, da, fatemi pensare, da mai. L'unico pisolino che fa è in braccio a me o al povero cristo di suo padre. Odia i passeggini. Odia andare in macchina, quando tutti gli altri bambini si addormentano pacifici non appena sentono rumore di chiavi nel cruscotto. Odia le scarpine e le calze, che si strappa via dopo due secondi netti e la gente mi guarda come una mamm snaturata che porta in giro la figlia scalza a fine ottobre. Odia il ciuccio (rendiamoci conto, il ciuccio, cioè i genitori devono lottare per toglierlo, il fottuto ciuccio, e noi ancora a un anno e un mese speriamo che un giorno, a diciott'anni magari, lo prenda). Odia quando le dicono di fare ciao ciao, di dire mamma o papà a comando, anzi, di fare qualsiasi cosa a comando (diventa isterica, poretta, questo l'ha preso dalla mamma). Le piace: infilare i plasmon nelle prese elettriche, tirarsi addosso oggetti pesanti di qualsiasi tipo, mettersi in piedi vicino al water e pucciare il ciuccio nell'acqua dello scarico, aprire il rubinetto del bidet e bagnarsi di acqua gelida, strappare libri fuori catalogo della mamma e topolini da collezione del babbo, rigare il parquet con le chiavi di casa, gridare a squarciagola fino a farsi venire la tosse, infilarsi in bocca il mio spazzolino da denti, succhiare ogni singola energia della mamma e del papà, creare un firmamento di stelline plasmon sul pavimento o in alternativa sul muro, ingoiare pezzi di giornale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, capirete che il tempo per scrivere su questo blog scarseggia. Ma prometto soprattutto a me stessa che lo troverò, foss'altro per venire qui a lamentarmi di non aver avuto uno di quei figli paciocconi che esistono e io lo so, perché li ho visti coi miei occhi al nido dove va mia figlia, e se non mi credete, vi do l'indirizzo e andateveli a vedere perché sono uno spettacolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
PS Capirete che l'epoca dei titoli intelligenti, delle revisioni e delle cesellature dei post, delle citazioni musicali o letterarie è finita. Adesso è il momento della sopravvivenza, vediamo che posso fare.</div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-44375756181306829342013-06-18T13:08:00.000+01:002013-06-18T14:36:54.843+01:00WU mag - Luglio 2013: il grande giorno<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-4hJcvZtAcgg/UcBiZTUbIjI/AAAAAAAADDM/UzBZWeamuJ0/s1600/il-matrimonio-di-costanzo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-4hJcvZtAcgg/UcBiZTUbIjI/AAAAAAAADDM/UzBZWeamuJ0/s1600/il-matrimonio-di-costanzo.jpg" height="239" width="320" /></a></div>
Ho passato una vita a fare l'alternativa, poi, tutto d'un tratto, in un biennio, ho trovato l'uomo della mia vita, ci sono andata a convivere, dopo tre mesi abbiamo deciso di avere un bambino, abbiamo cambiato macchina con una molto più grande, è nata Agata che ora ha 9 mesi e le abbiamo preso una piscinetta gonfiabile per tenerla al fresco. Stiamo cercando una casa da comprare dopodiché the american way of life sinceramente ci fa un baffo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ah no, manca una cosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il matrimonio.</div>
<div style="text-align: justify;">
E quindi per non farci mancare niente, abbiamo deciso anche di sposarci il 20 settembre 2013, nel giorno del primo compleanno della pazza. Doveva essere niente di serio, non ci frega niente di un pezzo di carta e non lo faremmo nemmeno se le leggi in Italia fossero diverse: volevamo una cosa <i>easy</i> e alternativa proprio nel nostro stile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per questo stiamo organizzando una due giorni di festeggiamenti che movimenterà mezza Italia, portando parmigiani, milanesi, bolognesi, romagnoli ecc. in piena valle d'Itria per dei festeggiamenti che sono certa avranno la sobrietà e la compostezza del carnevale di Rio, proprio come si addice a uno sposalizio tra una barese e un leccese.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se ne parla <a href="http://www.wumagazine.com/archivio/sfoglia_13_39/sfoglia.html?pageNumber=12" target="_blank">qui</a>, sull'ultima uscita di Wu Magazine. </div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-27229393929820165292013-03-20T22:48:00.001+01:002013-03-20T22:48:13.459+01:006 mesi<div style="text-align: justify;">
Questo post è per Mammamsterdam. Per Mammamsterdam, in particolare, perché sa sempre suggerirmi prospettive rinfrancanti, ma anche per tutte le altre mamme che, per caso o per scelta, si trovassero a passare di qui. Ho una domanda per voi: quand'è che inizia ad andare meglio? Intendo, <i>davvero</i> meglio, non meglio per tre giorni in cui ci illudiamo che finalmente ci siano dei ritmi scanditi nella giornata, e poi ripiombiamo nella totale impossibilità di una programmazione. Non meglio del tipo, vedrai che con lo svezzamento la molla un po' la tetta e poi invece quella s'attacca ancora di più come una cozza sullo scoglio.</div>
<div style="text-align: justify;">
La bimba ha sei mesi oggi. Quando ne aveva due, mi dicevano, vedrai che andrà meglio a tre. A tre, vedrai che andrà meglio a quattro, a quattro, vabbè, avete capito. E manco posso lamentarmi, perché la piccola tiranna di notte dorme, e vedo altre donne devastate da figli che hanno scambiato il giorno per la notte. E allora com'è che sono le undici di sera, lei si è addormentata dopo una giornata di iperattività frenetica, e io e suo padre riusciamo a malapena a sollevare le gambe per metterle sul puf di fronte al divano, e io ho trent'anni e me ne sento trentamila?</div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-63469877114979189372013-02-07T12:58:00.002+01:002013-02-07T13:06:57.465+01:00140 giorni<div style="text-align: justify;">
Sono stravolta. Per fare un resoconto dei primi 140 giorni di vita della piccola A., bastano queste due parole. Quella che sto vivendo, è un'esperienza di maternità totale e totalizzante, nel senso che, non avendo parenti o amici stretti qui (fatta eccezione per la cara zia Bidi che ci ha salvato dal suicidio un paio di volte), la bambina ce la dobbiamo smazzare sempre noi. Lasciando perdere le pippe psicologiche sul come la maternità possa cambiare una donna, che è una cosa ovvia, anzi, quando qualcuno mi dice di trovarmi cambiata, mi verrebbe da dire dire, maddai, veramente? guarda che è una roba che levati, se ti passa un tir addosso è niente in confronto. Lasciando perdere pure gli aspetti affettivi, perché quella è la parte con cui me la cavo meglio, e grazie tante, come si fa a non amare alla follia una pallina bionda con gli occhioni blu che ti sorride estasiata. Al netto di tutto, rimangono gli aspetti pratico-logistici, e son loro che mi stravolgono. Ora, qualcosina in questi quattro mesi e mezzo, l'ho capita. Innanzitutto, quando si tratta di bambini, è inutile fare questioni di principio: la sopravvivenza (tua, e dell'infante) conta di più. Questo significa che nell'arco di pochissimo, ho infranto tutti i tabù che avevo prima di diventare madre: nel giro delle prime 48 ore l'ho fatta dormire con me (e non perché fossi una sostenitrice del <i>cosleeping</i>, maddeché, ero stremata e volevo solo dormire, e così potevo riuscirci), poi poco dopo, visto che il ciuccio non lo voleva e non faceva che strillare, ho iniziato a darle la tetta come ciuccio pur di farla stare buona, sperando di non trasformarla in una copia della mia cuginetta Sunofyork jr che, quando le fu tolta la ciucciotetta - in verità forse un po' troppo tardi, ricordo che mangiava già le bistecche - per addormentarsi aveva escogitato un metodo ingegnoso: sbattere istericamente la testa contro la testiera del letto finché non crollava svenuta - e adesso, lo ammetto con un po' di vergogna, ogni tanto mi capita di lasciarla 5-10 minuti davanti a quei dannati teletubbies (ma quant'è inquietante il bambino nel sole?). Altra cosa ovvia che ho capito è che, con un bambino, ciò che conta per poter avere una vita "normale", è l'organizzazione. Niente va lasciato al caso, tutto va accuratamente pianificato. E lo sa bene la sottoscritta, la regina dell'improvvisazione, quella delle cose fatte alla cazzo, che fino a cinque mesi fa, si svegliava la mattina e decideva lì per lì cosa fare della giornata. Non che il padre, checché lui ne dica, sia troppo diverso da me. Credo che scambi "efficiente pianificatore" (cosa che ritiene di essere) con "nevrotico esagitato": è capace, per ottimizzare i tempi, di studiare ore un percorso su google maps, e di studiarlo così a lungo e nel dettaglio, che poi partiamo sempre all'ultimo secondo e arriviamo alla meta in ritardo e trafelati. No, con un bimbo piccolo è impossibile: bisogna muoversi sempre in anticipo per arrivare non troppo in ritardo, e anche così, non basta, ci sono altre variabili. Oggi volevo compiere il semplice gesto di vedermi in un punto d'incontro con altre mamme con bimbi piccoli, l'auto n.1 ha la batteria scarica, l'auto n.2 non so ancora guidarla ed ha un delirante sistema di chiavi e chiavette per farla partire. Mi deprimo, poi nonostante la nana famelica si sia svegliata quattro volte stanotte per mangiare mi dico, no, posso farcela ad arrivare in questo punto della città che, quando ero single e abitavo in via broccaindosso, per me manco esisteva e adesso che faccio vita di periferia, è dietro l'angolo. Allora mi armo di tutta l'energia di cui dispongo, mi vesto, mi trucco in modo da non sembrare una profuga, vesto anche mia figlia che nel giro di un secondo è ricoperta di bava. Premetto che abito al terzo piano senz'ascensore, quindi ogni uscita dev'essere studiata in modo che Paperoga porti giù il passeggino prima di andare al lavoro, cosa che oggi effettivamente ha fatto. Scendo le scale con lei abbarbicata addosso che ormai pesa un quintale e mezzo e si dimena come una tarantolata, la piazzo nel passeggino, e mi accingo a prendere i due autobus che mi servono per arrivare a destinazione. Scendo dal primo autobus e ovviamente inizia a diluviare. Sono senza ombrello, già in ultraritardo, con un umore più plumbeo del cielo di Bologna, quindi riprendo l'autobus e me ne torno a casa. Intanto per fare tutta quest'arte dei pazzi, ci son volute tre ore, apro la porta di casa e lei inizia a strillare per la fame. Mangia, si addormenta, il tempo di piazzarla nella culla e fare i piatti di ieri sera e lei è sveglia e miracolosamente carica di nuove energie, vuole giocare, essere intrattenuta con i librini morbidi e i sonaglini, le apine no, perché non c'è la mamma a farle muovere e allora che gusto c'è. Cerco di vedere se gioca da sola ma inizia a fare quell'adorabile broncino quindi cedo. Poco dopo mi arriva una mail di un'amica che ha visto le foto di dropbox e mi dice che la piccola è troppo bella, che son stata brava e devo sbrigarmi a farne un altro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho un tic al sopracciglio che ve lo vorrei far vedere.</div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-53708726568956968622013-01-01T00:00:00.000+01:002013-01-01T00:00:10.234+01:00<div style="text-align: justify;">
Mezzanotte, di là si brinda, e già mia figlia dorme di quel sonno pieno e satollo che questi giorni in terra pugliese le hanno regalato. I suoi primi tre mesi ormai alle spalle, e una infinità di altri capodanni da vivere, coi nonni, gli zii, il suo bellissimo cuginetto, con quelli che saranno i suoi amici e futuri fidanzati (perché, caro papà, rassgnati - se ha preso dalla mamma, ne avrà di fidanzati prima di capitolare). </div>
<div style="text-align: justify;">
Dormi ora, piccola A., finché ancora conservi qualcosa della neonata che eri, il faccino tondo da piccola mela, capelli come le piumette di un uccellino e il profumo di biscotto, che poi la tua vita sarà troppo piena di piccole meraviglie da guardare con gli occhi blu sgranati e anime belle a cui regalare sorrisi sdentati, e voglia di dormire ne avrai poca. </div>
<div style="text-align: justify;">
E così si chiude questo 2012, il mio trentesimo anno di vita e di certo il più bello di tutti, l'anno in cui ti ho vista per la prima volta e tuo padre ti ha preso in braccio per la prima volta, facendomi innamorare di lui per la centesima. Si chiude così, con noi che ti guardiamo mentre dormi, e con un noi che non è più un due, ma un tre.</div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-29768262312797442052012-10-18T08:43:00.000+01:002012-10-18T08:43:01.291+01:00WU Magazine - Ottobre 2012<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Ao0gAVN4N-4/UH-va-trHZI/AAAAAAAAC9Q/MEq7Ur5WH9c/s1600/dr-house-medical-division.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="http://1.bp.blogspot.com/-Ao0gAVN4N-4/UH-va-trHZI/AAAAAAAAC9Q/MEq7Ur5WH9c/s320/dr-house-medical-division.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Bene bene, l'autunno è arrivato, e con esso anche mia figlia e un bel raffreddore di stagione. Entrambi doni di Paperoga, che ringrazio tanto (almeno per il primo) e che, nelle sue manie igieniste, ha vietato a se stesso e alla sottoscritta i baci e le effusioni verso la piccola per evitare il contagio e ha fatto incetta di gel disinfettante per le mani e per poco anche di mascherine da indossare mentre allattavo, pericolo scampato solo grazie alle mie rimostranze.</div>
<div style="text-align: justify;">
(voglio ricordare che molte delle bizzarrie dell'amico K. derivano dal trauma infertogli da suo padre il quale, quando l'amico K. era neonato, faceva indossare mascherine a quanti lo andavano a trovare per paura che lo contaminassero, cosa che, dopo dieci anni di psicanalisi, è emersa dal suo inconscio più profondo con l'icastica ammissione "le prime persone di cui ho memoria, sono dei mostri senza volto").</div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque, oltre ad aver causato un paio di notevoli traumi affettivi a nostra figlia di solo due settimane di vita, il raffreddore ci ha dato la possibilità di testare il nostro nuovo medico di famiglia, arrivato dopo una sfilza di individui inetti e pericolosi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se ne parla <a href="http://www.wumagazine.com/archivio/sfoglia_12_32/sfoglia.html?pageNumber=14" target="_blank">qui</a>, sull'uscita novembrina di WU Magazine.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di mia figlia, invece, non mi riesce di parlarne. Forse ci riuscirò quando smetterò di osservarla ad occhi sgranati per la meraviglia.</div>
SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-30117695953454195032012-09-17T14:26:00.000+01:002012-09-17T14:26:11.393+01:00Cry baby - WU magazine settembre 2012<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Y3419S1TwiM/UFcirUjc69I/AAAAAAAAC7Y/EmUrSot1-E4/s1600/greenberg-end-times-1c.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-Y3419S1TwiM/UFcirUjc69I/AAAAAAAAC7Y/EmUrSot1-E4/s320/greenberg-end-times-1c.jpg" width="267" /></a></div><div style="text-align: justify;">Ebbene, come vi ho detto, questi nove mesi ormai agli sgoccioli, sono serviti a me e al papà di A. principalmente a farci una cultura teorica sull'universo - bimbo.</div><div style="text-align: justify;">Quello che abbiamo appreso, al netto di tutte le teorie bislacche e di tutte le concettualizzazioni idealistiche dell'universo-bimbo, è che essere genitori è soprattutto una grande lezione di concretezza, e dio solo sa se non ne abbiamo un gran bisogno.</div><div style="text-align: justify;">Poche costruzioni mentali, ancor meno idealizzazioni e agire con serenità e buon senso.</div><div style="text-align: justify;">La serenità e il buon senso che sicuramente ci mancheranno tra 4 giorni.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Per questo ho scritto un bignami delle nozioni apprese sui libri in questi nove mesi e l'ho pubblicato <a href="http://www.wumagazine.com/archivio/sfoglia_12_31/sfoglia.html?pageNumber=14" target="_blank">qui</a>, sull'uscita settembrina di WU Magazine, per rendere un servizio utile a tutti ma in primis a noi due quando, sommersi di pannolini e tutine sporche e schiavizzati da una neonata urlante che cerca di dettar legge sulle nostre vite, avremo bisogno di un compendio cartaceo su cui sbattere le teste.</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-25336715929594510352012-09-14T18:47:00.000+01:002012-09-14T18:47:40.620+01:00master of puppets<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-89EwCi4wVds/UFNpzWlF-bI/AAAAAAAAC7I/RwfAQFfRiTw/s1600/big_la_bambola_assassina2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="http://1.bp.blogspot.com/-89EwCi4wVds/UFNpzWlF-bI/AAAAAAAAC7I/RwfAQFfRiTw/s320/big_la_bambola_assassina2.jpg" width="320" /></a></div><i>Cara D.</i><br />
<div style="text-align: justify;"><i>come stai? Qui tutto bene a parte un po' di insonnia, per il resto siamo agli sgoccioli. Senti, non prendermi per matta se ti scrivo per farti una richiesta un po' stramba ma so che se c'è qualcuno che può avere ciò che fa al caso mio, sei tu. Ma che per caso tu ce l'avresti un vecchio cicciobello tra le cose che la Piera raccoglie per beneficienza? Non importa che sia mal messo. Va bene anche se gli manca un occhio o proprio la faccia. </i></div><div style="text-align: justify;"><i>Non chiedermi perché mi serve, non vuoi saperlo davvero.</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Baci,</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Sun</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Detto fatto, la cara D. mi ha preso in parola e, complici le inestinguibili risorse della madre, si è presentata ieri sera a casa nostra con due cicciobello, più un terzo pervenutoci da altre fonti, per un totale di non uno, non due ma ben tre cicciobello da me presto soprannominati per la loro inguardabile bruttezza, il Guercio, lo Sfregiato, il Monco, e in grado di coprire ogni tipologia di neonato: prematuro, normale e macrosomico. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">A questo punto, cara D., credo che il tuo mirabile impegno meriti una spiegazione.</div><div style="text-align: justify;">Come ben sai, il <a href="http://paperogaedintorni.wordpress.com/2012/09/14/linsetto-stecco-e-la-rana-approcci-teorici-a-problemi-pratici/" target="_blank">futuro padre</a> di A. è uomo sensibile, premuroso, acuto. Così acuto da essere perfettamente consapevole di poter discettare per ore della teoria del diritto di Kelsen ma di essere afflitto da un pressoché totale deficit di manualità. Ne è la riprova, il tragico episodio del montaggio della expedit del soggiorno con lui che scagliava martellate alla rinfusa in un delirio parossistico di oscenità e bestemmie irripetibili (giuro, ancora oggi guarda la mia amata libreria in cagnesco). D'altra parte, basta guardargli le mani, lisce, minute, delicate, con le unghie corte e curate come quelle di un papa. Le tipiche mani, insomma, di chi nella vita <strike>non ha mai fatto un c...o</strike>, ha sviluppato principalmente <strike>le proprie abilità a football manager</strike> il proprio lato teorico.</div><div style="text-align: justify;">Lo stesso lato idealistico-teorico che ci ha spinto ad acquistare dei complicatissimi pannolini lavabili per svariate centinaia di euro per alleggerire il nostro impatto ambientale. Ebbene, l'ansia per la salute del pianeta, unita all'ansia che lui possa lussare le anche a nostra figlia al primo cambio di pannolino, ci ha spinto a formularti la bislacca richiesta, dopo aver girato per giorni in centri centri commerciali e dopo che <b>lui </b>ha scartato l'acquisto di bambolotti nuovi (<i>49 euro un cicciobello? ma siamo matti?</i>) e <b>io </b>quello di pelouche di Kermit la rana con la maglia della Juve e di Ugo la talpa in maglia interista (<i>non posso spiegarti perché una rana non va bene per simulare un bebè ma, credimi, ci sono notevoli differenze</i>).<i> </i></div><div style="text-align: justify;">Capisci quindi bene quanto grande sia la mia riconoscenza. Trascorreremo l'intero weekend a fare le prove, sperando che non ritenga necessario staccare entrambe le gambe ai pupazzi per mettere un pannolino.</div><div style="text-align: justify;">Ti terrò aggiornata,</div><div style="text-align: justify;">Sun.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-25127203566509417792012-09-14T07:49:00.012+01:002012-09-14T12:09:17.911+01:00Soon after midnight<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-G6hJXZjSSw0/UFLR7kGVn2I/AAAAAAAAC64/9-5pTSrETvM/s1600/a+letto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="http://4.bp.blogspot.com/-G6hJXZjSSw0/UFLR7kGVn2I/AAAAAAAAC64/9-5pTSrETvM/s320/a+letto.jpg" width="320" /></a></div>Ora, tra i tanti piccoli e grandi fastidi che i nove mesi di gravidanza possono regalare a una donna, ce n'è uno di cui io e tutti quelli che mi conoscono non pensavamo proprio avrei sofferto, e cioè l'insonnia (il tunnel carpale della gravida sì, ma l'insonnia proprio no). Voglio dire, io sono sempre stata una professionista del sonno estremamente metodica, non una di quelle che fanno le tre di notte il venerdì e poi si svegliano a ora di pranzo, che quello siamo buoni tutti - nossignore, io non ammetto proprio di fare le tre di notte, per me restare sveglia dopo la mezzanotte durante le uscite serali con gli amici è sempre stato uno strazio disumano, e non perché ho sempre avuto amici noiosi (anche se ora che ci penso...) ma perché il mio organismo si mette in modalità papalina e babbucce e non vuole più saperne di interagire con chicchessia. Persino a Capodanno aspetto come una liberazione il brindisi di mezzanotte perché così posso andarmene liberamente a dormire. Superata la soglia dell'una di notte, il sonno mi passa completamente e io mi ritrovo ad arrampicarmi sui muri come quei bambini troppo stanchi e ipereccitati per riuscire ad addormentarsi, cosa che va avanti praticamente fino al mio collasso nervoso. Per questo motivo, ho sempre cercato di dormire almeno sei ore ogni notte, sei ore piene e senza risvegli di nessun tipo, che come per magia, dall'inizio della gravidanza, si erano trasformate in nove ore notturne più un paio di ore di pennica pomeridiana. Insomma, una favola. <a href="http://paperogaedintorni.wordpress.com/" target="_blank">Paperoga</a> non so più quante volte ha dovuto svegliarmi al cinema perché stavo ronfando sui titoli di coda e scorazzarmi addormentata in giro per l'Emilia di ritorno da cene a Parma o Reggio. Di contro, lui, da buon insonne, non poteva certo venire a dormire con me alle dieci di sera, quindi, liquidatami con un bel bacio della buonanotte, rimaneva spanzato in divano affaccendato in chissà quali affascinanti attività (football manager sul mac mentre in tv danno il tennis? chat di argomento calcistico col fratello mentre si spara un documentario sui ghepardi su Nat Geo Wild?) per poi raggiungermi non prima dell'una di notte, espletare il suo rituale di addormentamento (leggere Topolino) e finalmente mettere a riposo quella capa iperattiva fino alle sette del mattino successivo. Il tutto mentre io dormivo un sonno così profondo da non accorgermi nemmeno delle sue imprecazioni se russavo troppo.</div><div style="text-align: justify;">Poi è arrivato il nono mese, con il suo portato di vescica iperattiva e un numero di risvegli notturni mai inferiore alle tre/quattro volte. L'ultima delle quali, attorno alle 3.30 di notte, mi è ormai da quindici giorni a questa parte, fatale - mentre normalmente la trafila che seguo è questa: alla mia coscienza affiora quel tanto che basta a non svegliarmi il bisogno di dover andare in bagno, realizzo di avere entrambe le mani addormentate per via del tunnel carpale della donna gravida quindi mi crogiolo in pensieri illogicamente angoscianti del tipo <i>che</i> <i>ne sarà della mia carriera da pianista </i>(ma quale diavolo di carriera da pianista?)<i> e della mia esecuzione del Rach 3 </i>(eh????) <i>se ora me le spezzo perché non le sento e faccio un movimento troppo brusco nel tentativo di risvegliarle e afferrare l'iPhone (Paperoga non riesce a dormire se non nel buio quasi totale) per illuminarmi la via</i> verso <i>il bagno? La storia della musica sarà segnata per sempre se non potrò raccogliere il testimone di Horowitz?</i>, afferro l'iPhone, lo faccio cadere, smannaggio, lo raccolgo sbattendo la testa al comodino, arrivo in bagno, faccio quello che devo fare e torno a letto, il tutto senza essermi mai svegliata completamente.</div><div style="text-align: justify;">Adesso tutto ciò non avviene più. Alle 3.30 gli occhi mi si aprono come due saracinesche spalancate su un nuovo giorno e in testa ho tutta la lucidità che avrei in qualsiasi momento della giornata (scarsa, dunque, ma sempre di più di quanta ne abbia di notte). Si tratta di una lucidità strana e resa vagamente nevrotica dalla vana permanenza a letto. Il risultato è che alle quattro, dopo essermi girata e rigirata mille volte infastidendo il papero, dopo avergli solleticato il naso con una ciocca di capelli e tirato qualche calcetto nella speranza di svegliarlo, sono in piedi e vago per la casa con un umore tra l'isterico, l'esaltato e il piagnucolone, preparandomi tisane calmanti, navigando sui forum in internet in cerca di cure omeopatiche per l'insonnia, spazzando pavimenti e riordinando scaffali, terminando romanzi su romanzi di Bufalino, Eugenides, Fante e innervosendomi ancora di più perché so già che l'indomani, quando mi lamenterò perché non ho dormito, chiunque -soprattutto gente coi figli- mi dirà ghignando la stessa profetica (ma comunque odiosissima) frase: <i>bene, preparati, perché tra una settimana esatta sarà molto peggio di così</i>.<br />
E quindi rosico, mi innervosisco e mi sveglio ancora di più, giocandomi l'ultima chance di riaddormentarmi, ed è così, riversa sulla Poang, coi capelli dritti in testa, le occhiaie nere da tossica, più incarognita di Svevo Bandini e con la voce a pezzi dell'ultimo Dylan, che mi trova Paperoga al suo risveglio, ed è così che resto tutta la giornata. E poi ho pure il coraggio di chiedermi com'è che il poveretto non vuole venire a letto la sera? </div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-40277343384776127092012-09-08T07:08:00.013+01:002012-09-08T09:27:31.799+01:00Feet on the ground, head in the sky<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-h2t-S_7r9N8/UEryV4ibaCI/AAAAAAAAC6o/_8ffgm5j11A/s1600/2919350541_f359c018dd_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-h2t-S_7r9N8/UEryV4ibaCI/AAAAAAAAC6o/_8ffgm5j11A/s320/2919350541_f359c018dd_o.jpg" width="320" /></a></div>Alla fine pare che siamo tornati dalle lunghe ferie pugliesi, dalle giornate trascorse a fare il morto nelle acque cristalline dello Ionio con il pancione finalmente privo di peso, dalle cene con gli amici di sempre nei paesini caposseliani del Capo. Siamo di nuovo a Bologna, a testimoniarlo il kit di venti pannolini acquistati in uno slancio ecologista e messi ad asciugare sullo stendino in attesa di iniziare ad essere utilizzati tra meno di due settimane, e le innumerevoli tutine accuratamente riposte nella cassettiera foderata di carta colorata.</div><div style="text-align: justify;">A. sta arrivando e, dico io, ma non era ieri fine luglio, qualche giorno prima della partenza, quando io e il suo <a href="http://paperogaedintorni.wordpress.com/" target="_blank">papà </a>ci lanciavamo boccheggianti sul divano dopo cena, in una Bologna resa ostile dall'afa, ci guardavamo negli occhi e ci giuravamo con una certa trepidazione che per le successive settimane non avremmo alzato un dito e ci saremmo lasciati trattare da figli un po' viziati e cresciutelli dai nostri genitori? Non avevamo fatto il fioretto di avere come massima fonte di stress per il mese di agosto la scelta della spiaggia salentina con l'acqua più limpida in base ai venti della giornata (tramontana si va sullo Ionio, scirocco si sta sull'Adriatico)? E allora come diavolo è che adesso ci troviamo di nuovo a Bologna a discutere con una commessa della validità del Tripp Trapp di Stokke o con un'anestesista dei benefici di una spinale vs generale?</div><div style="text-align: justify;">A. sta arrivando, mancano meno di quindici giorni, come mi ricorda il countdown della mia migliore amica, e noi abbiamo già letto tutto quello che c'è da leggere sull'allattamento, lo svezzamento, l'addormentamento e la riduzione dell'impatto ambientale dei pannolini (sì, ci siamo fissati sull'argomento, ma sono pronta a scommettere che nel giro di un mese avremo lanciato dalla finestra le pie illusioni e riterremo giusto e sacrosanto se non auspicabile, il fatto che il mondo sprofondi sotto le tonnellate di pannolini di nostra figlia) ma in compenso il mio borsone per l'ospedale non è ancora pronto e chissà se lo sarà mai, o se lo sarò mai io, o se gli innumerevoli scatoloni in cantina prenderanno finalmente la forma di una carrozzina, di un fasciatoio, di una bilancia pesa bambini e di un seggiolone verde mela che non c'entra nulla con l'arredamento della casa ma resta comunque indiscutibilmente figo.</div><div style="text-align: justify;">A. sta arrivando e io posso immaginarmela quanto voglio, ma le uniche cose che so di lei sono che per motivi scientifici che scomodano personaggi come Mendel e termini come <i>genotipo</i>, <i>omozigote</i>, <i>recessivo</i>, avrà per forza gli occhi azzurri cone noi due, che è già una spilungona pazzesca come la mamma e una pigrona come il papà e si rifiuta di fare la benedetta capriola, che con la sua sola collezione di vestitini per i primi sei mesi ci ha già obbligati a dimezzare il nostro guardaroba per far spazio al suo, che scalcia fortissimo quando ascoltiamo i Beatles e che sarà accolta da un amore sconsiderato non solo da noi due, ma da una quantità di persone tale da far pensare che di questa A. potremmo non sapere nulla, ma avremmo comunque la certezza che sarà una bambina molto, molto fortunata.</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-33227295296908229292012-07-30T08:58:00.010+01:002012-07-30T12:44:43.168+01:00we asked for signs, signs were sent<div style="text-align: justify;">Troppo tempo senza mettere mano a questo blog. Senz'altro l'amico K. aveva ragione: niente di geniale è mai stato detto o scritto o prodotto da gente felice. Ve lo immaginate voi un P. Roth perfettamente pacificato con se stesso o un Tom Waits cui all'improvviso vengano strappati rimpianti, emarginazione e strazio dalle corde vocali? La felicità toglie mordente e capacità di analisi per proiettarti in un altrove fatto di parole dette a bassa voce, piccoli gesti sorridenti, sguardi cristallini e attese sempre più brevi (per fortuna, ché se la felicità è tanta, altrettanta è la ritensione di liquidi quando ti ritrovi ad agosto all'ottavo mese).</div><div style="text-align: justify;">E in tutto questo, ripenso al 1° settembre del 2010, al concerto di Leonard Cohen in Piazza Santa Croce a Firenze con l'amico K., a come all'epoca si fosse entrambi disperati e in balia di eventi che eravamo inadatti a gestire. A come un ciclo di vita disseminato di segni e crepe e destinato a durare un biennio sia iniziato quella sera sulle profetiche parole di <a href="http://www.youtube.com/watch?v=E7dLbbXTctU" target="_blank">Anthem</a>, <i>there is a crack, a crack in everything, that's how the light gets in</i>, e si chiuderà questo settembre con una bimba che ci farà rinunciare a un altro concerto tanto atteso, ma getterà una luce nuova sulle nostre vite.</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-26887397333547656602012-05-16T12:04:00.006+01:002012-05-16T12:08:04.417+01:00Copie conformi - Wu Magazine, mese di Maggio 2012<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-FCuEfVW8A64/T7OGrIi44xI/AAAAAAAACMo/9V-BqcUZCCw/s1600/P4280001.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-FCuEfVW8A64/T7OGrIi44xI/AAAAAAAACMo/9V-BqcUZCCw/s320/P4280001.JPG" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Questo accanto è il disegno fatto dalla mia amata cuginetta Sunofyork jr per illustrare il verso del Padre Nostro che dice "Sia fatta la tua volontà". I due spilungoni un po' bruttini sarebbero i miei genitori, i due biondi bassini saremmo io e Paperoga. Ora, posto che pagherei per avere ancora un punto vita quando invece l'avvicinarsi di questo sesto mese mi ha regalato un discreto cocomero sulla pancia, unico punto in cui in vita mia mai avevo avuto problemi di rotondità, mi pare evidente che la pazza settenne mia omonima stia elaborando a modo suo la notizia che la sua adorata cugina maggiore avrà una bambina e che l'esito di questa riflessione sia che la volontà divina si esplichi in questo: che i più grandi abbiano dei figli, e che questi figli crescano e a loro volta procreino (e che il tutto avvenga in un profluvio di cuoricini). Resta però come un monolite, nella <i>weltanshauung</i> della settenne, la convinzione che i genitori restino sempre genitori e i figli sempre figli e, per quanto possano crescere e diventare degli adulti a tutti i gli effetti, comunque rimangano più bassi (e quindi più piccoli) dei loro genitori.</div><div style="text-align: justify;">Ora, la mia impressione è che questa idea non sia un monolite solo nella weltanshauung dell'esagitata bambina, ma anche in quella dei miei genitori (e nei genitori di chiunque): i figli restano figli, anche se diventano genitori. Un po' cresciutelli, ma comunque mai si affrancheranno del tutto da quel ruolo.</div><div style="text-align: justify;">Se ne parla <a href="http://www.wumagazine.com/archivio/sfoglia_12_28/sfoglia.html?pageNumber=14" target="_blank">qui</a>, sull'uscita di maggio di WU Magazine, in un post combinato con quello di <a href="http://comediventareilmiocane.blogspot.it/">Chinaski77.</a> </div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-92196659331195390532012-04-19T17:29:00.008+01:002012-04-19T19:06:50.041+01:00sinistri<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-4vEWM8ryv2k/T5A3OxYXbDI/AAAAAAAACMc/eWLVal85sBk/s1600/anklebiter-highheels.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="http://4.bp.blogspot.com/-4vEWM8ryv2k/T5A3OxYXbDI/AAAAAAAACMc/eWLVal85sBk/s320/anklebiter-highheels.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Non so se l'avevo detto in passato, comunque circa un anno fa ero in Liguria e ho avuto un piccolo sinistro stradale. Niente di troppo grave: un tipo col macchinone non mi ha vista e mi è passato sul piede, schiacciandomi dio solo sa che cosa e regalandomi danni che permangono tutt'ora, da una caviglia più gonfia dell'altra a una ridotta mobilità e un po' di indolenzimento fino a una presupposta lesione dei legamenti. Ovviamente è partita la solita storia infinita di avvocati, assicurazioni e medici legali, che ora sta finalmente volgendo al termine. Dunque, siccome la gravidanza non bastava a procurarmi esami del sangue, visite mediche, ecografie, ravanamenti vari e una serie pressoché inestinguibile di spese, ci si è messa di mezzo pure la perizia del medico legale di parte, incaricato di relazionare sui danni arrecati alla sottoscritta. La cosa è andata più o meno così: il medico legge i referti di pronto soccorso, radiologo, specialista, ecc. Copiaincolla il tutto in un modulo preformato aggiungendo i miei dati personali. Mi misura la caviglia più gonfia con un metro da sarta e constata che oggettivamente c'è un danno. E poi inizia il bello.</div><div style="text-align: justify;">Medico: "per la perizia fanno 250 euro".</div><div style="text-align: justify;">Io (non ho ancora ben realizzato cosa sta succedendo): "e la perizia quand'è?"</div><div style="text-align: justify;">Medico: "la perizia è questa. Non si immaginava il costo?"</div><div style="text-align: justify;">Io (sinceramente sconcertata): "no, mi creda, non potevo proprio immaginarlo".</div><div style="text-align: justify;">Medico: "bè, sa, noi sulla fattura ci paghiamo l'iva"</div><div style="text-align: justify;">(ma va? te l'ho anche detto, sono una libera professionista anche io, so che sulle fatture si versa l'iva, è che per una roba durata 5 minuti netti credevo non si spendesse più di 100 euro, ad essere pessimisti).</div><div style="text-align: justify;">Io: (ormai ho perso ogni grazia di dio, dignità, sono nel panico più totale e non me ne frega più un cazzo di chi ho davanti, potrebbe esserci un galeotto, mandela, madre teresa di calcutta, potrebbero amputarmi la caviglia, non me ne sbatte niente, voglio solo piangere e imprecare e poi essere stroncata da un embolo) "capisco, il problema è che non ho sufficienti contanti con me, mi lasci chiamare un attimo il mio compagno".</div><div style="text-align: justify;">Chiamo Paperoga -<a href="http://paperogaedintorni.wordpress.com/2012/04/19/la-ballata-della-vescica-gonfia/" target="_blank">che nel frattempo si sta facendo esplodere la vescica</a>- e scandendo ad alta voce davanti al medico gli chiedo "senti, c'hai 100 euro?"</div><div style="text-align: justify;">Paperoga: "no, perché?"</div><div style="text-align: justify;">Io (allibita e nevrotica): "no perché qua la perizia costa 250 euro e io con me ne ho 150"</div><div style="text-align: justify;">(che diamine pensava, che me li volessi fumare insieme al medico legale?)</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Comunque. Viene fuori che sotto c'è un bancomat. "Torno subito, mi scusi". Mi affretto giù per le scale, pestando i piedi come un'indemoniata, livida in volto e sacramentando come uno scaricatore di porto (l'immagine standard della donna incinta, insomma): non risparmio nessuno, i santi, l'avvocato, quello che mi ha schiacciato i legamenti. Non sono manco più una donna, a quel punto, ma un coacervo di rabbia inespressa, quando, alla girata delle scale, incrocio un condomino del palazzo dove il medico legale ha il suo esosissimo studio. Mi ricompongo, gli sorrido e gli dico "buonasera", ma è inutile: mi ha sentito gastemare da tre piani e si paralizza terrorizzato, guardandomi come si guarda qualcuno affetto da sindrome bipolare. Lo supero incurante, esco dal palazzo, vorrei schiaffeggiare Paperoga se non fosse che vedo che anche lui è terrorizzato e mi freno, vado al bancomat e prelevo i fottuti 100 euro che mi mancavano. Premetto che altri 150 ne avevo prelevati prima di andare dal medico, e avevo avuto dal bancomat 5 banconote da 20 euro e 5 da 10. La faccio breve: il bancomat mi dà altre 10 banconote da 10 euro. Non so se ridere o piangere, quindi appallottolo ben bene i soldi e li schiaffo a forza nel portafogli come la nevrotica che sono, ritorno dal medico, provo a contarli ma il nervoso per quelle 250 piccole ingiustizie da un euro subite, mi fa tremare le mani, quindi glieli allungo sulla scrivania: è un malloppone enorme di banconote manco fossi un benzinaio, ma me ne fotto.</div><div style="text-align: justify;">"Dottoressa, se li conti lei che è meglio".</div><div style="text-align: justify;">Lei conta, son giusti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Torno giù come una furia e trovo un Paperoga sempre più preoccupato per la mia salute mentale. In macchina non riesco a non pensare che con quei soldi, altroché sdraietta per the baby ci compravamo. Gli compravamo un seggiolone stokke coi controcazzi, e invece cazzi e basta.</div><div style="text-align: justify;">Poi penso che comunque è un lavoro anche quello del medico che mi ha visitata, è il suo lavoro e io devo rispettarlo, e magari non è che ogni giorno in 5 minuti si fotta 250 euro. Magari siamo simili, due liberi professionisti che devono versare l'iva e fare fattura per il loro onesto lavoro. Mi aggrappo a questo pensiero, ho bisogno di crederci.</div><div style="text-align: justify;">Prendo in mano la fattura. E' la numero 120. Mi faccio due conti, io sono più o meno alla 15 da inizio 2012, e non è che le mie abbiano un importo esorbitante. No, direi proprio che non siamo simili.</div><div style="text-align: justify;">Ma a quel punto ormai sia io che Paperoga siamo in preda a una risata isterica al pensiero di me che lancio i soldi appallottolati sulla scrivania del medico e poi fuggo, e la risata dura più o meno da Reggio a Bologna, e passa tutto.</div><div style="text-align: justify;">(e soprattutto l'assicurazione rimborsa anche la fattura del medico legale, sennò col cacchio che passava tutto).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-29960393602659706442012-04-12T10:04:00.001+01:002012-04-12T10:11:55.506+01:001+1=3, Wu Magazine - Aprile 2012<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-bp8--o3EIeY/T4aHa8glmlI/AAAAAAAACLw/hLFdsAM1LM8/s1600/shut+up.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="http://1.bp.blogspot.com/-bp8--o3EIeY/T4aHa8glmlI/AAAAAAAACLw/hLFdsAM1LM8/s320/shut+up.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Di questi primi quattro mesi di gravidanza, non c'è molto da dire. Sono felice, nonostante lo spritz, il sushi e il pastis mi manchino enormemente, nonostante il sonno perenne mi renda impossibile avere una vita sociale degna di questo nome o anche solo vedermi un film completo con il futuro papà, nonostante la pancia stia facendo la timida impedendomi di godere dei sacri diritti di ogni gestante: il benedetto posto sull'autobus ed essere venerata stile Venere di Willendorf, nonostante l'odore di amuchina aleggi in questa casa grazie alle smanie anti-toxoplasmosmi di Paperoga, nonostante piuttosto che comprare gli orridi vestiti premaman, preferirei indossare un sacco di juta con buchi per braccia e gambe, nonostante la voglia di prendere a calci quelli che dicono che le donne incinta "hanno una luce diversa" e quelli che si improvvisano ostetrici/ginecologi/puericultori dispensando consigli illuminanti del tipo "dormi ora ché dopo non dormirai" (ma veramente?) e aneddoti cruenti sui loro parti, nonostante gli sbalzi di umore mi rendano più simile a una psicolabile che alla visione aureolata che normalmente si ha delle donne incinta.</div><div style="text-align: justify;">Tutto questo dal giorno in cui, come racconto <a href="http://www.wumagazine.com/archivio/sfoglia_12_27/sfoglia.html?pageNumber=12" target="_blank">qui</a>, sull'uscita di aprile di Wu Magazine, abbiamo scorto la fatidica doppia lineetta sul test clearblue, e io ho scoperto il magico mondo dei forum femminili.</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-76201491715751329012012-03-19T09:26:00.001+01:002012-03-19T09:28:10.205+01:00Wu Magazine - marzo 2012: shopping for two<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-mZpgx3fDIrg/T2bqg6DiNQI/AAAAAAAACLk/HrSTc4MdT4A/s1600/potd11.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="http://1.bp.blogspot.com/-mZpgx3fDIrg/T2bqg6DiNQI/AAAAAAAACLk/HrSTc4MdT4A/s320/potd11.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Una delle fonti di gioia date dal vivere con un dipendente pubblico è senza dubbio la presenza, nelle nostre vite, di un buono pasto giornaliero di importo talmente elevato da renderne impossibile l'utilizzo in una solitaria pausa pranzo.</div><div style="text-align: justify;">Il suddetto buono pasto, raccolto in amabili pacchetti da dieci e rigorosamente amministrato dalla sottoscritta (che al momento in cui scrive, ne tiene sotto chiave almeno quattro pacchetti), è diventato in questi mesi una sorta di passepartout per esosissime spese da Naturasì e altri supermercati succhiasangue, composte da prodotti fichissimi e inutilissimi che in effetti non ci riempivano la pancia.</div><div style="text-align: justify;">Preda della mania del risparmio, l'espropriato dai buoni pasti ha deciso che si sarebbe occupato lui stesso della spesa settimanale, regalando a questa relazione una svolta salutista decisamente inquietante, il cui massimo momento di brio per il palato va ricercato nelle tristissime chips di crusca.</div><div style="text-align: justify;">E se pensate che sono incinta, e fosse per me in questo momento mi nutrirei di ovetti kinder, involtini primavera, fragole e gelato al pistacchio, capirete che bel dramma. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Se ne parla <a href="http://www.wumagazine.com/archivio/sfoglia_12_26/sfoglia.html?pageNumber=12" target="_blank">qui</a>, sull'uscita marzolina di Wu Magazine.</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-69141535541723573202012-02-27T19:26:00.011+01:002012-02-28T10:06:01.958+01:00À rebours<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-H6d6rJxtMBc/T0vCQW_T4zI/AAAAAAAACLc/YBkoFe_oCGA/s1600/What-if_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-H6d6rJxtMBc/T0vCQW_T4zI/AAAAAAAACLc/YBkoFe_oCGA/s320/What-if_.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">In un tempo neanche tanto lontano, l'amico K. e io ci divertivamo a giocare alla <i>reductio ad unum</i>, procedendo a ritroso in una sorta di ricerca aristotelica delle cause prime delle nostre sofferenze di quel periodo. Dapprima decretammo responsabili delle nostre sciagure sentimentali, alcuni incontri sbagliati fatti negli ultimi anni di vita, poi andammo oltre. Il problema era stato nascere. Poi ci spingemmo ancora un po' più in là: il guaio stava nel Big Bang. Non andammo avanti, questo bastò a soddisfare la nostra ricerca eziologica e a dirci quanto questa attività fosse stata fine a se stessa. </div><div style="text-align: justify;">Nelle ultime settimane, a distanza di qualche annetto che però sembra un secolo e per motivi totalmente diversi se non opposti, mi son trovata a rifare lo stesso giochetto della storia a "bivi" datando l'inizio di tutto al 2006 e non più al Big Bang. E quindi.</div><div style="text-align: justify;">E se io e l'amico K. non avessimo preso quel treno da Bari per andare a sentire quel concerto dei Sigur Ros in piazza a Ferrara, e se grazie ai disservizi di Trenitalia (che per una volta ringrazio) non fossimo rimasti bloccati un pomeriggio in una Bologna estiva e deserta in attesa di un treno che ci riportasse a casa, e se di questa Bologna infuocata non mi fossi innamorata in tre ore e a settembre mi fossi trasferita a Milano così come avevo accuratamente pianificato per i sei mesi precedenti, e se questo innamoramento non mi avesse spinto a ribaltare i miei piani e scegliere Bologna come città in cui iniziare la mia vita adulta. E se io e l'amico K. non ci fossimo mollati non appena giunti insieme a Bologna. E se dopo l'amico K. non avessi avuto un'altra relazione altrettanto terminata.</div><div style="text-align: justify;">E se non avessi avuto questo blog.</div><div style="text-align: justify;">E se non avessi incontrato un uomo esattamente uguale a quello su cui fantasticavo da ragazzina e non mi fossi innamorata del suo sguardo. E se non avessi preso la testardaggine di mia madre e la fede in ciò che sarà di mio padre. E se non avessi avuto amici con cui consigliarmi o semplicemente sfogarmi e poi tornare a crederci di nuovo.</div><div style="text-align: justify;">E se non avessimo più voluto far fronte ai <i>se</i>, ai <i>ma</i> e alle innumerevoli battute d'arresto e dietrofront o se invece di sceglierci avessimo scelto altro, alternative pure allettanti che ci avrebbero aperto scenari diversi, magari belli ma sicuramente divergenti. </div><div style="text-align: justify;">E se tutto questo non fosse successo, e se io ancora pensassi, come qualche anno fa, che il nesso causa-effetto abbia un qualche senso che non sia la mera illusione che gli eventi della vita non siano una sequela irrelata di fatti, direi che è tutta questa serie di concause che mi ha portata oggi ad aspettare un bambino, e ad aspettarlo con l'uomo che dal primo momento avevo voluto come compagno e padre dei miei figli.</div><div style="text-align: justify;">(e ad essere felice. ma questo lo diciamo sottovoce)</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-45005958459664644882012-02-15T11:27:00.000+01:002012-02-15T11:27:30.795+01:00WU Magazine - Parole d'amore scritte a macchina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-A6O7xa4SMLQ/Tzt_LTyQ2eI/AAAAAAAACLQ/yV_LoYDEsK0/s1600/lifeguard-bath.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="272" src="http://3.bp.blogspot.com/-A6O7xa4SMLQ/Tzt_LTyQ2eI/AAAAAAAACLQ/yV_LoYDEsK0/s320/lifeguard-bath.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Ma voi avete presente gli uomini quando si inventano delle occupazioni domestiche per non rendere troppo palese il fatto che non hanno assolutamente voglia di fare nulla, e spacciano quelle inezie che hanno deciso di fare per compiti di massimo rilievo manco si trattasse di salvare il mondo da una pestilenza, tipo, nel bel mezzo delle pulizie di primavera, "tesoro tu continua pure a ribaltare l'armadio, io intanto vado a buttare la plastica nel bidone sotto casa" e poi il bidone si fa magicamente lontano 20 km e lui se ne torna quando tu hai già finito tutto e sei stramazzata sul letto?</div><div style="text-align: justify;">Ecco, questa è solo uno dei tragicomici atteggiamenti maschili che si è provato a stigmatizzare bonariamente, <a href="http://www.wumagazine.com/archivio/sfoglia_12_25/sfoglia.html?pageNumber=12" target="_blank">qui</a>, sull'uscita di febbraio di WU Magazine, in una lettera che non è proprio scritta a macchina, ma che comunque prende il titolo da <a href="http://www.youtube.com/watch?v=HiqY28B449I" target="_blank">questo piccolo capolavoro</a>.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-51016178460911739412012-01-18T19:01:00.003+01:002012-01-18T19:04:14.193+01:00E infine il mio quartiere<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-WRoGOVSPDhc/Txb8WIa0e5I/AAAAAAAACK8/xSDWx1QkThg/s1600/TheSuburbs_Artwork_cover1-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="316" src="http://4.bp.blogspot.com/-WRoGOVSPDhc/Txb8WIa0e5I/AAAAAAAACK8/xSDWx1QkThg/s320/TheSuburbs_Artwork_cover1-1.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Camminavo l'altro giorno per le vie di questo quartiere che da qualche settimana a questa parte si fregia di avermi tra i suoi residenti e avevo bei pensieri per la testa, tipo che è una gran fortuna essere degli stranieri perché si può andare in una piscina nuova e abbattere il tabù come le donne nordiche che se ne fregano dei peli alle gambe, o che è ben strano che non abbiano ancora eretto una mio busto tipo quello di Manuela Arcuri a Porto Cesareo, e che mi vedrei bene rappresentata sotto forma di sirena e posta al centro di una delle tante rotonde in questa zona, o che camminare per queste larghe strade coi platani spogli sui bordi e le file di case tutte uguali alla mia, basse con le facciate pietra vista e gli enormi finestroni, non è poi dissimile dal passeggiare nella suburbia londinese di Islington o Acton o anche Bayswater, una volta quartieri popolari, oggi residenziali.</div><div style="text-align: justify;">E però sono a Bologna, nell'estrema periferia sud di Bologna, sufficientemente vicina a Murri da sentirmene rassicurata ma non tanto da sentirmi fighetta, abbastanza vicina alle due torri perché basti saltare su un autobus per venti minuti per raggiungerle ma lontana anni luce dal caos brulicante della zona T, e per assurdo, per la prima volta dopo sei anni di vita a Bologna, mi sembra di abitare a Bologna. Non più nella bohème parigina di via Broccaindosso con la sua umanità variopinta e la sua Babele di accenti che tutto erano, fuorché bolognesi.</div><div style="text-align: justify;">Qui, in questo rassicurante quartiere borghese per famiglie autoctone, con ogni servizio sotto casa e la sagoma di San Luca che si staglia sui colli, in questo condominio dal giardino sempre curato e dalle scale in cotto eternamente profumate di ragù, in questo palazzo di matusa che ti osservano da dietro lo spioncino come fossi un'alieno, che hanno delle regole persino sul font dell'etichetta coi cognomi da mettere sul campanello e che si mantengono in vita imponendoci di pagare uno sproposito di riscaldamento centralizzato, in questo posto in cui non ci sono più i portici nè l'ombra della lanterna sulla Garisenda ma che risuona di <i>z</i> e <i>s</i> dolci, io scopro di vivere a Bologna e di non voler andare da nessun'altra parte.</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-8451132650196276665.post-73780065536465710012011-12-24T16:41:00.010+01:002011-12-24T21:38:13.533+01:00Wu Magazine - Dicembre 2011: Nesting<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-Nw2URqzlqug/TvTO35Fn5cI/AAAAAAAACK0/pa6TvZeyPdw/s1600/20.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-Nw2URqzlqug/TvTO35Fn5cI/AAAAAAAACK0/pa6TvZeyPdw/s1600/20.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;">L'anno scorso per Natale scrissi uno dei <a href="http://sunofyork.blogspot.com/2010/12/times-they-are-changin.html" target="_blank">post </a>più deprimenti della storia di questo blog: quest'anno sarà che non me la sento di rischiare l'harakiri di massa, sarà che un anno difficile è ormai alle spalle e un paradossale ottimismo mi fa pensare che quest'anno non potrà essere più complicato del precedente, sarà che le circostanze della mia vita sono cambiate a tal punto da farmi sorridere, fatto sta che non farò catastrofici punti della situazione.<br />
E quale punto della situazione potrei mai fare, poi? In questo 2011 ho fatto tutto a caso, andandomene in giro come una matta senza rispettare neanche una regola, neanche il proposito di incrementare ogni anno il numero di post di questo blog, e mi è andata bene: tutto è fluito più o meno velocemente, ora ingorgandosi e mulinellando, ora dipanandosi e prendendo pieghe così inattese da sferrare un calcio poderoso alla mia ambizione di controllare gli eventi.<br />
Non mi stupisce, quindi, che io non abbia niente di assoluto da dire: il senso di questo 2011, per me, si risolve tutto nella catarsi di una scrollata di spalle.<br />
E in una testa appoggiata al cuscino, in un mezzo sorriso barbuto, delle ciglia dalle punte dorate e uno sguardo finalmente sereno che mi guarda da molto, molto vicino.<br />
<br />
(lo stesso sguardo che poi la mattina si sveglia e chiama a raccolta tutti i santi del calendario perché non trova mai nulla in casa, come racconto <a href="http://www.wumagazine.com/archivio/sfoglia_11_24/sfoglia.html" target="_blank">qui </a>, a pagina 12 dell'uscita natalizia di Wu Magazine)</div>SunOfYorkhttp://www.blogger.com/profile/03742899366708301325noreply@blogger.com7