Yes, darling. Life sucks

Learning how to cope since 1982

[...]Mi fece accomodare sul letto e mi portò delle fette di cocomero che mangiammo assetati. Io sputai i semi, lei no. Poi facemmo l'amore. (P.A. Jarvis)

Sono passati cinque mesi ma ricordo bene che stavo traducendo questa frase, tutta intenta a non tradire le intenzioni di chi l'aveva scritta e me l'aveva consegnata con enorme fiducia. Guardai l'ora sul pc: le 16.15. Erano i primi di marzo e fuori faceva ancora freddo. Mi fermai un attimo a riflettere su quei giorni strani e pieni di scossoni. Pensai che era una fregatura che proprio in quel momento non ci fosse D., la mia amata coinquilina, lì a Bologna con me e che avremmo preso il tè delle cinque insieme, ridendo di come avessi scombussolato la mia vita nel giro di una settimana. L'altra coinquilina, l'Afflitta, aveva passato la nottata precedente a singhiozzare davanti al pc ed era anche lei fuori di casa, ma comunque per definizione non sarebbe stata di grande aiuto. Poi una voce, debole, sempre più debole, che chiamava il mio nome mi scosse dai miei pensieri. Dentro di me sapevo che era successo qualcosa ma il cervello si rifiutava di prestare ascolto a quella voce dal corridoio. Mi ritrovai in piedi in cucina, immobile, la voce non c'era più; fui tentata di ignorare quell'incubo e ritornare alla mia traduzione, di non andare a vedere, occhio non vede cuore non duole, perché mai andare ad aprire quella porta se il film si chiama "Non aprite quella porta" e cose così. Però non potevo. Mi affaccio al corridoio e vedo esattamente quello che non avrei mai voluto vedere ma sapevo che avrei visto: l'Afflitta riversa a terra tra la porta del bagno e il corridoio, braccia e gambe piegate come non dovrebbero mai essere piegate, in un modo che mi fa pensare a una svastica. Corro per il corridoio, ho il cuore che mi è saltato in gola e lo sento distintamente pulsarmi nelle orecchie. Mi avvicino, le tasto il polso, niente, non c'è, cazzo F. che cos'hai fatto, cerco di girarla, di metterla su un fianco, non so perché ma so che è così che bisogna fare, e girandola la guardo in faccia. Il rosario le penzola dal collo come al solito, le palpebre semiaperte rivelano gli occhi rovesciati all'indietro, il colorito grigio e innaturale che la siccità conferisce alle terre delle mie parti, le labbra spaccate e bluastre. E' morta - mi dico - andata. Non respira, e manco io sto respirando, ho la gola stretta in una morsa, passa a stento un filo d'aria. Cazzo, F. perché mi hai fatto questo, perché proprio qui e non da qualche altra parte. E' assurdo ed egoistico, ma l'aria non mi arriva al cervello e sento che sto solo posticipando un attacco di panico di quelli epocali. La prima persona a cui penso è la Knox, penso a Vespa che sguazza nel tracciare l'identikit del giovane killer, penso a un revival delle teorie di Lombroso: Amanda Knox, Raffaele Sollecito, Alberto Stasi, Sunofyork. Tutti giovani, tutti biondicci e dall'aspetto angelico. Poi la razionalità nella follia: D. Mi avrebbe tirato fuori lei dai guai. Lei e tutti quelli che conoscono me e F. possono testimoniare che era depressa, che erano mesi che dava segni di squilibrio e forte depressione, che avevamo fatto qualsiasi cosa per aiutarla. Ok, forse me la cavo. Mentre faccio questi pensieri, le sono inginocchiata accanto e mi è venuta una forza fisica prima sconosciuta: giro ancora F. come fosse una bambola di pezza, le alzo le gambe, e a un certo punto lei tossisce. Cerco di rimetterla su un fianco in caso dovesse rimettere, inizia ad avere delle convulsioni e vomita, F. che cosa cazzo hai preso, ti prego dimmelo, poi riperde conoscenza. Ma è viva. E' viva e io devo fare qualcosa, vado in cucina, ho solo del Dietor, porca miseria, mi ricordo che D. aveva conservato in caso di cali di pressione due bustine di zucchero di canna prese da un bar in cui avevamo fatto colazione la settimana prima. Nel frattempo sto avendo un infarto e contemporaneamente annego in un liquido vischioso, vorrei solo scappare, poco ma sicuro, ma trovo le bustine, ci faccio due tazze di acqua e zucchero enormi, una per me e e una per lei, una la bevo subito rovesciandomela praticamente tutta addosso per quanto mi tremano le mani, mi affretto per il corridoio ripetendo ossessivamente tra me e a me qualcuno mi aiuti qualcuno mi aiuti qualcuno mi aiuti, per tirarmi su nel frattempo mi bevo anche l'acqua e zucchero per F. che ancora non riesco a far riprendere, corro giù scalza per le scale di casa, citofono al piano di sotto e di tutta risposta ho un "chiama il 118", torno su, effettivamente chiamo il 118. F. ora ha aperto gli occhi ma non riesce a parlare, sembra lontana, oltre una lastra di vetro. Le dico stai tranquilla, arriva l'autoambulanza, non ti muovere di qui io mi allontano un attimo. Vado in camera, non riesco più a reprimere l'attacco di panico, non riesco a star ferma, so che devo fare: chiamare mia madre. "Mamma parlami", non sono in grado di spiegarle cosa sta succedendo perché qualcosa mi strozza, non riesco nemmeno a piangere. Mia madre capisce, inizia a raccontarmi la sua giornata mentre io mi soffermo solo sulla respirazione. Posso guardarmi riflessa nello specchio della parete di fronte, sdraiata sul letto con le gambe alzate sul muro, le braccia spalancate, i capillari scoppiati per lo sbalzo di pressione che conferiscono alle palpebre un colore violaceo.
Ed è in questo stato che mi trova il ragazzino lentigginoso del 118 quando entra in casa, trovando la porta d'ingresso aperta. E' alto un metro e una lenticchia e peserà attorno ai 50 kg. Mi squadra atterrito. Nel palazzo non c'è l'ascensore.
No, tranquillo, non è me che devi portare in braccio giù per le scale.
(Stava per avere un attacco di panico pure lui, secondo me)

Solo molte ore dopo, con F. ormai in reparto e sotto controllo, in un asettico bagno d'ospedale piastrellato di bianco, riesco ad abbandonarmi a un pianto disperato.
F. ora sta bene, o almeno meglio. Abbiamo quasi superato l'episodio. Le ho imposto di usare un nome in codice se deve chiamarmi per motivi non gravi in modo da risparmiarmi infarti inutili. E, ovviamente, ho imparato che devo sempre avere lo zucchero in casa.

43 comments:

randomante said...

Io avrei sferrato un poderoso pugno sul naso a F., ma solo dopo essermi accertato della sua permanenza in vita. Dicono che sturi benissimo certe testacce.

Cioppy said...

ok ho finito di leggere. ora posso riprendere a respirare?!
ottimo lavoro, brava!

e tu ti sei ripresa?

SunOfYork said...

@randomante: conosco la tua enorme capacità di comprensione verso le altrui debolezze.

@cioppy: sì, a volte sogno l'episodio di notte, altre volte quando percorro il corridoio per andare in bagno, ho un flash di lei sdraiata per terra, ma sostanzialmente è passata. poi mi è stato detto di parlare della cosa, e come ripeto sempre, il blog per me è una sorta di terapia solo molto più economica :-)

Punzy said...

mamma mia, sei stata bravissima, nonostante il panico sei riuscita a gestire la cosa
se avessi chiesto a mia madre di parlarmi durante un attacco di panico lei avrebbe iniziato a farmi l'elenco delle mie amiche d'infanzia sposate ad avvocati, medici, professori universitari e dei loro figli futuri avvocati, medici, professori universitari, causando il mio, di suicidio

jack daniel's said...

L'ideale in questi casi credo sia sollevare il morituro per le caviglie e scuoterlo con forza. Come per fargli cadere gli spiccioli dalle tasche. O almeno è quello che avrei fatto...

Complimentoni per la resistenza cardiaca comunque :)

divara said...

non che abbia molto da dire.
un abbraccio grande.
spero basti, ecco.

(e spero anche che non ricapiti più. e che pure l'afflitta torni a sorridere, felice)

Crimilda said...

posso chiedere se lei ti è stata grata di essere stata salvata?

Crimilda said...

Non che tu abbia fatto male, solo una mia curiosità

Anonymous said...

Sì, ok, non faccio altro che leggere thriller, ultimamente. Ma alla fine, per gli utenti più ottusi, c'è sempre un capitolo di due paginette che spiega cosa era inevitabile capire, e che inevitabilmente qualcuno non ha capito.
Voglio dire, cos'era successo all'Afflitta?

Danilo

Lillo said...

E stica.

SunOfYork said...

@punzy: no mia madre sa che su di me non fa nessuna presa l'argomento matrimonio con uomo facoltoso, anzi, che ritengo una fortuna che questa sorte non sia capitata a me :-)

@jack: io credo di dover ringraziare il fatto di essere nata con una brachicardia alla fausto coppi...

@divara: grazie bella :)

@crimilda: no, il suo unico pensiero è stato chiamare il tipo per cui aveva compiuto l'insano gesto e farlo sentire in colpa. non che sapessi che farmene dei ringraziamenti, mi basta non aver dovuto affrontare un paragone con la knox...

@anonimo: psicodrammi familiari e sentimentali conditi con squilibri alimentari. un classico.

@lillo: ?
mica il dottore ti avrà ingiunto di leggere il mio blog, vero?

Anonymous said...

@anonimo tua sorella. Mi sono firmato. E gli psicodrammi non fanno quelle cose lì.
Ci vogliono delle pillole, e preferirei sapere quali sono, come dire.
E ti giuro, per esperienza personale, che gli squilibri alimentari non bastano.

Danilo

Crimilda said...

@Sun, immaginavo che il primo gesto che fa una persona che davvero vuol morire è quello di picchiare il salvatore.

@Danilo gli squilibri alimentari seri sono tentativi di suicidio

Ot. Perchè lo zucchero?

Crimilda said...

Avviso ti ho citata.

Spero non ti dispiaccia

farlocca farlocchissima said...

brava! in una situazione di emergenza gestirsi il panico è magistrale... a me capitò di dover intervenire d'urgenza una volta che ero molto giovane, ressi fino all'arrivo dell'ambulanza e al caricamento del soggetto in pericolo, poi svenni.

SunOfYork said...

@danilo: mi era sfuggito, non mi pare il caso di scaldarsi.

pensavo con "cos'era successo all'Afflitta" intendessi "cos'era successo all'Afflitta per portarla a compiere quel gesto", anche su questo fraintendimento direi che mi si può scusare. Certo, drammi affettivi non portano il collasso, l'anoressia invece sì, alla lunga danneggia il cuore e te lo posso assicurare, vivendo con chi purtroppo soffre di questo problema.
ad ogni modo non è stato il suo caso. Nel caso dell'Afflitta a compiere il miracolo sono stati un mix di neurolettici e alcol.

@crimilda: non voleva davvero morire, voleva far sentire in colpa quel tossicodipendente del suo fidanzato. niente mi toglie dalla testa che se uno vuole morire, ci riesce. fatto sta che il fatto che io l'abbia o meno aiutata le è scivolato di dosso per il semplice motivo che per lei vivere o non vivere in quel momento era indifferente se non poteva avere indietro quel tizio.

(lo zucchero per me, così quando dopo il picco, la pressione mi cala sotto i tacchi, posso farmi tranquillamente acqua e zucchero e riprendermi :-)

(grazie per la citazione!)

@farlocca:devo dire che non ho avuto particolarmi meriti, se avessi seguito la mia volontà, avrei messo le scarpe da ginnastica e sarei andata a fare una corsetta ai giardini margherita, fatto sta che non so che istinto mi ha inchiodata lì :-)

Goldo said...

dalle mie parti i vecchietti con la canotta a costine quando sentono una storia del genere dicono

moffiga

poi guardano il bianchino trasognati e aggiungono

una volta conoscevo uno, vero Mario? tal ricordi?...

Se vivessi con un'anoressica mi sentirei un sibarita vizioso fino al midollo

che non è poi malaccio.

Dai Sun, raccontaci la verità, cosa gli hai sciolto nelle polpettine? a cosa puntavi? al ciappo color malva? ha un computer figo? riusciresti a farmi delle polpette dissenteriche che agiscono dopo tre-quattro ore? del tipo che le offro a qualcuno, questo qualcuno le mangia e mentre sta tornando a casa gli esplode l'auto di merda di una consistenza del gelato sciolto?
Ingegnati

SunOfYork said...

@goldo: è l'effetto di prassi delle mie polpette :-)

(scherzi a parte, mi ingegnerò)

sun

Anonymous said...

Crimilda: "tentativi" è il termine giusto, nello stesso senso in cui anche nascere è un tentativo di suicidio. Voglio dire, per suicidarti con uno squilibrio alimentare ci metti cinquantanni...
Anoressia a parte, s'intende. Ma l'anoressia, seppure abbia di frequente come risultato la morte, per quel poco che ne so non è un tentativo di suicidio.

Danilo

Goldo said...

cercare di suicidarsi raspandosi il cervello tramite dita nel naso è ammissibile nel contest "longest-suicide" ?

nascere è ormai demodè

voglio un "seventy-suicide"
mix lisergico nella vasca da bagno, rigorosamente non ingerito, usati come sali nella vasca...per assorbimento cutaneo.

Sciroccata said...

brrr.

spero che afflitta sia in cura da uno psicologo almeno.

ps: ti ho mandato una mail

baci

Lillo said...

? ho detto qualcosa che non va? Se si, mi spiace.

-L.

Anonymous said...

Bellissimo post!!! cmq l'anoressia se non ti ammazza per "morte di fame" ti ammazza perchè vai in depressione e ti porta a voler volare fuori dalla finestra. O a mandare giù un pò di roba che ti uccide, possibilmente pastiglie non rivestite di zucchero, perchè dopo che ho pensato tanto per raggiungere il mio bmi 16 non mi va di ingrassare prorpio prima di morire...


Stupefatta

SunOfYork said...

@lillo: "stica" in romano non vuol dire "e chi se ne frega?"?????

l'avevo interpretata così!

sun

Lillo said...

Ah sorry, da noi viene usata come esclamazione del tipo "mamma cara che storia!", tutta un'altra faccenda.

Misunderstanding, mi scuso.

-L.

Clelia said...

Mentre leggevo la tua storia ho avuto un flashback. ANCHE A ME è SUCCESSA UNA OSA DEL GENERE!!!

sono rimasta chiusa dentro una stanza con una ragzza che studiava con me e che ha avuto un attacco epilettico... non so come sia riuscita a restare calma e chiamare il pronto soccorso subito ma l'esperienza mi ha scioccato. Da allora ho imparato che le porte devono essere sempre aperte a 180 gradi

complimenti per il blog, è la prima volta che vengo :)

Clelia

SunOfYork said...

@lillo: volemose bene allora :-)

@clelia: non che i miei padanissimi condomini mi avrebbero degnata di uno sguardo, anche se avessi lasciato le porte spalancate...

grazie per i complimenti, corro a dare un'occhiata al tuo!

sun

takajiro said...

cazz...che angoscia!
che brutte robe..sei stata davvero grande.
complimenti

Prefe said...

minchia!

il 118 era la cosa che ti sarebbe dovuta venire in mente prima di qualunque altra però.

Certo era strano che per 7 mesi non avessi più parlato di lei...

SunOfYork said...

@prefe: hai ragione, però nell'agitazione non ci ho pensato, poi in realtà tra il momento in cui l'ho vista a terra e quello in cui ho chiamato il 118 sono passati 3-4 minuti non di più. grazie al cielo il totale menefreghismo dei miei condomini mi ci ha fatto pensare :)

sun

Nubetossica said...

Strana la vita: mentre tu eri impelagata in questo casino io molto probabilemtne ero felice e spensierato sul mio cesso a fare qullo che tu non riuscivi a lasciar andare in quegli attimi di panico. Quante situazioni così diverse accadono nello stesso medesimo istante, eh?

Anonymous said...

Hen: poetico e suggestivo come una serra di tulipani. D'inverno.

Danilo

Lucien said...
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Lucien said...

Certo che mai soprannome fu più azzeccato! Che spavento.
Spieghi il senso del titolo del post?
I suoi agnelli che hanno fatto?

SunOfYork said...

sì effettivamente un bel trauma :)

Il titolo è un verso di una canzone dei R.E.M. che si chiama New Test Leper (la trovi in New Adventure in Hi-fi), e significa "Si sono smarriti tutti i Suoi agnelli?".
(la mia coinquilina è molto religiosa, il verso mi sembrava particolarmente adatto...)

sun

Lucien said...

Quasi c'ero arrivato...grazie.
Non era immediato! ;-)
luc

Amaracchia said...

Mi assento un po' e cosa mi ritrovo?racconto ansiogeno?ora passerò la prox settimana ad immaginare che succeda a tutti quelli che conosco (sono l'ansiosa fantasiosa io).

P.S. sn momentaneamente dislocata in Salento, fino a quando ti trattieni in Puglia per nuotare in bicicletta?;)

SunOfYork said...

@ama: ti ho mandato un sms tecnico ma per brevità non ho potuto proporti
1. lunga nuotata in Salento visto che mi ci sto recando anche io
2. distensiva passeggiata in bici lungo le coste salentine
3. serate di pizzica nei paesini
4. chiacchierata con taz che mi rivela tutti i tuoi punti deboli :-P

P.s.1 se non riusciamo a beccarci in Salento, ci dobbiamo vedere pure con Portio)
P.S.2 ma il 22 al concerto finale a melpignano ci siete? io, Krapp e tutto il mondo ci andiamo, magari ci possiamo aggregare dai

sun

VIPERA said...

Ciao bella, ho aggiornato il blogroll e ti ho inserita con grandissimo piacere (non è scambio di cortesia, il blog me gusta davvero) ;P
A presto

b said...
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Paul said...

Anche in questo caso la teiera poteva esserti molto utile. Te la devo dare al piu' presto!

iorek said...

E' il titolo del post si riferisce a New test Leper, giusto? Brava.

SunOfYork said...

@iorek: eh sì, è stata una ossessione per un bel po' di tempo (tutto New Adventures in Hi-fi a dire il vero)...
è sempre una gioia quando qualcuno becca la citazione, grazie iorek :-)

sun

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