Siccome oggi sono molto incazzata, vorrei sfogare tutte le mie frustrazioni inveendo contro la razza di Uomini e Donne e in particolare contro il più fulgido esponente di questa stirpe, il pluricornificato toro da monta (v.tronista) che si è distinto nella nostra tv trash per le infinite figure di merda raccattate nel corso dei mesi, che ne hanno fatto il beniamino di tutti gli sfigati d'Italia.
Sono incazzata perchè i giovani laureati italiani, per quanto in gamba possano essere, sono quasi sempre sottopagati e in definitiva sempre esauriti, perchè per ottenere il miraggio di quella autonomia che i genitori ex sessantottini pazzi rinfacciano continuamente loro di non sapersi guadagnare, si trovano a fare i giocolieri con tre - quattro lavori, il cui guadagno complessivo non supera assolutamente l'incasso di una serata in discoteca di Luca Dorigo. Perchè essere Luca Dorigo non è facile, bisogna lavorare sodo per opporre il pollice all'indice e reggere il mohito offerto dalla direzione mostrando contemporaneamente l'elastico delle mutande griffate che spunta dai jeans a vita bassa.
Suppongo che l'algido tronista dallo sguardo vitreo sia veneto e sia pressappoco mio coetaneo: queste informazioni, insieme agli addominali oliati, costituiscono il suo ricchissimo curriculum. Intellettuale di rara caratura, allevato dai genitori a suon di Balzac e Dostoevskij (nel senso che i tomi glieli hanno sbattuti violentemente in testa), il mononeuronico Luca Dorigo che in questi minuti sta vivendo probabilmente quello che è il sogno di molti uomini, cioè trovarsi davanti a una sfilza di donne e dire sì/ no a seconda della taglia di reggiseno, ha ribadito per ben 3 volte (dopodiché il gallo ha cantato) la sua natura di esteta ricordandomi un fantastico aneddoto relativo alla mia parrucchiera anita, che una volta mi disse che sua sorella studiava estetica ed io - neokantiana? - "no, inguine e ascelle"; vi lascio immaginare quale circolo culturale sia diventato lo studio di Maria - un cenacolo che farebbe invidia perfino ai caffè parigini di Saint Germain in cui si riunivano Sartre, Gide, Hemingway e la De Beauvoir. Una volta Eco disse che il successo di Mike Bongiorno risiedeva nel suo essere "Everyman" anzichè "Superman": gli spettatori pensavano che se ce l'aveva fatta lui allora magari perchè non loro? Bé non occorre certo essere dei fini semiologi per capire che con Luca Dorigo questo non vale. Lo spettatore sa che se ce l'ha fatta Luca, lui non ce la potrà mai fare perchè è troppo migliore - se proprio volessimo metterci sul solco dell'analisi di Eco, dovremmo definire il nostro raffinato dandy un "Underman".
Bene signori, dopo questa tirata credo dovrei riuscire a gestire la rabbia per qualche giorno. Alla fine bisogna riuscire a scorgere il positivo nelle persone, perchè tutti abbiamo un ruolo determinante su questa terra.
Ad esempio, Luca Dorigo lo vedrei come un ottimo donatore di organi: non avendo mai aperto libro avrà delle splendide cataratte, e suppongo che il cuore sia forte viste le ore passate in palestra. Poi per il cervello, vabbè.
Già immagino la faccia del poveretto che eseguirà l'autopsia quando gli aprirà la testa.
Sono incazzata perchè i giovani laureati italiani, per quanto in gamba possano essere, sono quasi sempre sottopagati e in definitiva sempre esauriti, perchè per ottenere il miraggio di quella autonomia che i genitori ex sessantottini pazzi rinfacciano continuamente loro di non sapersi guadagnare, si trovano a fare i giocolieri con tre - quattro lavori, il cui guadagno complessivo non supera assolutamente l'incasso di una serata in discoteca di Luca Dorigo. Perchè essere Luca Dorigo non è facile, bisogna lavorare sodo per opporre il pollice all'indice e reggere il mohito offerto dalla direzione mostrando contemporaneamente l'elastico delle mutande griffate che spunta dai jeans a vita bassa.
Suppongo che l'algido tronista dallo sguardo vitreo sia veneto e sia pressappoco mio coetaneo: queste informazioni, insieme agli addominali oliati, costituiscono il suo ricchissimo curriculum. Intellettuale di rara caratura, allevato dai genitori a suon di Balzac e Dostoevskij (nel senso che i tomi glieli hanno sbattuti violentemente in testa), il mononeuronico Luca Dorigo che in questi minuti sta vivendo probabilmente quello che è il sogno di molti uomini, cioè trovarsi davanti a una sfilza di donne e dire sì/ no a seconda della taglia di reggiseno, ha ribadito per ben 3 volte (dopodiché il gallo ha cantato) la sua natura di esteta ricordandomi un fantastico aneddoto relativo alla mia parrucchiera anita, che una volta mi disse che sua sorella studiava estetica ed io - neokantiana? - "no, inguine e ascelle"; vi lascio immaginare quale circolo culturale sia diventato lo studio di Maria - un cenacolo che farebbe invidia perfino ai caffè parigini di Saint Germain in cui si riunivano Sartre, Gide, Hemingway e la De Beauvoir. Una volta Eco disse che il successo di Mike Bongiorno risiedeva nel suo essere "Everyman" anzichè "Superman": gli spettatori pensavano che se ce l'aveva fatta lui allora magari perchè non loro? Bé non occorre certo essere dei fini semiologi per capire che con Luca Dorigo questo non vale. Lo spettatore sa che se ce l'ha fatta Luca, lui non ce la potrà mai fare perchè è troppo migliore - se proprio volessimo metterci sul solco dell'analisi di Eco, dovremmo definire il nostro raffinato dandy un "Underman".
Bene signori, dopo questa tirata credo dovrei riuscire a gestire la rabbia per qualche giorno. Alla fine bisogna riuscire a scorgere il positivo nelle persone, perchè tutti abbiamo un ruolo determinante su questa terra.
Ad esempio, Luca Dorigo lo vedrei come un ottimo donatore di organi: non avendo mai aperto libro avrà delle splendide cataratte, e suppongo che il cuore sia forte viste le ore passate in palestra. Poi per il cervello, vabbè.
Già immagino la faccia del poveretto che eseguirà l'autopsia quando gli aprirà la testa.