Apri gli occhi in una mansarda assolata alle 7.20, resti qualche minuto a goderti il cotone fresco delle lenzuola e il silenzio che entra dalle grandi finestre spalancate. Ti crogioli ancora qualche minuto al pensiero dell'ennesima giornata di mare cristallino e chiacchiere amichevoli sotto il sole a picco.
Poi finalmente ti alzi. Ti sciacqui la faccia con l'acqua fresca, ti sollevi i capelli, ti rassetti la lunga camicia da notte bianca e, scalza e in punta di piedi come quando da bambina rubavi qualche biscotto dalla dispensa, vai in cucina. Ti versi un bicchiere di spremuta d'arancia nella cucina vuota, poi pensi che sarebbe bello sorseggiarlo sul balcone.
E così è. Dalla grande portafinestra si intravede qualche sprazzo di verde e il mare scintillare in lontanza. Col sorriso sulle labbra e il bicchiere in mano ti avvicini alla ringhiera, sentendoti l'eroina romantica di chissà quale famoso telefilm, che ha vinto le sue nevrosi e finalmente, dopo tanti drammi e fatiche, guarda al futuro radioso che ha davanti a sè nel patio della sua casa agli Hamptons.
Sì, è proprio l'alba di un nuovo giorno. L'inizio di un'altra vita, un momento di rivoluzione in cui tutto refluisce, e io lo vivo in un sospiro, arrotolandomi su un dito una ciocca di capelli sfuggita e godendomi una meravigliosa spremuta e la barbarica baldanza delle enormi piante di basilico accanto a me.
Ma soprattutto ricacciando, per quanto mi è possibile, la spiacevole sensazione di freddo umido sotto il piede sinistro, che ho posato come un'idiota sul vomito del gatto.