E così pare che almeno per me l'estate sia finita. La giornata ventosa fuori lo testimonia, l'amico K. in procinto di venirmi a raccattare da casa in un tentativo di car sharing che ci porterà a roma, firenze e solo alla fine di nuovo a bologna al seguito di concerti che sognavamo da anni, e la quantità tendente all'infinito di valigie di vestiti e provviste di cibi pugliesi, pure.
Ma ciò che più lo testimonia è l'immutabile e sempre provante trepidazione dei miei genitori, lui tutto preso a far battutine sulla figlia che parte ma che nonostante siano ormai diversi anni che vive a 600 km di distanza da mamma e papà, senza di loro non è in grado nemmeno di sostituire una lampadina, lei che cela la tristezza del distacco diventando iperefficiente e riempendo ogni spazio vuoto nelle valigie con pacchetti di kleenex e merendine, in un moto di horror vacui e precisione degno della signorina rottermeier.
Che, si sa, già le partenze di per sè mettono ansia, gestirle poi all'interno di un delirio parossistico di ansie e nevrosi familiari, ti fa perdere tutta la calma zen acquistata in un mese di ferie.
Sempre uguali le raccomandazioni, rituali le domande (hai soldi? hai preso le chiavi? mi chiami quando arrivi?), sempre identica la mia reazione di stizza da vera nevrotica quasi trentenne, perenne la sensazione di partire per una colonia estiva per la romagna degli anni '40 con tanto di maglietta a righe marinare e brachini corti, innegabilmente straziante il sorriso barbuto di un padre che ti accompagna in giardino e ti saluta con la mano. Altrettanto innegabilmente confortante sapere che certe abitudini saranno sempre identiche a se stesse.
Mi restano di quest'estate molte passeggiate sul bagnasciuga, risate, baci, capelli biondi per il tanto mare, una serenità che viene dal profondo e l'immagine di chi, come un padre, spezza la punta dell'anguria e me la dona con un gesto di una dolcezza tale da obbligarmi a ricacciare indietro le lacrime.
Ma ciò che più lo testimonia è l'immutabile e sempre provante trepidazione dei miei genitori, lui tutto preso a far battutine sulla figlia che parte ma che nonostante siano ormai diversi anni che vive a 600 km di distanza da mamma e papà, senza di loro non è in grado nemmeno di sostituire una lampadina, lei che cela la tristezza del distacco diventando iperefficiente e riempendo ogni spazio vuoto nelle valigie con pacchetti di kleenex e merendine, in un moto di horror vacui e precisione degno della signorina rottermeier.
Che, si sa, già le partenze di per sè mettono ansia, gestirle poi all'interno di un delirio parossistico di ansie e nevrosi familiari, ti fa perdere tutta la calma zen acquistata in un mese di ferie.
Sempre uguali le raccomandazioni, rituali le domande (hai soldi? hai preso le chiavi? mi chiami quando arrivi?), sempre identica la mia reazione di stizza da vera nevrotica quasi trentenne, perenne la sensazione di partire per una colonia estiva per la romagna degli anni '40 con tanto di maglietta a righe marinare e brachini corti, innegabilmente straziante il sorriso barbuto di un padre che ti accompagna in giardino e ti saluta con la mano. Altrettanto innegabilmente confortante sapere che certe abitudini saranno sempre identiche a se stesse.
Mi restano di quest'estate molte passeggiate sul bagnasciuga, risate, baci, capelli biondi per il tanto mare, una serenità che viene dal profondo e l'immagine di chi, come un padre, spezza la punta dell'anguria e me la dona con un gesto di una dolcezza tale da obbligarmi a ricacciare indietro le lacrime.
13 comments:
uffa questi papà..con le loro attenzioni mettono a dura prova mesi e anni di emancipazione, ti viene voglia di farti i codini, sederti sulle loro ginocchia e dire: basta mondo, vaffanculo, io me ne rimango qui, in braccio a papy
mi raccomando non consumate tutte le provviste durante il viaggio, portate qualche prelibatezza a Bologna..ti aspetto, bidibodibuuuu!
:)
che bello...un po anche per me che questa estate l'ho passata sola sola..posso?
Con i miei genitori è uguale. Il fatto che vivano a 15 km da me però rende questo rito una faccenda settimanale.
(mio padre è Il Burbero, quello che non abbraccia, non bacia e parla poco; il massimo dell'affetto palesato è l'occhiolino mentre saluta sulla porta. E' lì che, io, io, mi sento quasi la tenerezza che m'invade)
'elliiina ttussèi.
un bacio cecia
Le Chat
www.lechat.splinder.com
@punzy: davvero, si fotta l'emancipazione quando tuo padre ti propone di farsi bari-bologna in treno (a/r nella stessa giornata) solo per portarti le orecchiette fatte in casa e le cime di rapa fresche... signor s. santo subito!
P.S. ti ho mandato una mail :)
@deborah: risparmierò i taralli del nostro barlettano barbuto e una bottiglia di salice salentino, ok?
@mgg64: visto che sono in visita romana, vuoi un pacco di frise? :)
@mich: mio padre è l'ex Burbero, l'età l'ha intenerito in maniera commovente :)
certo che strazianti i saluti settimanali eh!
@Le Chat: tessssoro, ti s'è nominato su fb con la vera e cate lilli, tutti lì a dire ma il braca era con te a la citè per catalano? e io "sì sì il braca era con me" e giù a sentirmi una vipsss
ma dove eri finito?
baci a profusione a te!
sun
ero in ferie cecia . e da feisbuc mi son tolto . c'avevo le ex mi si riproponevano tipo peperonata a cena ;) . spero a parecchio presto . ma come sarai bellina ? accidentattè :)
Le Chat
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Fai tanto la acida e poi, guarda qua... mi vai a cadere sulle partenze! ^-^
http://vitainpillole.wordpress.com
Bello, come sempre. In tutti i post riesci a mettere una dolcezza e una sensibilità preziosa.
ieeee,sono entrata pure io ,miadiletta,sei una grande!!
I miei genitori consumano l'iter ansiogeno, ogni giorno prima che vada a lavorare.
leggo e rivivo le situazioni che si ripropongono in casa mia prima di ogni mia partenza. anche io sono molto nevrotica e insofferente, salvo poi varcare la porta di casa e avere il magone.
un abbraccio
un mese di ferie? dove si compra?
baci
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