Carissimi, scusate la latitanza, sono una donna di mondo, ho da tradurre fumetti hard e spalmarmi creme all'aloe sugli eritemi procuratimi durante il mio breve soggiorno siciliano, unica prova schiacciante -insieme a una invidiatissima ustione delle rotule- della mia permanenza su un bagnasciuga. Ma sappiate che vi ho pensati molto, e ho speso ore e ore delle mie giornate nel tentativo di scattare una foto giusta per questo post, con la mia paglietta in primo piano e lo sfondo sfocato, proposito a cui ho rinunciato dopo aver capito che le macchinette compatte hanno il fuoco unico, ma tant'è.
Come già avevo accennato in un post ormonale che più de così ce stanno solo le caldane de la menopausa, l'amico K. e altri della sua specie, hanno vinto questo Innovation Award, per via di alcuni progetti (pare) rivoluzionari&strabilianti, premio costituito da un meraviglioso fermacarte in vetroresina di forma fallica consegnato da una splendida signorina milanese (la "Innovation Award Winner" Prize Giver, come l'abbiamo sinteticamente soprannominata io e K. verificando, tra grasse risate, l'incredibile capacità di composizione della lingua inglese), più una vacanza interamente spesata in un albergo extralusso di Taormina per due persone, laddove per "extralusso" intendo un posto da petrolieri russi senza scrupoli, imprenditori rampanti, giraffute modelle slave, mandanti di omicidi -anche se Krapp obietterebbe che ordinare un omicidio ti dà direttamente accesso alla Costa Smeralda o l'isola di Saint Barth, mentre a Taormina magari c'è solo qualcuno che ha licenziato molta gente (non che cambi molto, comunque) - e coppie ricche che non vogliono avere bambini tra le scatole (e infatti ce ne sono pochissimi, perché dopo un metro dalla riva l'acqua diventa profondissima, e i ciottoli roventi ustionerebbero le tenere carni di un cinquenne nell'atto di trotterellare con secchiello e paletta). Insomma: posto sin troppo d'alta classe per due abituati ai peggiori ostelli del mondo (provate Zagabria, poi ne parliamo), mare cristallino, pesce spada fresco a ogni ora, una schiera di gente pronta a soddisfare tutti i nostri desideri (in realtà solo uno, alcol, più possibile, in quantità industriali), e un più che probabile coma glicemico da cassata e cannuoli. Insomma, i presupposti per una vacanza spettacolare c'erano tutti.
Partiamo dal fatto che io e l'amico K. non si sia in realtà partiti in due ma in quattro, cioè io, K., e le rispettive ossessioni sentimentali della collezione primavera-estate 2009 che in absentia/praesentia si sono imbarcate con noi a Fiumicino e non hanno mancato di allietare da lontano ogni singolo momento della nostra vacanziella (chissà quanto saranno fischiate le orecchie a quei due poveretti) . Il che vuol dire situazioni del tipo:
[mattina, camera d'albergo, letto a 4 piazze e finestra spalancata che dà su terrazza che dà a sua volta sul mare]
Io e K. apriamo gli occhi, siamo alle estremità opposte, due puntolini troppo piccoli per riuscire a vederci, però sappiamo bene dove siamo, chi siamo e perché siamo lì. All'unisono:
"Ma perché cazzo ci sei tu qui e non Lui/Lei, eh?".
O anche:
Colazione infinita a base di granite, briosche, latte di mandorla. K., afflitto temporaneamente da una tenia, azzarda anche miele, ricotta, salsiccia e affettati. Barcollando satolli come otri verso la spiaggia, dove verremo condotti a spalla da un bagnino ai nostri lettini su cui verrà gentilmente adagiato un morbidissimo telo Ralph Lauren, ci fermiamo un attimo a osservare incantati lo spettacolo del sole non ancora alto, che batte obliquo sull'acqua immobile e sui ciottoli colorati.
Krapp, l'innamorato patologico:
"Ah, quanto sarebbe piaciuto questo posto a Lei, così abile a mordere la bellezza del mondo".
Sun, poetessa-mode on:
"Per quanta dolcezza abbia da offrire il regno di Trinacria, mai ritroverò il miele della sua voce".
Tutto ciò mentre gli altri partecipanti al viaggio-premio, convinti di trovare in me e K. una giovane coppia di sposini, sentendoci discutere continuamente di una lei e di un lui non in loco, ci guardano perplessi e iniziano a interrogarsi su un possibile menage à quatre. E deve sembrare una soluzione abbastanza appetibile, alle coppie di quasi quarantenni lì con noi, che ci vedono tutto il giorno in spiaggia che ridiamo e scherziamo delle nostre piccole tragedie amorose con la complicità di chi negli anni si è costruito un rapporto che naviga su un canale preferenziale. Cosa che a molti di loro, probabilmente, non è riuscito di fare, condannati come sono a dimenarsi frustrati e pieni di disperazione in una sorta di tonnara. Il che, a me e K., un po' ci inquieta, un po' ci fa apprezzare quello che abbiamo per le mani, anche se lontano e problematico, ma soprattutto ci fa sospirare per lo scampato pericolo.
(K. comunque se a 60 anni siamo ancora entrambi single e mi vuoi sposare, sappi che non opporrò resistenza)
Come già avevo accennato in un post ormonale che più de così ce stanno solo le caldane de la menopausa, l'amico K. e altri della sua specie, hanno vinto questo Innovation Award, per via di alcuni progetti (pare) rivoluzionari&strabilianti, premio costituito da un meraviglioso fermacarte in vetroresina di forma fallica consegnato da una splendida signorina milanese (la "Innovation Award Winner" Prize Giver, come l'abbiamo sinteticamente soprannominata io e K. verificando, tra grasse risate, l'incredibile capacità di composizione della lingua inglese), più una vacanza interamente spesata in un albergo extralusso di Taormina per due persone, laddove per "extralusso" intendo un posto da petrolieri russi senza scrupoli, imprenditori rampanti, giraffute modelle slave, mandanti di omicidi -anche se Krapp obietterebbe che ordinare un omicidio ti dà direttamente accesso alla Costa Smeralda o l'isola di Saint Barth, mentre a Taormina magari c'è solo qualcuno che ha licenziato molta gente (non che cambi molto, comunque) - e coppie ricche che non vogliono avere bambini tra le scatole (e infatti ce ne sono pochissimi, perché dopo un metro dalla riva l'acqua diventa profondissima, e i ciottoli roventi ustionerebbero le tenere carni di un cinquenne nell'atto di trotterellare con secchiello e paletta). Insomma: posto sin troppo d'alta classe per due abituati ai peggiori ostelli del mondo (provate Zagabria, poi ne parliamo), mare cristallino, pesce spada fresco a ogni ora, una schiera di gente pronta a soddisfare tutti i nostri desideri (in realtà solo uno, alcol, più possibile, in quantità industriali), e un più che probabile coma glicemico da cassata e cannuoli. Insomma, i presupposti per una vacanza spettacolare c'erano tutti.
Partiamo dal fatto che io e l'amico K. non si sia in realtà partiti in due ma in quattro, cioè io, K., e le rispettive ossessioni sentimentali della collezione primavera-estate 2009 che in absentia/praesentia si sono imbarcate con noi a Fiumicino e non hanno mancato di allietare da lontano ogni singolo momento della nostra vacanziella (chissà quanto saranno fischiate le orecchie a quei due poveretti) . Il che vuol dire situazioni del tipo:
[mattina, camera d'albergo, letto a 4 piazze e finestra spalancata che dà su terrazza che dà a sua volta sul mare]
Io e K. apriamo gli occhi, siamo alle estremità opposte, due puntolini troppo piccoli per riuscire a vederci, però sappiamo bene dove siamo, chi siamo e perché siamo lì. All'unisono:
"Ma perché cazzo ci sei tu qui e non Lui/Lei, eh?".
O anche:
Colazione infinita a base di granite, briosche, latte di mandorla. K., afflitto temporaneamente da una tenia, azzarda anche miele, ricotta, salsiccia e affettati. Barcollando satolli come otri verso la spiaggia, dove verremo condotti a spalla da un bagnino ai nostri lettini su cui verrà gentilmente adagiato un morbidissimo telo Ralph Lauren, ci fermiamo un attimo a osservare incantati lo spettacolo del sole non ancora alto, che batte obliquo sull'acqua immobile e sui ciottoli colorati.
Krapp, l'innamorato patologico:
"Ah, quanto sarebbe piaciuto questo posto a Lei, così abile a mordere la bellezza del mondo".
Sun, poetessa-mode on:
"Per quanta dolcezza abbia da offrire il regno di Trinacria, mai ritroverò il miele della sua voce".
Tutto ciò mentre gli altri partecipanti al viaggio-premio, convinti di trovare in me e K. una giovane coppia di sposini, sentendoci discutere continuamente di una lei e di un lui non in loco, ci guardano perplessi e iniziano a interrogarsi su un possibile menage à quatre. E deve sembrare una soluzione abbastanza appetibile, alle coppie di quasi quarantenni lì con noi, che ci vedono tutto il giorno in spiaggia che ridiamo e scherziamo delle nostre piccole tragedie amorose con la complicità di chi negli anni si è costruito un rapporto che naviga su un canale preferenziale. Cosa che a molti di loro, probabilmente, non è riuscito di fare, condannati come sono a dimenarsi frustrati e pieni di disperazione in una sorta di tonnara. Il che, a me e K., un po' ci inquieta, un po' ci fa apprezzare quello che abbiamo per le mani, anche se lontano e problematico, ma soprattutto ci fa sospirare per lo scampato pericolo.
(K. comunque se a 60 anni siamo ancora entrambi single e mi vuoi sposare, sappi che non opporrò resistenza)