Certe mattine mi sveglio con la convinzione che se Freud avesse visto me, durante le sue sedute, anziché Anna O., probabilmente l'attuale terapia psicanalitica sarebbe differente, e prevederebbe, per prassi, elettroshock preventivi e blindatissime gabbie al posto di comodi divanetti.
Credetemi quando dico che da anni una delle mie più vivide fantasie sessuali è quella di picchiare un nudissimo e biondissimo Massimo Ciavarro fino a fargli chiedere pietà tra le lacrime. Ora, qualcuno mi dirà, poco male, sei una sadica, trovati uno che ci gode a farsi picchiare e scatènati. E invece no. Le dinamiche sadomaso, su di me, non hanno mai avuto nessun appeal nella vita reale, di questo credo me ne saranno grati i miei milleduecento ex. Non mi ci vedo proprio nei panni della dominatrice, già stento a dominare voi blogger quando vi accanite a commentare, figuriamoci vestirmi in latex, mettermi scarpe con le zeppe (e qui, non per un fatto di complesso per l'altezza, sia ben chiaro) e imbracciare un frustino, dopo veramente mi portate da Moira Orfei e vi fate pagare un biglietto per guardarmi. E poi, cacchio, la vita è difficile per tutti, mi accontento di appostarmi vicino alle casse della Coop Adriatica e mettere gli sgambetti alle vecchiette, per sentirmi appagata.
Difatti, quando si passa al lato erotico, non picchio mai nessuno (scusate, lo ribadisco per non rovinarmi la piazza). Resta il fatto che un briciolo di sadismo immaginario, non verso il povero Ciavarro, ma verso la categoria degli uomini biondi, è per me sempre stato, incredibilmente e inspiegabilmente, un potentissimo turn on. Poi, l'altro giorno, la proustiana intermittenza del cuore.
Avevo non più di 10 anni. Era quasi estate, e la stanza era incredibilmente luminosa. Si affacciavano a quell'epoca le prime fantasie erotiche (leggi: le madri delle mie amiche non volevano farle giocare con me perché quelle cretinette raccontavano che quando venivano a casa mia, si inscenavano dei giochetti tra Barbie e Ken completamente nudi che facevano strani versi). Ancora a quell'età, passavo i pomeriggi interi a studiacchiare e fare giochini perversi sotto il tavolo della cucina. Contemporanemante, mia madre dava ripetizioni di economia aziendale a ragazzi delle scuole superiori.
Giovanna e Luca. Entrambi biondissimi, entrambi poco più che sedicenni, entrambi con un quoziente intellettivo che, sommato, non avrebbe raggiunto la metà di quello degli uomini che poi ho preso a frequentare (non a dieci anni, poco dopo). E' vero, avevo dieci anni, però amavo lui e il suo faccino simil-Ciavarro. In modo strampalato - questo non è cambiato col tempo -, fantasioso - come prima -, assolutamente totalizzante - idem cum patate. Il sogno ricorrente di quei tempi era di fargli il bagno: in pratica avevo già degli istinti sessuali, ma con una sorta di cicciobello inerme (ora che ci penso bene, ad oggi neanche questo è cambiato). Puntualmente il sogno si interrompeva quando lui si sporgeva dalla vasca piena di schiuma per baciarmi, il che mi fa pensare che forse già da piccola sapevo che spesso il bello è da ricercare nell'irreale, e che è un miracolo quando un contatto con una persona reale riesce a farti tremare per l'emozione.
Comunque, sto divagando. Fatto sta che noi - io, Barbie e Ken - si era tutti e tre sotto il tavolo, con me che guardavo e loro due impegnati in una mercy fuck (lui aveva scoperto di essere in fin di vita per aver mangiato caramelle da uno sconosciuto, questo per dirvi quanto mi abbiano traumatizzata da piccola con 'sta storia), quando lui si toglie la scarpa e la infila tra le gambe di lei, che aveva una minigonna imbarazzante. Il tutto per 4-5 minuti, mentre mia madre parlava loro di patrimonio e utili. Ora, capirete bene che la sottoscritta, Barbie e Ken, sono rimasti piuttosto colpiti da questo fatto, e dal sentir poco dopo lui chiedere a lei ti è piaciuto? Col senno di poi, mi viene da ridere a pensare a questo illuso sedicenne che pensava di poter soddisfare una donna in quattro/cinque minuti - sì, lo so che per molti di voi è la media, però sappiate che non è abbastanza - e per di più con un piede, però sul momento sentii il mio cuore di decenne andarmi in pezzi. E da qui nacque nacque il mio odio per l'economia aziendale e per gli uomini biondi, con cui infatti non ho mai avuto niente a che fare. Ci vorrebbe un'altra vita.
E voi? Fantasie strambe? Leccare i piedi a Violante Placido, un threesome con la vostra fidanzata/il vostro fidanzato e sua madre/suo padre? Dormite abbracciati anche voi al vostro pc quando vi sentite soli e insoddisfatti?
Credetemi quando dico che da anni una delle mie più vivide fantasie sessuali è quella di picchiare un nudissimo e biondissimo Massimo Ciavarro fino a fargli chiedere pietà tra le lacrime. Ora, qualcuno mi dirà, poco male, sei una sadica, trovati uno che ci gode a farsi picchiare e scatènati. E invece no. Le dinamiche sadomaso, su di me, non hanno mai avuto nessun appeal nella vita reale, di questo credo me ne saranno grati i miei milleduecento ex. Non mi ci vedo proprio nei panni della dominatrice, già stento a dominare voi blogger quando vi accanite a commentare, figuriamoci vestirmi in latex, mettermi scarpe con le zeppe (e qui, non per un fatto di complesso per l'altezza, sia ben chiaro) e imbracciare un frustino, dopo veramente mi portate da Moira Orfei e vi fate pagare un biglietto per guardarmi. E poi, cacchio, la vita è difficile per tutti, mi accontento di appostarmi vicino alle casse della Coop Adriatica e mettere gli sgambetti alle vecchiette, per sentirmi appagata.
Difatti, quando si passa al lato erotico, non picchio mai nessuno (scusate, lo ribadisco per non rovinarmi la piazza). Resta il fatto che un briciolo di sadismo immaginario, non verso il povero Ciavarro, ma verso la categoria degli uomini biondi, è per me sempre stato, incredibilmente e inspiegabilmente, un potentissimo turn on. Poi, l'altro giorno, la proustiana intermittenza del cuore.
Avevo non più di 10 anni. Era quasi estate, e la stanza era incredibilmente luminosa. Si affacciavano a quell'epoca le prime fantasie erotiche (leggi: le madri delle mie amiche non volevano farle giocare con me perché quelle cretinette raccontavano che quando venivano a casa mia, si inscenavano dei giochetti tra Barbie e Ken completamente nudi che facevano strani versi). Ancora a quell'età, passavo i pomeriggi interi a studiacchiare e fare giochini perversi sotto il tavolo della cucina. Contemporanemante, mia madre dava ripetizioni di economia aziendale a ragazzi delle scuole superiori.
Giovanna e Luca. Entrambi biondissimi, entrambi poco più che sedicenni, entrambi con un quoziente intellettivo che, sommato, non avrebbe raggiunto la metà di quello degli uomini che poi ho preso a frequentare (non a dieci anni, poco dopo). E' vero, avevo dieci anni, però amavo lui e il suo faccino simil-Ciavarro. In modo strampalato - questo non è cambiato col tempo -, fantasioso - come prima -, assolutamente totalizzante - idem cum patate. Il sogno ricorrente di quei tempi era di fargli il bagno: in pratica avevo già degli istinti sessuali, ma con una sorta di cicciobello inerme (ora che ci penso bene, ad oggi neanche questo è cambiato). Puntualmente il sogno si interrompeva quando lui si sporgeva dalla vasca piena di schiuma per baciarmi, il che mi fa pensare che forse già da piccola sapevo che spesso il bello è da ricercare nell'irreale, e che è un miracolo quando un contatto con una persona reale riesce a farti tremare per l'emozione.
Comunque, sto divagando. Fatto sta che noi - io, Barbie e Ken - si era tutti e tre sotto il tavolo, con me che guardavo e loro due impegnati in una mercy fuck (lui aveva scoperto di essere in fin di vita per aver mangiato caramelle da uno sconosciuto, questo per dirvi quanto mi abbiano traumatizzata da piccola con 'sta storia), quando lui si toglie la scarpa e la infila tra le gambe di lei, che aveva una minigonna imbarazzante. Il tutto per 4-5 minuti, mentre mia madre parlava loro di patrimonio e utili. Ora, capirete bene che la sottoscritta, Barbie e Ken, sono rimasti piuttosto colpiti da questo fatto, e dal sentir poco dopo lui chiedere a lei ti è piaciuto? Col senno di poi, mi viene da ridere a pensare a questo illuso sedicenne che pensava di poter soddisfare una donna in quattro/cinque minuti - sì, lo so che per molti di voi è la media, però sappiate che non è abbastanza - e per di più con un piede, però sul momento sentii il mio cuore di decenne andarmi in pezzi. E da qui nacque nacque il mio odio per l'economia aziendale e per gli uomini biondi, con cui infatti non ho mai avuto niente a che fare. Ci vorrebbe un'altra vita.
E voi? Fantasie strambe? Leccare i piedi a Violante Placido, un threesome con la vostra fidanzata/il vostro fidanzato e sua madre/suo padre? Dormite abbracciati anche voi al vostro pc quando vi sentite soli e insoddisfatti?