Ieri sera ho deciso di preparare la cena di benvenuto per la nuova coinquilina. Il menu, della serie "nun semo vegani", consisteva in: tagliatelle alla bolognese, polpette, gateau di patate e soufflè al cioccolato. Tutto vero, non sto cercando di convicervi che sono una donna da sposare, voglio solo rendere nota al mondo la mia abilità nel preparare meravigliose polpette (wonderful meatballs, merveilleuses boulettes, maravillosas albondigas, wunderbares klopses, pur'pett tropp bell - non si sa mai da dove potrebbe leggermi il mio futuro marito). Ad ogni modo, dicevamo.
La nuova coinquilina, che chiameremo L'Afflitta, viene ad aggiungersi allo zoccolo duro di Via Broccaindosso - io e D., la mia amica e sodale (un po' sul modello Berlusconi/Dell'Utri, per intenderci) - e segue, in ordine cronologico, alla Bestia Immonda che con la sua negatività perenne riusciva a fiaccare anche gli spiriti più entusiasti - e alla Vegana Integralista, che pretendeva che in casa non si usassero tampax o assorbenti normali ma straccetti rigorosamente in lino e fibre naturali da lavare con saponi non inquinanti. Perciò, sostituire cotante figure con qualcuno di altrettanto problematico non era un'impresa semplice: per giorni abbiamo aperto la nostra casa a orde barbariche di ragazze carine - troppo carine, meglio di no, sennò passiamo la vita a rosicare - , spiritose - ma che, vuole andare a Zelig? lasciamo perdere, va' -, ordinate - no dai, poi c'ammorba con la storia della precisione -, grintose - ci serve qualcuno di gestibile, questa vuole comandare -, serene - no, poi ci viene l'angoscia se questa sorride sempre. Alla fine abbiamo decretato all'unanimità che la nostra nuova coinquilina sarebbe stata lei. La ventisettenne Afflitta. Ovviamente non avevamo tenuto in considerazione il fatto che una delle caratteristiche principali della sottoscritta è una certa dannosa empatia, che mi porta a percepire e a condividere gli stati d'animo altrui in maniera piuttosto intensa - il che è un bene se vivi con un'allegrona, una male se vivi con l'Afflitta.
L'Afflitta è grigia, depressa, fanatica religiosa - ha un enorme rosario al collo e ieri mi ha detto che il Signore mi ha "male illuminata", perché le mie azioni "non sono volte al bene ma al piacere personale" (e dici niente!) -, piange sempre, non si schioda mai dal suo pc prima delle 4 di notte, sembra interessata solo a ripetere in loop le sue catastrofiche vicende amorose e si aggira silenziosa per la casa con la sua vestaglia da camera rosa. Rararamente ha degli accessi di riso isterico alle mie battute.
Quando ieri le ho chiesto se aveva voglia di cenare con noi per festeggiare il suo arrivo in casa, mi ha risposto con occhio liquido "certo, con gioia". Ora, detta da lei, la parola "gioia"assume nuovi e inquietanti significati che non vorrei mai esplorare, ad ogni modo ha accettato e abbiamo cenato senza particolari intoppi; solo una volta ha fatto cenno alle sue ferite psicologiche ma è stata repentinamente messa a tacere da una polpetta.
Il che ci riporta al punto di partenza, la polpetta, nonché al titolo di questo post. La polpetta è multifunzione: attira gli uomini perché sa di cucina della mamma, se debitamente avvelenata vi libera da cani che abbaiano nel cuore della notte e mette a tacere donne logorroiche. Praticamente è una panacea.
Martha Stewart sarebbe fiera di me.
La nuova coinquilina, che chiameremo L'Afflitta, viene ad aggiungersi allo zoccolo duro di Via Broccaindosso - io e D., la mia amica e sodale (un po' sul modello Berlusconi/Dell'Utri, per intenderci) - e segue, in ordine cronologico, alla Bestia Immonda che con la sua negatività perenne riusciva a fiaccare anche gli spiriti più entusiasti - e alla Vegana Integralista, che pretendeva che in casa non si usassero tampax o assorbenti normali ma straccetti rigorosamente in lino e fibre naturali da lavare con saponi non inquinanti. Perciò, sostituire cotante figure con qualcuno di altrettanto problematico non era un'impresa semplice: per giorni abbiamo aperto la nostra casa a orde barbariche di ragazze carine - troppo carine, meglio di no, sennò passiamo la vita a rosicare - , spiritose - ma che, vuole andare a Zelig? lasciamo perdere, va' -, ordinate - no dai, poi c'ammorba con la storia della precisione -, grintose - ci serve qualcuno di gestibile, questa vuole comandare -, serene - no, poi ci viene l'angoscia se questa sorride sempre. Alla fine abbiamo decretato all'unanimità che la nostra nuova coinquilina sarebbe stata lei. La ventisettenne Afflitta. Ovviamente non avevamo tenuto in considerazione il fatto che una delle caratteristiche principali della sottoscritta è una certa dannosa empatia, che mi porta a percepire e a condividere gli stati d'animo altrui in maniera piuttosto intensa - il che è un bene se vivi con un'allegrona, una male se vivi con l'Afflitta.
L'Afflitta è grigia, depressa, fanatica religiosa - ha un enorme rosario al collo e ieri mi ha detto che il Signore mi ha "male illuminata", perché le mie azioni "non sono volte al bene ma al piacere personale" (e dici niente!) -, piange sempre, non si schioda mai dal suo pc prima delle 4 di notte, sembra interessata solo a ripetere in loop le sue catastrofiche vicende amorose e si aggira silenziosa per la casa con la sua vestaglia da camera rosa. Rararamente ha degli accessi di riso isterico alle mie battute.
Quando ieri le ho chiesto se aveva voglia di cenare con noi per festeggiare il suo arrivo in casa, mi ha risposto con occhio liquido "certo, con gioia". Ora, detta da lei, la parola "gioia"assume nuovi e inquietanti significati che non vorrei mai esplorare, ad ogni modo ha accettato e abbiamo cenato senza particolari intoppi; solo una volta ha fatto cenno alle sue ferite psicologiche ma è stata repentinamente messa a tacere da una polpetta.
Il che ci riporta al punto di partenza, la polpetta, nonché al titolo di questo post. La polpetta è multifunzione: attira gli uomini perché sa di cucina della mamma, se debitamente avvelenata vi libera da cani che abbaiano nel cuore della notte e mette a tacere donne logorroiche. Praticamente è una panacea.
Martha Stewart sarebbe fiera di me.