Da generazioni la mia famiglia si fonda su un rigoroso razionalismo gobettiano. Nonni agnostici, genitori atei, zii anticlericali convinti, nipoti scomunicati. Ciò ovviamente non ci impedisce di scimmiottare le tradizioni cattoliche non appena ci si presenta l'occasione, per svariati motivi: il 90% della famiglia (dati alla mano) ritiene che il cenone faccia "famiglia vera", l'8% pensa che sia bene salvaguardare le tradizioni, anche le più paradossali, il 2% (l'alcolizzata di mia nonna e io) perché è l'unica situazione in cui si beve il Brunello di Montalcino anziché lo scarsissimo Tavernello.
Nella fattispecie, nei confronti del natale ci approcciamo con la stessa curiosità mista a stupore con cui Bronislaw Malinowski probabilmente si avvicinò alle tradizioni degli abitanti delle Trobriand, con un atteggiamento, insomma, di osservazione partecipante. Come dire: già che ci siamo, gozzovigliamo. Abbiamo il presepe ma il bambinello è nato settimane fa; facciamo il cenone, ma mangiamo sushi; a mezzanotte cantiamo "Tu scendi dalle stelle" ma ne improvvisiamo il testo perché siamo troppo ubriachi per ricordarcelo; mio nonno, prima di iniziare la cena, recita una preghiera ispirata alla tecnica del flusso di coscienza (o all'alcolismo più spinto, una dei due), in cui lui, superuomo nietszchiano, inizia col benedirci tutti e quasi sempre finisce con un'invettiva contro Berlusconi. Ordunque dicevamo. La preghiera.
Prima della preghiera, la zia rincoglionita novantenne si alza a sedere (cosa che ci stupisce enormemente, visto che sta sulla sedia a rotelle per tutto il resto dell'anno) e dice : "prima della preghiera voglio dire una cosa". Poi si volta verso di me e mi guarda.
Silenzio.
Silenzio.
Il silenzio inizia a diventare talmente lungo che sulla nuca mi spuntano muschi e licheni. Tanto meglio, saprò dov'è il nord quando cercherò di fuggire verso il polo, e qualcosa mi dice che questo avverrà presto, troppo presto.
"Allora, SunOfYork, questo fidanzato quando te lo sposi?"
Se fossi un'altra, le farei venire un ictus rispondendole "il 24 maggio 2019", tanto tirerà le cuoia prima (credo, anche se la longevità delle donne della mia famiglia è proverbiale).
Ma non sono un'altra e non me la sento di rischiare la figuraccia - il 2019 in effetti è piuttosto vicino - inoltre conosco a memoria le regole del gioco, per cui replico: "ma perché sempre a me? chiedetelo a lei!" e indico mia cugina di quattro anni.
La vecchia rinco punta l'indice verso il cielo e scaglia il suo anatema: "sicuramente si sbrigherà prima di te". Dopodiché ritorna a sbavare sulla sedia a rotelle.
In tutto questo cirque du soleil, mio padre (dando delle gomitate nelle costole a mia madre): "ma chi è quella?".
"come chi è quella, è nostra figlia".
Mio padre: "ah, quella che sta a bologna?" - "Sì" - "Dovrebbe smettere di leggere Gertrude Stein". Ovviamente mio padre non legge il mio blog, e non sa che non sono lesbica.
Se dovesse passare da queste parti, provo a metterlo per iscritto.
Sono etero, solo non ho (ancora) un marito.
Come dire, quaesivi sed non inveni, illum vocavi et non respondit mihi, solo in un'ottica vagamente differente.
Appurata la mia identità sessuale, l'onore della famigghia salvo è.
Nella fattispecie, nei confronti del natale ci approcciamo con la stessa curiosità mista a stupore con cui Bronislaw Malinowski probabilmente si avvicinò alle tradizioni degli abitanti delle Trobriand, con un atteggiamento, insomma, di osservazione partecipante. Come dire: già che ci siamo, gozzovigliamo. Abbiamo il presepe ma il bambinello è nato settimane fa; facciamo il cenone, ma mangiamo sushi; a mezzanotte cantiamo "Tu scendi dalle stelle" ma ne improvvisiamo il testo perché siamo troppo ubriachi per ricordarcelo; mio nonno, prima di iniziare la cena, recita una preghiera ispirata alla tecnica del flusso di coscienza (o all'alcolismo più spinto, una dei due), in cui lui, superuomo nietszchiano, inizia col benedirci tutti e quasi sempre finisce con un'invettiva contro Berlusconi. Ordunque dicevamo. La preghiera.
Prima della preghiera, la zia rincoglionita novantenne si alza a sedere (cosa che ci stupisce enormemente, visto che sta sulla sedia a rotelle per tutto il resto dell'anno) e dice : "prima della preghiera voglio dire una cosa". Poi si volta verso di me e mi guarda.
Silenzio.
Silenzio.
Il silenzio inizia a diventare talmente lungo che sulla nuca mi spuntano muschi e licheni. Tanto meglio, saprò dov'è il nord quando cercherò di fuggire verso il polo, e qualcosa mi dice che questo avverrà presto, troppo presto.
"Allora, SunOfYork, questo fidanzato quando te lo sposi?"
Se fossi un'altra, le farei venire un ictus rispondendole "il 24 maggio 2019", tanto tirerà le cuoia prima (credo, anche se la longevità delle donne della mia famiglia è proverbiale).
Ma non sono un'altra e non me la sento di rischiare la figuraccia - il 2019 in effetti è piuttosto vicino - inoltre conosco a memoria le regole del gioco, per cui replico: "ma perché sempre a me? chiedetelo a lei!" e indico mia cugina di quattro anni.
La vecchia rinco punta l'indice verso il cielo e scaglia il suo anatema: "sicuramente si sbrigherà prima di te". Dopodiché ritorna a sbavare sulla sedia a rotelle.
In tutto questo cirque du soleil, mio padre (dando delle gomitate nelle costole a mia madre): "ma chi è quella?".
"come chi è quella, è nostra figlia".
Mio padre: "ah, quella che sta a bologna?" - "Sì" - "Dovrebbe smettere di leggere Gertrude Stein". Ovviamente mio padre non legge il mio blog, e non sa che non sono lesbica.
Se dovesse passare da queste parti, provo a metterlo per iscritto.
Sono etero, solo non ho (ancora) un marito.
Come dire, quaesivi sed non inveni, illum vocavi et non respondit mihi, solo in un'ottica vagamente differente.
Appurata la mia identità sessuale, l'onore della famigghia salvo è.
4 comments:
Ma io non ho capito perché ovunque vada ti additano come lesbica.
Però è bello vedere che non sono il solo ad avere difficoltà a rapportarsi al Natale. :P
oh thelegs! buona domanda!
credo sia dovuto al fatto di essere nata con una totale assenza di quella vanità femminile che rende appunto le femmine, femmine, per cui è difficile vedermi loliteggiare con qualcuno o fare quelle risatine isteriche alle battute del maschio di turno.
ciò non toglie che il maschio di turno ci sia :)
SoY
(un giorno di questi ci vedremo a Storie, volente o nolente)
Non per dire, ma alle mie battute hai riso eccome.
(Ovvio, tra l'altro ultimamente dovrebbe riuscire anche più facile [per la serie: i 6 gradi di separazione ce fanno na pippa], quindi organizziamoci volentieri per un sano avvinazzamento ^^)
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