Oggi sì, va bene. Oggi che Lei si è svegliata, si è fatta lavare e vestire senza troppi strepiti, l'ho portata al nido e sganciata come un pacco bomba senza guardarmi indietro, poi di corsa verso l'auto parcheggiata sul marciapiede e via chiavi, accensione, marcia ingranata e via lontana dai mattoncini rossi del Laura Alpi verso un minuscolo tempo spazio tutto mio in cui lavorare, farmi bella (leggi: rendermi umana), sistemare casa, spazio tempo che proprio oggi con la sfiga che mi ritrovo, è stato dedicato a farmi una panoramica dopo che un devastante mal di denti mi ha portato in due giorni due volte al pronto soccorso solo per farmi dire che, se sei una fricchettona che allatta ancora nonostante la figlia abbia tredici mesi, devi soffrire, ché il toradol non è proprio proprio compatibile con l'allattamento. E poi riprenderla dal nido, sentire che è stata serena e si è divertita, e poi coccole, passeggiata in centro, e ritrovare la voglia di scrivere su questo blog dove ormai non passa più nessuno, e forse anche per quello. E insomma, oggi sì, va bene.
Ma è una giornata su sette, forse meno. Ok i bambini son bambini, ma non venite a dirmi sono tutti uguali. Ci sono quelli più facili e paciocconi, e quelli più difficili e irrequieti. Io ovviamente ho avuto la fortuna di una bambina che dire irrequieta e dir poco: magra come un chiodo e lunghissima, nervosa, non mangia, o, quel po' che mangia, lo fa col fare di chi elargisse un favore enorme a dei poveri cristi, e solo dopo una quantità di strepiti suoi (e nostri) tali da farle consumare tutte le (poche) calorie incamerate. Non dorme, se non nei momenti in cui non può dormire, tipo la mattina quando la devo portare al nido. E in quei pochi momenti, non vuole stare nel suo lettino ma nel lettone con me. Non esiste pisolino pomeridiano, da, fatemi pensare, da mai. L'unico pisolino che fa è in braccio a me o al povero cristo di suo padre. Odia i passeggini. Odia andare in macchina, quando tutti gli altri bambini si addormentano pacifici non appena sentono rumore di chiavi nel cruscotto. Odia le scarpine e le calze, che si strappa via dopo due secondi netti e la gente mi guarda come una mamm snaturata che porta in giro la figlia scalza a fine ottobre. Odia il ciuccio (rendiamoci conto, il ciuccio, cioè i genitori devono lottare per toglierlo, il fottuto ciuccio, e noi ancora a un anno e un mese speriamo che un giorno, a diciott'anni magari, lo prenda). Odia quando le dicono di fare ciao ciao, di dire mamma o papà a comando, anzi, di fare qualsiasi cosa a comando (diventa isterica, poretta, questo l'ha preso dalla mamma). Le piace: infilare i plasmon nelle prese elettriche, tirarsi addosso oggetti pesanti di qualsiasi tipo, mettersi in piedi vicino al water e pucciare il ciuccio nell'acqua dello scarico, aprire il rubinetto del bidet e bagnarsi di acqua gelida, strappare libri fuori catalogo della mamma e topolini da collezione del babbo, rigare il parquet con le chiavi di casa, gridare a squarciagola fino a farsi venire la tosse, infilarsi in bocca il mio spazzolino da denti, succhiare ogni singola energia della mamma e del papà, creare un firmamento di stelline plasmon sul pavimento o in alternativa sul muro, ingoiare pezzi di giornale.
Insomma, capirete che il tempo per scrivere su questo blog scarseggia. Ma prometto soprattutto a me stessa che lo troverò, foss'altro per venire qui a lamentarmi di non aver avuto uno di quei figli paciocconi che esistono e io lo so, perché li ho visti coi miei occhi al nido dove va mia figlia, e se non mi credete, vi do l'indirizzo e andateveli a vedere perché sono uno spettacolo.
PS Capirete che l'epoca dei titoli intelligenti, delle revisioni e delle cesellature dei post, delle citazioni musicali o letterarie è finita. Adesso è il momento della sopravvivenza, vediamo che posso fare.
6 comments:
Io passo ancora, e che dire, si' i paciocconi ci sono e c'e' chi sostiene che siano prevalentemente maschi. Aspetto altri sfoghi con ansia.
Passo anche io. Ho una nostalgia pazzesca della stagione dei blog.
passo +1
Insomma, la tua bimba è un angioletto! :D
Vedila in questo modo: da grande sarà difficile, per lo Stato, piegarla ai loro servigi. Consolatorio, no?
(Perdona il doppio commento, ma ho appena appreso che tua figlia si chiama Agata. Proprio come Agata Brioches.)
http://www.youtube.com/watch?v=1ZdZ-hcIuMo
Io non ho mai commentato sul tuo blog nonostante lo segua da anni; La Pazza mi ricorda un po' l'Amélie Nothomb ancora in fasce, cioè nell'era pre-cioccolato. Forse un quadratino di cioccolato svizzero la rimetterà al mondo e la tranquillizzerà una volta per tutte come è successo alla scrittrice in Metafisica dei Tubi (:
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