Son tornata a Bari per le vacanze di Pasqua. Tornare a Bari per le vacanze, oltre a bere in media sei caffè al giorno, farmi ingozzare di cibo con un imbuto da mia nonna, coccolarmi il nonno, aggiornare i miei sulla mia vita in estenuanti sessioni di autoanalisi, tornare a dormire in un letto singolo, significa soprattutto spupazzarmi i miei minuscoli cugini da mattina a sera.
Di quell'intellettuale engagé di mio cugino Werther, avevo già parlato tempo fa. Non avevo invece parlato delle terribile Sunofyork jr.
Sunofyork jr è un inno al Ritalin: fa tutte le cose che un bambino non dovrebbe mai fare, e per di più le fa tutte insieme, urlando a squarciagola, e ridendo per il gusto della trasgressione. Basti pensare che ieri, durante la processione del Venerdì Santo del mio quartiere, alla comparsa della statua della Madonna Addolorata, ha iniziato a correre tra i chierichetti urlando come un'invasata "Ho visto la Madonna".
Insomma, io la amo follemente, mi fa tanto ridere, ma dopo un paio d'ore con lei mi rendo conto che tutti quei caffè forse non li avrei dovuti bere tanto c'è già lei a farmi esaurire.
E allora oggi, complice il bel tempo, l'ho portata alla pineta. Lì sono riuscita a vedere tutti i pro di andare in giro con una bimba. Infatti, mentre lei nell'ordine: 1. sradicava un pino, 2. scavava una buca profonda un metro e ci buttava dentro un bambino più piccolo per poi ricoprirlo di terra (se non fosse stata fermata in tempo), 3. cercava di sedurre il gelataio con frasi tipo "mò c'sì bell" per scroccare un cremino gratis, 4. tentava di smantellare il chioschetto del suddetto gelataio quando lui si è rifiutato di regalarle l'ennesimo pacchetto di Fonzies, 5. spaccava a calci le giostrine, insomma mentre questo genio del male faceva tutte queste cose, per giunta strillando come un'aquila, io ero lì circondata dai vitelloni del mio paese che, non ricordandosi di me perché manco ormai da anni da Bari e incuriositi da un viso nuovo, si prodigavano in una serie di maschie gentilezze: una massa di uomini tra i trenta e i quaranta mi offriva il caffè, pagava i gelati a Sunofyork jr discettando nostalgico su quanto tempo è passato da quando esistevano solo il Cucciolone e il Fiordifragola e non il GummyUp o l'X-Pop, mi parcheggiava la macchina meglio di come l'avevo lasciata (di traverso sulle strisce, sono pur sempre a Bari), si complimentava con me per il fatto di avere una figlia di sei anni pur essendo così giovane, mi chiedeva dove fosse mio marito ("Marito? Non c'è nessun marito", ho detto sconsolata - che poi è la verità, ho solo omesso di dire che quella selvaggia non è figlia mia e aggiunto che mi chiama Sunofyork e non "mamma" perché andiamo molto fiere del nostro nome, poi loro hanno fatto le loro deduzioni) e innoridiva davanti a un uomo che abbandona una donna giovane e bella e per giunta con una figlia.
E io lì, chiacchieravo con tutti, avevo un sorriso per ognuno di loro, e mi sono divertita un casino.
Poi però, quando Sunofyork jr ha iniziato a fare delle palle di terriccio grandi quanto la mia testa e a lanciarle contro i passanti, ho dovuto schiaffarla in macchina e salutarli tutti.
Sono andata via sorridendo, coi capelli biondi svolazzanti e facendo spegnere settecento volte la macchina davanti a loro (perché cacchio il tipo che ha parcheggiato per me ha ingranato la terza?), e ho i miei buoni motivi per ritenere di essere diventata il loro sogno erotico.
(Sì, ok, sempre di dei nullafacenti ultratrentenni che vivono con le loro madri, però meglio di niente)