Esistono cinque parole più dolci e significative, pur nella loro palese falsità? Cinque parole più potenti, nella loro piccola poesia quotidiana, e insieme altrettanto struggenti, nel loro tentativo di negare il vero?
Stai tranquilla, io sto bene, vuol dire mille cose. Mille cose di quella semplicità un po' bambina che sa di casa, pane caldo, latte, mani strette, mamma, stelle alla finestra, di quelle cose buone che assimili nel profondo senza nemmeno accorgertene, e che non sono solo buone ma anche belle, cose tipo "ci tengo a te e sono disposto a mentire per non scombussolarti troppo" e che la dicono lunga su quanto una persona possa essersi abituata, nell'arco di una vita, a non dare troppo ascolto a certe fragilità e a mettersi da parte per pensare ad altro. Perché, per l'appunto, Stai tranquilla, io sto bene, vuol dire mille cose. Mille cose più una, per chi sa ascoltare, e cioè: non stare tranquilla, non sto bene.
Stai tranquilla, io sto bene, è una frase che mi sono sentita dire spesso in passato e che continuo a sentirmi dire ancora ora da chi cerca di mettermi un ombrello sulla testa, sapendomi refrattaria ai ripari. Ed è una frase a cui non crederò mai, nemmeno dovessero ripeterla come un mantra fino a ipnotizzarmi, ma che allo stesso tempo mi farà sempre sorridere, per quel tacito affetto che si porta dietro, per quella sottesa carezza sulla testa.
Stai tranquilla, io sto bene (Je vais bien, ne t'en fais pas), è anche il titolo di un romanzo di Olivier Adam che mi è capitato tra le mani qualche tempo fa. E anche in quel caso, la storia era la stessa: lo strazio intimo e sempre delicato di un padre che decide di imbastire una bugia nella speranza di difendere sua figlia Claire dall'aggressione della realtà - che in questo caso prende le forme brutali e incomprensibili della scomparsa di un figlio per lui, e di un fratello per lei. E per farlo, sceglie di compiere il più classico degli atti d'amore: mentire per proteggere. Affrontare di tanto in tanto spostamenti su e giù per la Francia col solo scopo di appiccicare questa manciata di parole su cartoline ogni volta diverse, così da convincere Claire a star tranquilla, ché tanto lui, suo fratello, sta bene, sta solo affrontando un lungo viaggio.
Che poi è forse quello che noi tutti ci auguriamo, quando perdiamo qualcuno. Che continuino a percorrere un sentiero. Che, anche se a noi invisibile, quell'intarsio minimale di passi possa avere una sua grammatica, un suo senso. E che stiano bene dove sono. Ma bene davvero, non solo per tranquillizzarci, ché ci diano loro la forza di occuparci di chi resta.
Stai tranquilla, io sto bene, vuol dire mille cose. Mille cose di quella semplicità un po' bambina che sa di casa, pane caldo, latte, mani strette, mamma, stelle alla finestra, di quelle cose buone che assimili nel profondo senza nemmeno accorgertene, e che non sono solo buone ma anche belle, cose tipo "ci tengo a te e sono disposto a mentire per non scombussolarti troppo" e che la dicono lunga su quanto una persona possa essersi abituata, nell'arco di una vita, a non dare troppo ascolto a certe fragilità e a mettersi da parte per pensare ad altro. Perché, per l'appunto, Stai tranquilla, io sto bene, vuol dire mille cose. Mille cose più una, per chi sa ascoltare, e cioè: non stare tranquilla, non sto bene.
Stai tranquilla, io sto bene, è una frase che mi sono sentita dire spesso in passato e che continuo a sentirmi dire ancora ora da chi cerca di mettermi un ombrello sulla testa, sapendomi refrattaria ai ripari. Ed è una frase a cui non crederò mai, nemmeno dovessero ripeterla come un mantra fino a ipnotizzarmi, ma che allo stesso tempo mi farà sempre sorridere, per quel tacito affetto che si porta dietro, per quella sottesa carezza sulla testa.
Stai tranquilla, io sto bene (Je vais bien, ne t'en fais pas), è anche il titolo di un romanzo di Olivier Adam che mi è capitato tra le mani qualche tempo fa. E anche in quel caso, la storia era la stessa: lo strazio intimo e sempre delicato di un padre che decide di imbastire una bugia nella speranza di difendere sua figlia Claire dall'aggressione della realtà - che in questo caso prende le forme brutali e incomprensibili della scomparsa di un figlio per lui, e di un fratello per lei. E per farlo, sceglie di compiere il più classico degli atti d'amore: mentire per proteggere. Affrontare di tanto in tanto spostamenti su e giù per la Francia col solo scopo di appiccicare questa manciata di parole su cartoline ogni volta diverse, così da convincere Claire a star tranquilla, ché tanto lui, suo fratello, sta bene, sta solo affrontando un lungo viaggio.
Che poi è forse quello che noi tutti ci auguriamo, quando perdiamo qualcuno. Che continuino a percorrere un sentiero. Che, anche se a noi invisibile, quell'intarsio minimale di passi possa avere una sua grammatica, un suo senso. E che stiano bene dove sono. Ma bene davvero, non solo per tranquillizzarci, ché ci diano loro la forza di occuparci di chi resta.
25 comments:
E' proprio come dici, anche quando perdiamo qualcuno c'è sempre qualcosa che vorremmo per lui.
Che splendore queste tue parole...
"Stai tranquilla, io sto bene". Esistono cinque parole più dolci e significative, pur nella loro palese falsità? Cinque parole più potenti, nella loro piccola poesia quotidiana, e insieme altrettanto struggenti, nel loro tentativo di negare il vero?
Mai come in questo periodo mi toccano nel profondo.
un pò meno di 20 anni fa, ho perso,improvvisamente, un caro amico.
queste stesse parole lui me le ha dette in sogno, sorridendo ("stai tranquilla, dove sono adesso, io sto bene")
sono passati tanti anni ma non le ho mai dimenticate e sono sempre stata sicura che fosse vero.
mi hai davvero commossa.
mi limito all'aspetto letterario... ero alla ricerca di una lettura... "locale" e contemporanea e (eccezione J.C. Izzo) non sapevo da dove iniziare :-)
Enjoy,
JJ
P.s.: bel post!
uff sun
e che cazz
sono commossa e nemmeno ho la giustificazione del premestruo
questo post e' un colpo basso
Solo chi ama incondizionatamente riesce a trovare quelle parole"Stai tranquilla, io sto bene"...
Molto toccante questa esperienza,
Un abbraccio!
Mi hai fatto commuovere
Bellissimo.
Ho visto solo il film basato su quel romanzo...nulla di più straziante
tu sei bella, Sun.
Sì, è bella.
Danilo
Sun, le persone cui ho voluto bene e che ho perso STANNO bene dove sono: al centro preciso del mio cuore.
E sì, tu sei bella, sì.
:)
Marianna
Non è facile, Sun, commentare questo post. Ma più difficile ancora credo sia rispondere ai commenti.
Perciò se taci, beh, credo che nessuno avrà niente da ridire.
Danilo
mi associo a punzi, c'ho la lacrimuccia... non ti preoccupare che io me la cavo... sniff, appena finisco di soffiarmi il naso pero'...
non è poi così difficile, dirò solo che se ho un blog, è per la gente straordinaria che in maniera del tutto casuale è confluita qui e scrive e commenta mai a sproposito, per chi pensa che io sia bella (siete pazzi, tutti e tre, divara, danilo e marianna) per punzy che borbotta ma che ha un cuore d'oro, per deborah che oggi non sa che pranzo si è persa, per gekko e miriam che sono d'accordo con me, JJ che legge da marsiglia (Izzo è di lì, no?), nez che mi ha fatto scoprire che c'è un film, yuki e jane che hanno apprezzato le mie parole, farlocca a cui porgo un kleenex, e per l'anonimo, che è la prova che queste parole valgono a qualcosa.
sun
Ma anche ammettendo che noi si sia pazzi, e tu non sia bella, per quale piffero di motivo credi che stiamo qui a leggerti?
Perchè scrivi cose belle? No, saremmo su qualcosadelgenere, o su eddiemac. O su sviluppina. Siamo qui perchè _tu_ sei bella. Sei una bella persona. Oddìo, con una pacca di difetti, non dico di no. Ma una bella persona.
Danilo
Toglimi una curiosità: ma perché parli anche a nome degli altri?
A parte chi mi conosce nella vita reale, che sicuramente saprà giudicare da sè se sono una bella o una brutta persona, la mia grande speranza (a prescindere da me) è che nessuno valuti gli altri sulla base del blog che scrivono.
E questo lo pensa angela, non sunofyork.
Danilo parla tranquillamente anche a nome mio, Sun.
Quando ho letto il post ho commentato di getto, con le uniche parole che mi venivano in quel momento perché mi avevi scaldata, illuminata (nel senso che mi hai proprio donato luce), commossa e consolata in poche righe.
Il mio non è un giudizio su di te, la mia è una piccola, illogica, irrazionale dichiarazione d'amore.
Diva,
ma tu conosci la vecchia Sun in tutto il suo splendore di biondastra frequentatrice dei bagni di marina di ravenna e sai che è timida e vive male i complimenti.
Però da sotto il letto ricambia la dichiarazione d'amore, piccola illogica e irrazionale.
:)
sun
Hai ragione su Izzo, era marsigliese; JJ invece ti legge da Nizza; sarebbe bello pensare che i lettori non giudichino le persone (reali) da quello che scrivono su un blog -
Enjoy,
JJ
è una recensione molto, molto bella. Brava.
Quanto è vero quello che dici...
un abbraccio!
che belle parole d'amore.
lo leggerò.
bello, bellissimo
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