Yes, darling. Life sucks

Learning how to cope since 1982

Stamattina, mentre in stato semicomatoso rotolavo da un capo all'altro del letto, mi sono messa a pensare alla situazione dell'editoria italiana. E quindi:
Intervistatrice: com'è l'editoria italiana, Sunofyork?
SOY: hai presente il Diavolo veste Prada? Uffici luminosi, vetrate infinite, parquet ovunque pure nei bagni? Hai presente donne con le Manolo Blahniks d'ordinanza ai piedi che lavorano su dei Mac immacolati?
I: Sì
SOY: bene, non c'entra un cazzo.
I:e allora?
SOY: hai presente la Repubblica delle Lettere rinascimentale? quei legami impalpabili e pur saldissimi tra intellettuali di ogni razza e credo?
I: inizi seriamente a darmi sui nervi.

Ebbene, la gilde degli editori italiani è una sorta di lillipuziana repubblica delle lettere, diciamo piuttosto una sorta di paesello delle lettere, con tutti i disservizi e le invidie che nascono nei paeselli di provincia: c'è la zitella acida (l'editor), la battona che va con tutti (l'agente letterario), il filosofo naif (l'editore) e lo scemo del villaggio (lo scrittore).
Gli scrittori possono essere di vari tipi: 1. l'esordiente molto emo, 2. il sapientone che non vale un cazzo (ma i due aspetti possono formare un unicum letale) e 3. quello veramente bravo (esistono e stiamo lavorando per farli accoppiare tra loro): bisogna avere occhio per riuscire a distinguere sin da subito tra le varie categorie.
Ora prendiamo la situazione standard: in una casa editrice entra un tale visibilmente agitato, rosso in volto, coi capelli scompigliati, che perde fogli da tutte le parti e che - potete scommetterci - sicuramente nell'iPod ha una compilation di successi degli Shins. Bene, a questo punto potete iniziare a sfregare le mani sotto la scrivania perché, cari miei, avete davanti ai vostri occhi una mammoletta emo contro cui sfogare tutte le vostre frustrazioni.
Ragazzo emo: salve, sono qui perchè il mio sogno è pubblicare un libro!
SOY (suonando una trombetta): ma noooooo? ma daaaai, veramente????ma come mai?in Italia vengono pubblicati solo 50mila libri l'anno, 140 libri al giorno di cui 120 non vedranno mai una libreria, come ti viene in mente un'idea così geniale?
Ragazzo emo: vorrei proporvi questo manoscritto, si chiama "Il campo di papaveri"...parla...di un campo...di papaveri...mi piacerebbe che al libro fosse allegato...non so...è un'idea...un papavero per ogni donna che lo comprerà...
SOY: ah, e agli uomini non ci pensi?
Emo: oh già...che sbadato...pensavo a qualcosa come...
SOY: UN RASOIO DA BARBA?
Emo: uhuhu dai su...non prendermi in giro...pensavo a qualcosa di più particolare...non so, DEI GEMELLI DA POLSO...mi ci ha fatto pensare un amico molto creativo.
SOY: immagino sia la stessa mente geniale che ha inventato i ciondoli da cellulare e i preservativi alla ciliegia.

A questo punto il ragazzo emo scappa via piangendo, voi leggete il manoscritto, mettiamo il caso assurdo che decidiate di pubblicarlo (impossibile ma procediamo). APPENA glielo comunicate, da ragazzo emo si trasforma in un natural born dada.
Arriva in casa editrice sbraitando contro le modifiche, e definendo il vostro lavoro di editing HITLERIANO.
Used-to-be ragazzo emo: ma poi, cos'hai contro la "i" ogni volta che scrivo conoscienza?
SOY: (sempre suonando la trombetta): un grembiulino a quadretti bianchi e blu! E anche due orecchie d'asino, presto! Allora, caro somaro, ripetiamo insieme: SCIENZA E COSCIENZA vogliono la "i". Conoscenza, no.
Used-to-be ragazzo emo ora diventato natural born dada: sarà come dici tu ma io stavo scardinando le regole grammaticali, comunque non mi sembra il caso di cancellarmi anche tutti i punti di sospensione e le virgole - poi piagnucolando - perché, perché vuoi snaturare la mia (udite udite!) OPERA!!! Io scrivo perché ho un'urgenza di raccontare la mia complessa vita interiore, non è un gioco per me!

Lasciamo un attimo in sospeso ora il nostro used to be ragazzo emo, ossia il nostro new born dada con qualche tocco dandy alla wilde e atteggiamenti lagnosi alla Mme Bovary.
Lasciamolo morire in pace.

Ma che è sto abuso della punteggiatura?
Concediamo ai ventenni - tanto non farei mai pubblicare romanzi di gente sotto i 30 - e alla loro grave tara dell'autobiografismo l'uso spopositato dei puntini di sospensione (sapete, fanno molto "sso' tormentato lassateme perde") , che pure devono essere rigorosamente 3 e non 4 o 5 e chi più ne ha più ne metta, ma che è 'sta storia delle virgole?
Una volta Danny DeVito mi ha detto che persino studiosi di fama internazionale come Canfora hanno problemi a piazzare le virgole.
Ma allora, signori miei, io mi chiedo perché gente incapace di cavarsela persino con la punteggiatura - figurarsi con il resto - abbia questa smania di successo. E' possibile che non si capisca che il "talento" è anche e soprattutto beruf weberiano*, e che come tale non debba essere sommerso da tonnellate di carta che verrà destinata al macero?
Mi chiedo io: è così in pubblicare un libro? Non so.
Quello che so per certo è che comprare libri è out.
E' così tanto out che quasi quasi ci scrivo su un libro per spiegare quanto.


*teoria del duro lavoro ("Etica protestante e spirito del capitalismo", Max Weber)

21 comments:

prostata said...

Eh, i puntini sospensivi messi a casaccio in effetti fanno molto emo... penso che un giorno, verranno sdoganati, magari quando gli emo saliranno al potere.

Anonymous said...

Mi sento un po' coinvolta.
E' tutto giusto, però, se un emo entra in casa editrice dicendo: "Voglio pubblicare un libro", sapessi che silenzio che cala su tutto, un silenzio seguito da frasi del tipo: "Oh, ma noi non pubblichiamo libri!" "E allora, tutta questa carta? Queste bozze?" "Ecco, vede, noi produciamo bozze. I libri li fa [inserire nome di una casa editrice concorrente]. Vada là, qualcuno le darà ascolto..." (e qui i puntini ci stanno, eh?)

Bloggo said...

secondo me, la gente delle case editrici ciànno troppa cattiveria dentro, poi se l'emo si taglia le vene, voglio vedere, quelli delle case editrici, cosa fanno.
['sto commento fa schifo, ma ti assicuro, senza virgole è peggio]

Anonymous said...

i tuoi post cominciano a diventare troppo intellettuali perfino per me

Anonymous said...

Ma di gente che entra e dice "Io un libro non lo voglio pubblicare" c'è?
Io lo farei. Poi ti direi di abbandonare la postazione e venire a berti un caffè con me.

Simone said...

Bellissimo, mi sembra di riconoscermi nello scrittore "emo", qualunque cosa questo significhi! ^^

Simone

Baol said...

Ehm...wow...come dire...
ricordami di non mandarti mai un mio scritto :D

Ciaooooo

Morgan said...

ottima idea, scrivi il libro e facci sapere........ (bastano i puntini?!)

Angelo Frascella said...

Mi hai fatto venire in mente il mio insegnante di lettere del secondo anno del liceo (scientifico) che segnava in blu la punteggiatura sbagliata.

ciao

Anonymous said...

Perchè ce l'avete tanto con chi non sa usare la punteggiatura, eh???
Guardate che siamo esseri umani anche noi e abbiamo bisogno di comprensione.
Io, con tutte quelle virgole in giro, mi confondo e poi le metto dove mi sento. E di solito sento di metterle completamente a culo.
Se a volte le azzecco, non è affatto merito mio.

kabalino said...

però, voglio dire, un paio di gemelli a forma di papavero...no?

tracina said...

ma perchè quando leggo i tuoi post mi sento piccolopiccolo?
e comunque io il tuo libro lo comprerei. e lo regalerei anche. e a questo punto mi era partito un film mentre commentavo che forse trascrivevo e ti inviavo in redazione e magari lo leggevi e me lo fai pubblicare.eh?

TheLegs said...

Dimmi..........ke Danny DeVito...........non è ki.........penso io..........

[Ok basta, dài, scusami; ora però riprenditi dallo shock anafilattico, e rispondimi con estrema calma, senza quella bavetta alla bocca e quell'aria minacciosa che mi preoccupano alquanto :P]

Athaualpa said...

Gli uni provano con i libri, gli altri con i blog. non é cambi molto.

Anonymous said...

Allora esiste. Esiste un lavoro per chi tiene a punteggiatura e ortografia e non è una maestrina in pensione, ma ha meno di 30 anni e perfino una vita sociale;
per chi sa che la vita non è la letteratura e che l'emozione bruta non è mai arte;
per chi forse non saprebbe scrivere un solo libro, ma sa giudicare tutti quelli scritti dagli altri;
per chi è molto più interessato a leggere che a scrivere, e molto più a vivere che a leggere (ma solo da poco, e non tutti i giorni).
Esiste ed è il tuo lavoro. Voglio farlo anch'io (nella foga stavo per scrivere 'voglio essere te' ma poi no, povera).

Ora giustamente dici: sì ok, bravo, però tu chi cazzo sei?

Molto lieto, sono Dund, il lettore dei lettori del blog del mio ragazzo.

SunOfYork said...

#thelegs: capa matta, a chi pensi tu?
#gelato al limon: ermetico :-|
#dund: sì un lavoro così esiste, spero tu non venga a sottrarmelo :)

Anonymous said...

credimi, non c'è pericolo!
semmai vorrei replicarlo :-)

Paul said...

Se non sbaglio, ti stai riferendo a Danny DeVito nel film "Renaissance Man", quello in cui c'è il famoso canto degli agenti letterari: "We few, we happy few, we band of brothers".

O forse no.

Anonymous said...

Angy,
spero che la questione di ieri si stia risolvendo per il meglio.
Un bacio,
V.
P.S.Ho visto ora il video "Sacco Nero" di Stefano.E' veramente spettacolare, fantastico.Ma è stato mandato a qualche tv/concorso?

SunOfYork said...

#bari blogs: in effetti non è che ci sia molta differenza tra agenti letterari e soldati :)
e comunque il saint crispin's day speech è sempre di grande ispirazione per tutti.
#bis:val vedrò oggi un avvocato, ma sono abbastanza tranquilla. sì il video ha già vinto un concorso diversi anni fa, ma purtroppo è ancora attuale.
S.

Anonymous said...

Cavolo, non immagini che orrore hai fatto paragonando gli shins all'emo (o a quello che oggi i ragazzetti di 15 anni spacciano per emocore, addio the get up kids dei bei tempi), mi piange il cuore, gli shins sono uno dei migliori gruppi in circolazione!

Subscribe