Yes, darling. Life sucks

Learning how to cope since 1982

Avevo smesso di piangere una manciata di mesi fa, abbastanza ironicamente nel momento in cui una mancanza enorme ha colpito la mia famiglia. I piccoli drammi della mia vita di quasi trentenne son scomparsi davanti a un'assenza brutta e inspiegabile che ha preso e raggelato tutte le lacrime, trasformandole in quel chicco di grandine che, fino ad oggi, mi si è piazzato all'imboccatura dello stomaco.
Io ho perso in un anno uno zio che incideva ninna nanne per la mia nascita, che mi sorrideva con gli occhi insegnandomi i primi accordi alla chitarra, che, solo a vederlo, riappacificava col mondo. Mia madre ha perso in un anno un fratello dai bellissimi occhi verdi, sensibile, acuto, equilibrato, saggio, intimamente morale. Se l'è visto rimpicciolirsi e raggomitolarsi su se stesso fino a scomparire e ritrovare quella pace che in un anno gli è stata sottratta. L'ha accudito paziente, ascoltato in silenzio, tenuto per mano in questo percorso fatto di medici, ospedali, viaggi della speranza (vana), dolori su dolori, non mostrandogli mai un cedimento, sorridendogli sempre e comunque.
Qualche giorno fa, in occasione di un enorme ritrovo familiare a Genova, mentre qualcuno si complimentava con qualcun'altro per i chili persi e il bell'aspetto, un terzo -parliamo di parenti ben al corrente di tutto- si è rivolto davanti a tutti verso mia madre dicendole "tu, invece, ti sei proprio lasciata andare".
Nessuno dei presenti ha detto niente. Mia madre, di solito diretta ai limiti del brusco, si è sentita in dovere di giustificarsi per quest'ultimo anno, anno in cui la femminilità è stato l'ultimo dei suoi problemi.

Io non c'ero, e so solo io quanto mi sarebbe piaciuto essere lì per sputare tutta la rabbia che ho addosso su questo uomo piccolo piccolo che oggi ha fatto piangere mia madre mentre, per telefono, mi raccontava l'episodio, e che le ha fatto rivivere un calvario di trecentosessantacinque giorni.
Però non c'ero, e mia madre non ha bisogno di difese, quindi un po' lo ringrazio perché ha fatto piangere me, sciogliendomi quel chicco di grandine e ricordandomi da chi è che ho imparato ad essere donna, senza trucchi, tacchi e parrucchieri, senza se e senza ma.

11 comments:

Punzy said...

Parenti serpenti
primo: è una cosa che non si dice,anche quando alle spalle non c'è una tragedia come questa;
secondo: gente che non ha imparato la decenza di tacere facendo passare la propria maleducazione come sincerità, per me può essere depennata dalla lista dei buongiorno
p.s.io piango ancora e spesso ma il chicco di grandine non mi si scioglie

digito ergo sum said...

(questa volta non si può neppure dire "parenti esclusi", ma senza offesa ce lo metto gratis) la mamma degli idioti è sempre incita. ed è pure maiala.

Mammamsterdam said...

Se ti ha sciolto il grumo ben vengano gli stronzi, evidentemente una loro funzione nell' economia dell' universo ce l' hanno pure loro.

Che dirti/vi? L' episodio manco ha bisogno di commenti e credo che la mancanza di reazione degli altri magari era anche un po' dovita asl fatto che una battuta fuori posto, raggela tutti, visto che passi i primi 10 minuti a chiederti: ma ho sentito bene?

Poi c' è da dire che una perdita così in una famiglia viene comunque sentita di riflesso anche nei circoli pi`¨larghi e che il dolore come quello di tua madre fa anche paura, non è un caso che quando manca qualcuno i sopravvissuti si ritrovano qualche mese da soli, è una forma di scaramanzia contro il periodo del lutto (fidati, ci ho studiato).

Insomma, il lutto profondo fa paura e chi ne è a distanza di sicurezza potrebbe, con una battuta tremendamente infelice, invitare chi lo patisce a ricordarsi che esiste anche un mondo al di fuori e quando intendi ritornarci? Nel senso che l' estetica non aveva assolutamente nulla a che fare con tutto ci`ø.

(Vabbè, io sono quella che compulsivamente deve avere una parola buona per tutti, quindi tirami una scarpa così la pianto, che siamo irritanti, lo so).

Anonymous said...

Molti non hanno alcun tipo di filtro fra bocca e cervello, nè la minima sensibilità e non vale neanche la pena considerarli.
Riprendere in mano la propria vita dopo un evento così lacerante è un dovere verso sè stessi e sono convinta voi sarete preoccupate per lei. C'entra il percorso doloroso verso l'accettazione di una mancanza così grande. Purtroppo quello del parrucchiere non è un balsamo per l'anima.
V.

(madis) said...

Capisco.
So.
Ho smesso anche io di essere donna in ques'ultimo anno.
E l'incapacità di comprendere del mondo fa male. Sempre.

Anonymous said...

l'ignoranza a volte è un pregio. Questo soggetto non sarà mai in grado di capire l'inesistente valore delle sue parole.

Memole said...

Purtroppo le persone insensibili sono sempre troppe...Certe volte farebbero meglio a tenere la bocca chiusa...
Capisco la tua situazione...Qualche anno fà una serie di lutti ha colpito la famiglia di mia madre...E il mio nodo allo stomaco non si è ancora sciolto...

Prisma said...

Questo post è bellissimo.
Conosco bene quel chicco di grandine alla bocca dello stomaco, le persone piccole piccole e certi sorrisi.

Un abbraccio.

Anonymous said...

Parenti. Ci si potrebbe scrivere una romanzo sulla brutalità con cui procurano danni e drammi. Mia sorella ed io siamo state accusate direttamente e senza mezzi termini di essere la causa della malattia di nostra madre, che era tutta colpa nostra se non stava bene, che le avevamo fatto venire il cancro perché eravamo cattive e bla bla bla. Avevamo 14 e 15 anni. Il senso di colpa s'insinua nonostante l'assurdità dell'affermazione ma che puoi fare? Anche se urli la tua rabbia a 14 anni sei problematica, cattiva e fai venire il tumore a chi ti è vicino.

Ho imparato che ci pensa la vita a questo tipo di persone. Perché dopo le lacrime, il dolore, la rabbia, il vuoto, io sorrido, anzi, rido; loro... no! Non c'è miglior vittoria.

LadyLindy said...

forse il pianto, in casi come questi, fa bene. Alla mia famiglia è successa una cosa del genere, qualche tempo fa, con mio nonno. In queste situazioni, ho scoperto lati della personalità mia e dei miei cari che non credevo esistessero. Un abbraccio sincero.

PdM said...

Tante belle cose al "terzo in questione". Sai com'è: you live, you learn. Anche se non vuoi.

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