Sabato 12 settembre, via Broccaindosso -da me soprannominata via Sbroccaindosso per la quantità di pazzi che vi abita o anche "la via in cui qualcuno molto arrabbiato potrebbe romperti una brocca indosso" secondo un fine umorista- è chiusa al traffico dalle 9 alle 21 per la festa autogestita, grande momento di socialità del quartiere. Bancarelle di antiquariato, musicisti di strada, rumorose tavolate con gente che pasteggia sotto il portico e venditori di pessimo lambrusco e sangria chimica a un euro al bicchiere. Visi conosciuti a cui finalmente viene dato un nome.
h.9.00: vengo svegliata da una banda di cornamuse. Apro gli scuri, fuori c'è il sole, suonano Auld Lang Syne. E' assolutamente fuori tempo e fuori luogo, non siamo a capodanno nè in Harry ti presento Sally, ma mi commuovo un po' ripensando alle vecchie conoscenze perdute. Un ricordo a DFW, volato via troppo presto, ormai un anno fa. Poi le telefonate in rapida sequenza di tre vecchie conoscenze che perdute non lo saranno mai, e che, seppure fisicamente lontane, sono incredibilmente prossime in tutto il resto, più quella di una nuova, bellissima presenza, mi strappano alla malinconia del sabato bolognese.
h.11: la strada si anima. Il restauratore vende i suoi mobili in strada, spuntano bancarelle di libri dalle pagine ingiallite e l'odore inconfondibile di mani altrui, tessuti a metraggio, collanine di corallo, vasi in porcellana. I bambini approfittano della chiusura al traffico per giocare a pallone nel vicolo e allestire bancarelle di giocattoli usati. Atmosfera di strada, di paesone, di festa del popolo, di ricordi di un tempo in cui anch'io allestivo bancarelle in strada, rubando gerani&perle di mia madre e rivendendole a mille lire (sia i gerani che le perle) al matto del paese per comprarmi un Super Santos. Troppi ricordi, troppa poesia buttata alle spalle. Trattengo le lacrime solo perché non voglio passar per una femminuccia.
h.14: ripasso sotto casa con un'anima bella, ci viene offerto da mangiare e da bere dagli abitanti della strada che intanto son scesi con i loro tavoli, il vino e i cibi cucinati con le loro mani. Due crostini, due chiacchiere con la parrucchiera Anita, una spulciata ai libri vecchi, bello, affascinante, magico, ma anche un po' caotico, decidiamo di salire a fare quattro chiacchiere in tranquillità.
h.16: soggiorno di casa con finestre aperte. Vorremmo parlare, il gruppo di salentini scatenati sotto casa non è d'accordo. E' il momento della pizzica in strada. Decidiamo di cambiar zona. Carina questa festa di via Broccaindosso, fa molto De Andrè, molto Via del Campo, dice l'anima bella.
h.19: rientrando a casa da sola, un mucchio di gente entra al civico 20, dove per anni ha abitato Giosuè Carducci e ha scritto Pianto Antico per il figlioletto Dante. Mi accodo e mi si para davanti agli occhi uno degli interni più belli di Bologna: un cortile rialzato con siepi a delimitare una sorta di labirinto, e il melograno, proprio lui, l'albero a cui tendevi la pargoletta mano/il verde melograno/da' bei vermigli fior. Un reading di poeti bolognesi. Bello, bellissimo, ma c'è qualcosa di strano nel modo in cui leggono, con la bocca impastata e l'alito impestato del lambrusco bevuto in strada. E le poesie, diciamocelo, fanno un po' pena. Vado via.
h.19.30: fuori il delirio. Un gruppetto con clavicembalo, viola, violini e fisarmonica dà spettacolo su musiche tzigane. Due minuti di estasi dionisiaca dopodiché mi snervo, la gente mi viene a sbattere contro, voglio rientrare a casa. Davanti al porta si è piazzato un gruppo di freakkettoni con chitarra che cantano le loro lagne sessantottine. Biascico un "e fatemi passare, buoni a nulla" e sbatto il portone.
h.20.30: degli stronzi punkabbestia hanno allestito una vera e propria console da dj sotto le finestre della mia stanza da letto con tanto di casse più alte di me. Ormai tutta la strada è ubriaca e non oppone resistenza, e loro sparano musica a palla. Su Kalashnikov di Bregovic ho un momento di entusiasmo anch'io, ma poi sono stanca, mi stendo sul letto e il rumore mi sta uccidendo. La provvidenziale Serena mi trascina a cena in un posto poco distante ma decisamente silenzioso. Mi convinco che al mio rientro sarà tutto finito.
h.22.30: rientro a casa, illusioni infrante. Dalle musiche balcaniche si è passati alla samba. Gruppi di invasati ancheggianti bloccano le macchine, ormai autorizzate a passare, con degli stronzi trenini che mi auguro deraglino al più presto.
h.23.: sirtaki. La vecchia battona del civico accanto ballando si alza la gonna e non ha le mutande. Non aggiungo altro.
h.23.50: Techno. Sento il parquet che mi vibra sotto i piedi a ogni basso di Around the world e penso che le fondamenta del mio palazzo sono seicentesche e non resisteranno a tutti quegli unz unz. Provo a chiamare mia madre per dirle addio ma dice che non mi sente perché il rumore in sottofondo è troppo forte. Certo che è un bel contrappasso per una che non è mai voluta andare in discoteca, trovarsela praticamente in casa. Odio il mondo intero.
h.0.30 i dannati festaioli danno prova di non conoscere o non essere interessati a il teorema di Brigitte Bardot (quando in una festa si arriva a canzoni tipo Brigitte Bardot Bardot, AEIOU Ipsilon, Ymca, it's fun to stay at the ymca o Brazil lallalalalalalala, è ora di chiudere i battenti perché si sta davvero degenerando).
Si accettano scommesse su cosa farò se non la smettono entro mezz'ora.
Scendo con una spranga di acciaio? Pentolone d'olio bollente dalla finestra in stile medievale? Fucile a pallettoni? Sassaiola? Kalashnikov (non quello di Bregovic?). O peggio. Mi unisco anche io al nemico?
h.9.00: vengo svegliata da una banda di cornamuse. Apro gli scuri, fuori c'è il sole, suonano Auld Lang Syne. E' assolutamente fuori tempo e fuori luogo, non siamo a capodanno nè in Harry ti presento Sally, ma mi commuovo un po' ripensando alle vecchie conoscenze perdute. Un ricordo a DFW, volato via troppo presto, ormai un anno fa. Poi le telefonate in rapida sequenza di tre vecchie conoscenze che perdute non lo saranno mai, e che, seppure fisicamente lontane, sono incredibilmente prossime in tutto il resto, più quella di una nuova, bellissima presenza, mi strappano alla malinconia del sabato bolognese.
h.11: la strada si anima. Il restauratore vende i suoi mobili in strada, spuntano bancarelle di libri dalle pagine ingiallite e l'odore inconfondibile di mani altrui, tessuti a metraggio, collanine di corallo, vasi in porcellana. I bambini approfittano della chiusura al traffico per giocare a pallone nel vicolo e allestire bancarelle di giocattoli usati. Atmosfera di strada, di paesone, di festa del popolo, di ricordi di un tempo in cui anch'io allestivo bancarelle in strada, rubando gerani&perle di mia madre e rivendendole a mille lire (sia i gerani che le perle) al matto del paese per comprarmi un Super Santos. Troppi ricordi, troppa poesia buttata alle spalle. Trattengo le lacrime solo perché non voglio passar per una femminuccia.
h.14: ripasso sotto casa con un'anima bella, ci viene offerto da mangiare e da bere dagli abitanti della strada che intanto son scesi con i loro tavoli, il vino e i cibi cucinati con le loro mani. Due crostini, due chiacchiere con la parrucchiera Anita, una spulciata ai libri vecchi, bello, affascinante, magico, ma anche un po' caotico, decidiamo di salire a fare quattro chiacchiere in tranquillità.
h.16: soggiorno di casa con finestre aperte. Vorremmo parlare, il gruppo di salentini scatenati sotto casa non è d'accordo. E' il momento della pizzica in strada. Decidiamo di cambiar zona. Carina questa festa di via Broccaindosso, fa molto De Andrè, molto Via del Campo, dice l'anima bella.
h.19: rientrando a casa da sola, un mucchio di gente entra al civico 20, dove per anni ha abitato Giosuè Carducci e ha scritto Pianto Antico per il figlioletto Dante. Mi accodo e mi si para davanti agli occhi uno degli interni più belli di Bologna: un cortile rialzato con siepi a delimitare una sorta di labirinto, e il melograno, proprio lui, l'albero a cui tendevi la pargoletta mano/il verde melograno/da' bei vermigli fior. Un reading di poeti bolognesi. Bello, bellissimo, ma c'è qualcosa di strano nel modo in cui leggono, con la bocca impastata e l'alito impestato del lambrusco bevuto in strada. E le poesie, diciamocelo, fanno un po' pena. Vado via.
h.19.30: fuori il delirio. Un gruppetto con clavicembalo, viola, violini e fisarmonica dà spettacolo su musiche tzigane. Due minuti di estasi dionisiaca dopodiché mi snervo, la gente mi viene a sbattere contro, voglio rientrare a casa. Davanti al porta si è piazzato un gruppo di freakkettoni con chitarra che cantano le loro lagne sessantottine. Biascico un "e fatemi passare, buoni a nulla" e sbatto il portone.
h.20.30: degli stronzi punkabbestia hanno allestito una vera e propria console da dj sotto le finestre della mia stanza da letto con tanto di casse più alte di me. Ormai tutta la strada è ubriaca e non oppone resistenza, e loro sparano musica a palla. Su Kalashnikov di Bregovic ho un momento di entusiasmo anch'io, ma poi sono stanca, mi stendo sul letto e il rumore mi sta uccidendo. La provvidenziale Serena mi trascina a cena in un posto poco distante ma decisamente silenzioso. Mi convinco che al mio rientro sarà tutto finito.
h.22.30: rientro a casa, illusioni infrante. Dalle musiche balcaniche si è passati alla samba. Gruppi di invasati ancheggianti bloccano le macchine, ormai autorizzate a passare, con degli stronzi trenini che mi auguro deraglino al più presto.
h.23.: sirtaki. La vecchia battona del civico accanto ballando si alza la gonna e non ha le mutande. Non aggiungo altro.
h.23.50: Techno. Sento il parquet che mi vibra sotto i piedi a ogni basso di Around the world e penso che le fondamenta del mio palazzo sono seicentesche e non resisteranno a tutti quegli unz unz. Provo a chiamare mia madre per dirle addio ma dice che non mi sente perché il rumore in sottofondo è troppo forte. Certo che è un bel contrappasso per una che non è mai voluta andare in discoteca, trovarsela praticamente in casa. Odio il mondo intero.
h.0.30 i dannati festaioli danno prova di non conoscere o non essere interessati a il teorema di Brigitte Bardot (quando in una festa si arriva a canzoni tipo Brigitte Bardot Bardot, AEIOU Ipsilon, Ymca, it's fun to stay at the ymca o Brazil lallalalalalalala, è ora di chiudere i battenti perché si sta davvero degenerando).
Si accettano scommesse su cosa farò se non la smettono entro mezz'ora.
Scendo con una spranga di acciaio? Pentolone d'olio bollente dalla finestra in stile medievale? Fucile a pallettoni? Sassaiola? Kalashnikov (non quello di Bregovic?). O peggio. Mi unisco anche io al nemico?
29 comments:
fai finta di unirti a loro e falli fuori uno ad uno... ci vorra' un po' di tempo , ma da' piu' soddisfazione e comunque hai perso il sonno! ;-)
grazie gao, ora siamo al momento di Around the world ma penso si possa scendere ancora più in basso. Proverò a seguire il tuo consiglio...
sun
Se non puoi combatterli...
... ti bevi una birretta e ti godi lo spettacolo. Sempre che tu abbia una innata passione per le cose/situazioni non perfette.
Complimenti per gli istinti bestiali!!
...comunque Bella Festa davvero!
se facevano anche la processione...ricorda la festa "de NOIALTRI" di trastevere.
Un saluto a Te
Ramba SoY
Organizza un reading del blog di Baol e vedrai che andranno tutti a casina.
Good blog.
secondo me ti dovevi unire al nemico.
Tanto qualsiasi resistenza era inutile.
Loro erano troppo avanti.
Col vino.
Invece di elencare tristemente ora per ora lo svolgimento della festa, saresti potuta scendere e goderti lo spirito di condivisione che non hai voluto cogliere..
Qui a Torino l'han chiamata Festa dei Vicini di Casa quella di ieri, il che significa che a una certa ora della sera c'erano frotte di pensionati scesi in strada con le loro seggiole per giocare a briscola insieme ai pusher.
(spero tu abbia optato per la sprangatina, in mancanza di concrete possibilità di assumere forti dosi di sonnifero)
@Anonimo: ma tu vuoi scherzare? sono stata praticamente tutto il giorno giù in strada tra bancarelle, reading di poesia e musicanti, se c'è qualcuno che apprezza lo spirito di condivisione, sono io.
alle 3 di notte sentire la techno a volumi da discoteca sotto la finestra di casa, però, va un po' oltre le mie possibilità.
ma poi che acidità, caro anonimo, e su.
La prima parte della giornata è stata vermanete suggestiva, sotto i portici bolognesi, l'aria settembrina e i colori e profumi in un ambiente festaiolo *.*
... certo ti capisco in pieno quando la discoteca si pianta sotto casa tua propinando di tutto e di più. .___.
Ma la festa di quartiere è sacra: Semel in anno licet insanire. :D
Beh dai alla fine mi sembra sia stata una cosa carina...io non ci sono andato perché mi immaginavo di dover stare sotto i portici - tutti stretti stretti come sardine (Broccaindosso non è 'sto vialone...), invece mi hanno detto che è stato molto bello, e che comunque la festa si allargava a tutto il quadrilatero. Vabbè, sarà per il prossimo anno. Comunque quella resta una delle mie vie preferite del centro di Bologna, anche senza tutto il frastuono.
Saluti, bel blog!
unisciti al nemico.
Ti è andata bene; la festa del mio quartiere ha avuto come guest star il cantante neomelodico Franco di Vincenzo che, oltre al suo repertorio, ha eseguito i brani più intensi e toccanti di Gianni Celeste!!
ahaha, ma via broccaindosso si chiama così proprio perchè ti rompevano le brocche indosso. Pare, m'han detto, perchè anch'io son bolognese di adozione, che lì nei pressi ci fosse una delle molte vie bolognesi dedicate al meretricio e dunque gli avventori dei bordelli, in concitata fuga dopo aver consumato, si fermassero in via broccaindosso a pisciare contro i muri. Al che gli abitanti della via tiravano loro le brocche indosso.
Perchè il titolo è poesia e il testo è cronaca? E' una citazione che non conosco?
Danilo
@danilo: sì, è un verso di "Tu no" di Piero Ciampi, una canzone che secondo me dovresti ascoltare, ed effettivamente almeno per me è poesia pura.
anche il post doveva essere in parte poesia, almeno nelle intenzioni e almeno per gli eventi mattutini, e poi scivolare nella cronaca delle mie nevrosi ma nel momento in cui l'ho scritto mi sono resa conto che avevo mancato l'intento.
però giuro, almeno la poesia per qualche ora l'ho assaporata.
sun
per il futuro, dal medioevo mi mandano a dire che l'olio bollente funziona sempre ;)
Quando abitavo in pieno centro pedonale in un paese di provincia qui al nord-est, e branchi di 18enni affollavano la strada e cantavano (il più delle volte ubriachi)proprio sotto alle mie finestre, io ed il mio ex convivente ci appostavamo a luci spente e poi rovesciavamo loro addosso il detersivo per i piatti! Perverso, lo so, ma la soddisfazione di sentire le urla tipo: "Oddio! che schifo! cos'è sta roba???", credi che non avevano prezzo, ma soprattutto funzionava e la festa si spostava nella via più in là!
C'è chi il talento (di vivere) ce l'ha.
E c'è chi.
Ovazione - ed equipaggiamenti di litio all'abbisogna - per Sun.
Your Sincerly,
L'a.
;-)
Mio dio... e io che abito a 500 metri non mi sono accorto di niente?
Ah, sabato. Sabato per fortuna ero a un matrimonio a Firenze. Mangiar bene e musica lirica a volontà.
Aaaaahh.
finalmente ho capito! era "it's fun to stay at the". grazie della rivelazione.
alla fine che hai fatto?
bello, ciampi.
ciao. il tuo sta diventando un problema comune, soprattutto per chi vive in certe suggestive zone dei centri storici..suggestive anche per gli eccessivi, banali discotecari. si è persa la capacità di creare spazi di socializzazione, etc etc etc. senza farla lunga, è un prezzo da pagare e possibili soluzioni sono tappi, oppio, dormire da un'amica/o, esposto ai carabinieri, detersivo, benzina.
amo molto Bologna. forse la seconda città terrestre nel mio elenco di posti dove vivere (bene).
ah, io sono nuovo qui da te.
Solaris
il gioco continua.
Dio, quei polpacci! Voglio dire, di chiunque siano, non importa un cazzo!
Danilo
Buono il Lambrusco :)
Altro che Brick Lane!
Post a Comment