Tra le teorie critiche sui Malavoglia di Verga una delle più affascinanti è quella sull' ideale dell'ostrica, espressione con cui si suole esprimere l'attaccamento del popolo al luogo delle proprie origini, alla propria casa: chiunque deroghi da questo principio, come il giovane 'Ntoni, perde la propria identità, corrompendosi irrimediabilmente, perchè il mondo - il pesce vorace - non risparmia nessuno.
Non c'è nulla di romantico in ciò, Verga non indugia in sentimentalismi, negando a protagonisti e lettori la tazza del consolo: corollario dell'ideale dell'ostrica è una sostanziale fissità dello status sociale. Se nasci povero disgraziato, è inutile che cerchi fortuna altrove. Meglio che ti accontenti di quello che hai, del ruvido affetto della tua famiglia e delle due lire che riesci a guadagnare a fine mese, tanto ogni tentativo di migliorare la tua condizione sociale è destinato a fallire. Ovviamente queste cose il caro vecchio Verga le diceva a cuor leggero: non era mica il suo destino ad essere legato al trasporto di un carico di lupini su di una bagneruola destinata al naufragio.
Ora, io sono ben lontana dall'affermare che "volere è potere"/"quisque faber suae fortunae"- diciamo pure che il determinismo ha fatto il suo corso e che ritengo fermamente che il raggiungimento di un qualsivoglia obiettivo sia sempre subordinato al realizzarsi di un enorme numero di variabili la maggior parte delle quali legate più al caso che all'effettivo impegno di ciascuno. Diciamo anche che ammetto anche io che vi sia qualcosa al di sopra della mia comprensione a determinare la mia sorte - e d'altra parte quella che Verga chiama Provvidenza io la chiamo botta di culo, quella che lui chiama naufragio della P., io la chiamo sfiga nera; alla fine è solo una questione di nomi.
Certo però che la casa, la famiglia, i lupini, il duro lavoro. Che vita di merda: che la chiami sfiga o Provvidenza il succo non cambia.
Stat rosa pristina nomen. Nomina pura tenemus.
16 comments:
Ammetto che alcuni sfoggi di erudizione mi hanno impressionato. Ovviamente perché ignoranza mea mi impedisce di coglierle. La morale dell'ostrica di Verga, però, la posso tranquillamente bollare come una stronzata. Secondo me, ovvio.
Comunicazione di servizio da cozza ad ostrica:
mercoledì torno allo scoglio, ci vediamo giovedì pomeriggio ;))))))))))))))))))))
Forse meglio la concezione ariostesca per cui la fortuna passa e sta a noi coglierla ( anche nella versione "tenta di scansare la sfiga nera che tanto prima o poi passa")
Un bacio
sono commossa. fino a che età le influenze culturali di quella donna continueranno a farsi sentire?
bisanzio cara, la citazione finale l'avevo scritta proprio pensando a te e a quello che era stato per tanto tempo il tuo libro preferito :-)
spero riuscirai a non addormentarti giovedì: ti garantisco che sarà un compito arduo. e comunque grazie veramente, 1800 chilometri in due giorni sono veramente parecchi.
Mi ha sempre fatto rabbrividire la teoria dell'ostrica. Non tanto per quello che vi si afferma ma per la scelta della parola.
Ostrica.
Umidiccia e un po' puzzolente.
Alla fine capisci pure come mai Verga era così triste.
Homo faber fortunae suae?
Se mi danno il libretto d'istruzioni.
Oh Angela, patrona dei bloggerS!
Tu che sai sempre tutto, illuminami.
Ma fly?
Credo in secula seculorum (mentre scrivo la sto visualizzando mentre in estasi mentre esclama "Oh,ma è oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooro!!!"): ormai sono come il cane di Pavlov.
Spassosissimo anche il Signor Panofsky, con buona pace del Venerabile Jorge.
Mazel tov, shikse!
rosa
rosae
rosae
rosam
rosa
rosa
era per restare al livello culturale del post (che non ho capito e infatti commento paraculo)
Verga è stato un esponente del Verismo. Non faceva filosofia. Raccontava storie. Narrava la costatazione della realtà vera (da qui verismo) e nella sua (e anche mia) Catania la realtà è questa. Non è vero che il treno della fortuna passa per tutti...
Un saluto
Io penso che, in fin dei conti, ogni scrittore esprima la propria filosofia, o meglio "visione della vita", nelle sue opere.
E il ciclo dei vinti, da "I Malavoglia" a "Mastro Don Gesualdo", esprime interamente questa cupa visione in cui ogni tentativo di migliorarsi è vano, se non deleterio.
Bellissimo blog!
Grande la vignetta!
A presto!
bisanzio: e come dimenticare quel "ma è un soooooogno"!!
ossimorosa: uhssiggnur. devo ammettere la mia mancanza - mi informo e torno con notizie.
bombay: stai dicendo che il mio post era al livello del singolare della prima declinazione latina?
van der blogger: certo era un esponente del verismo, ed era uno scrittore. ma la letteratura per me è una riflessione sul mondo, quindi, pur non essendo speculazione filosofica in senso stretto, rispecchia sempre una weltanshauung. è certo anche che la fortuna non capita a tutti, ti prego, nn dirmelo. di secondo nome faccio "pessimismo cosmico".
maelstrom: grazie mille dei complimenti: per la vignetta,però, devo ammettere che l'idea viene dall'ossimorosa e dall'indiano
Pessimismo cosmico... :-D
Piacere...
Comunque il treno passa per pochi, e tra questi pochissimi sono quelli che vi salgono.
D'altronde è emblematica la raffigurazione mitologica dell'oppurtunità, l'uomo con un ciuffo di capelli sulla fronte e calvo nel resto della testa.
Ci si sente
Anche se la filosofia dI Verga può sembrare banale, ricordiamoci che è lo specchio di un'intera corrente letteraria internazionale...che va oltre alla mera filosofia, ma è idea che piega anche lo stile. E credo che se fosse stato così banale per il tempo che fu non avrebbe mai avuto così tanto peso storico-letterario almeno qui in Italia, immagina Moccia su un testo di Letteratura? impossibile...almeno credo.
cmq finisco di fare il finto erudito,
ed ammetto che mi sta al cuore perchè me lo chiesero agli esami di Maturità.
Per favore, eliminate Moccia dai libri e anche dagli atlanti!
Invece, titolare del blog, parlaci di questa illuminazione sulla via per damasco causata dal video sul mio blog...
...che sono curioso!
Quel video è spettacolo!
Questo post è un inutile sfoggio di pseudo-sub-cultura della saccente e arrogante proprietaria del blog. Tantopiù che weltanshauung si scrive weltanschauung. Distinti saluti
nel bene e nel male, purchè se ne parli.
e che fosse uno sfoggio di erudizione, era ironicamente evidente già solo leggendo le etichette.
ringrazio per la correzione alla parola weltanschauung. anche da un anonimo simpaticone si può apprendere qualcosa.
La cosa che mi è piaciuto di più che hai notato, e di cui sono profondamente convinto anch'io, è il fatto che il buon Giovanni, che poco ha che fare con i lupini, scrive senza pensarci queste cose. Di fatti, così, a pelle, a me sta discretamente antipatico.
Bell'idea quella dei popcorn e del microonde, non ci avevo mai pensato. Proverò! :)
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