Bene bene, l'autunno è arrivato, e con esso anche mia figlia e un bel raffreddore di stagione. Entrambi doni di Paperoga, che ringrazio tanto (almeno per il primo) e che, nelle sue manie igieniste, ha vietato a se stesso e alla sottoscritta i baci e le effusioni verso la piccola per evitare il contagio e ha fatto incetta di gel disinfettante per le mani e per poco anche di mascherine da indossare mentre allattavo, pericolo scampato solo grazie alle mie rimostranze.
(voglio ricordare che molte delle bizzarrie dell'amico K. derivano dal trauma infertogli da suo padre il quale, quando l'amico K. era neonato, faceva indossare mascherine a quanti lo andavano a trovare per paura che lo contaminassero, cosa che, dopo dieci anni di psicanalisi, è emersa dal suo inconscio più profondo con l'icastica ammissione "le prime persone di cui ho memoria, sono dei mostri senza volto").
Comunque, oltre ad aver causato un paio di notevoli traumi affettivi a nostra figlia di solo due settimane di vita, il raffreddore ci ha dato la possibilità di testare il nostro nuovo medico di famiglia, arrivato dopo una sfilza di individui inetti e pericolosi.
Se ne parla qui, sull'uscita novembrina di WU Magazine.
Di mia figlia, invece, non mi riesce di parlarne. Forse ci riuscirò quando smetterò di osservarla ad occhi sgranati per la meraviglia.