Questo accanto è il disegno fatto dalla mia amata cuginetta Sunofyork jr per illustrare il verso del Padre Nostro che dice "Sia fatta la tua volontà". I due spilungoni un po' bruttini sarebbero i miei genitori, i due biondi bassini saremmo io e Paperoga. Ora, posto che pagherei per avere ancora un punto vita quando invece l'avvicinarsi di questo sesto mese mi ha regalato un discreto cocomero sulla pancia, unico punto in cui in vita mia mai avevo avuto problemi di rotondità, mi pare evidente che la pazza settenne mia omonima stia elaborando a modo suo la notizia che la sua adorata cugina maggiore avrà una bambina e che l'esito di questa riflessione sia che la volontà divina si esplichi in questo: che i più grandi abbiano dei figli, e che questi figli crescano e a loro volta procreino (e che il tutto avvenga in un profluvio di cuoricini). Resta però come un monolite, nella weltanshauung della settenne, la convinzione che i genitori restino sempre genitori e i figli sempre figli e, per quanto possano crescere e diventare degli adulti a tutti i gli effetti, comunque rimangano più bassi (e quindi più piccoli) dei loro genitori.
Ora, la mia impressione è che questa idea non sia un monolite solo nella weltanshauung dell'esagitata bambina, ma anche in quella dei miei genitori (e nei genitori di chiunque): i figli restano figli, anche se diventano genitori. Un po' cresciutelli, ma comunque mai si affrancheranno del tutto da quel ruolo.
Se ne parla qui, sull'uscita di maggio di WU Magazine, in un post combinato con quello di Chinaski77.