Yes, darling. Life sucks

Learning how to cope since 1982

31.12.10

Going, going, gone

Posted by SunOfYork |

Giusto per sdrammatizzare un po' l'ultimo tristissimo post, volevo dire che tra tanti cazzi e mazzi che ho per la testa, due dei più pressanti di queste feste sono stati:
1. riuscirò a scrivere 43 post nel 2011 come mi ero prefissata secondo il progetto bislacco di incrementare la produzione di post di uno l'anno (40 nel 2007, 41 nel 2008, 42 nel 2009, 43 nel 2010)? E se non ci riuscirò, sarà mica il caso di chiudere il blog per fallimento e mancata forza di volontà della legittima proprietaria? E se invece ci riuscirò, chi ne gioirà? Sopravviverò all'ansia di sapere che per il 2011 dovrò scriverne 44? E perché anziché questa successione così banale, non seguo la serie di Fibonacci?
2. perché diavolo sull'enorme lcd dei miei non si vede Real Time? Perché il destino si accanisce così crudelmente su di me privandomi di programmi vitali come Wedding planners, Ma come ti vesti?, Cortesie per gli ospiti e Il boss delle torte proprio durante le vacanze di Natale quando avrei tutto il diritto di starmene spalmata come un'ameba sul divano dei miei genitori con un plaid e una papalina in testa? E perché, tutt'un tratto, anche a casa dell'uomo che frequentavo solo perché aveva Real Time, Real Time non si vede più? Come faremo adesso, senza Enzo che dispensa consigli di stile mentre il legittimo proprietario della tv sbuffa come una locomotiva e cerca di perforarsi i timpani con uno spillone? Dovremo decidere cosa ne sarà di questo rapporto?
Per fortuna ci hanno assicurato che nel 2011 Real Time sarà di nuovo visibile ovunque.

Quindi almeno per l'anno che verrà, avrò due certezze: il blog non chiuderà (eccolo, è questo il post n.43) e tornerò a vedere Real Time. Tutto il resto sarà grasso che cola.

La fregatura è che, prima o poi, le persone vanno via. Prendono il volo: si sposano, mettono su altre famiglie, partono per l'estero, hanno dei consuoceri che li reclamano, non tornano a casa per le feste perché non hanno ferie e devono lavorare, si ammalano, passano natali in ospedale, a volte muoiono anche, e il tavolo dei natali passati inizia a sembrare inutilmente grande.
Attorno ai tuoi nonni, sempre più anziani, i loro coetanei cadono come birilli. Le signore con cui tua nonna prendeva il caffè e lavorava a maglia dietro la finestra non ci sono più. I colleghi del nonno sono andati via anche loro, e lui apprende della loro scomparsa con crescente rassegnazione, calcandosi il cappello sulla fronte, gli occhi azzurri appena velati. E tutto attorno a quel nucleo originario si crea il vuoto, e non puoi non chiederti per quanto ancora la sorte sfiorerà quel nucleo per poi decidere di risparmiarlo, ma tanto sai bene che è solo una questione di tempo prima che da tre generazioni si passi a due, o che qualche altra colonna portante di questa famiglia prenda il volo, mandando a gambe all'aria quegli assetti che pensavi eterni.
E tu, nei tuoi quasi trent'anni, puoi ricacciare indietro quanto vuoi quella vocina che ti dice che a breve spetterà a te far ripassare la famiglia dalle due generazioni superstiti alle tre delle nuove leve, a restituire un po' di meritata gioia a questo agglomerato inestricabile di follie a cui appartieni. Puoi respirare a fondo e importi di non aggrapparti a destra e a manca nel tentativo disperato di ricrearti un'illusione di immutabilità solo perché la tua famiglia originaria si sta disgregando sotto i colpi di tragedie pesanti come macigni e fatiche di Sisifo, e allora devi figliare, o sposarti, o almeno avere un uomo definitivo per togliere un pensiero a un padre in pensione da un mese e una madre sempre più simile a una mina vagante.
Solo che tu non hai niente di certo da offrire, e il tempo ti morde feroce i calcagni, e di una progettualità che svalichi anche solo un arco di tempo più ampio di un finesettimana dalle tue parti manco a parlarne, e tutto sembra andarsene a ramengo, anche i tuoi risibili tentativi di arrestare l'inarrestabile slavina degli eventi infilando lo stesso puntale su un albero sempre uguale.

Sia messo agli atti che, in una sola mattinata, son state effettuate le seguenti acquisizioni psicanalitiche:

-concepisco le relazioni come intricate dinamiche di forza (in cui devo vincere io, o sbrocco);
-quando ho dimostrato a me stessa di avere qualcuno totalmente sotto il mio controllo, allora inizio a tirare la corda per vedere quando si spezza (e se non si spezza, sbrocco, e se non è sotto il mio controllo, sbrocco uguale);
-soffro di una sorta di presbiopia sentimentale autoimposta per non sbroccare (ma che non funziona, e quindi sbrocco)
-ho il terrore che i miei ex vadano dallo psicologo e che gli raccontino di quando sbroccavo;
-sposerò un uomo e dopo 25 anni di matrimonio mi convincerò che non era quello giusto (e sbroccherò)
-sono mia madre.

Beato chi mi se piglia.

Sul nuovo numero di Wu Magazine si parla dell'uomo traditore.
Ma è solo perché io son donna e per solidarietà di genere non parlo delle donne che tradiscono, perché invece l'argomento, si sa, è orizzontale a sessi, età, orientamenti sessuali.
Io ho tradito e son stata tradita.
Non è stato bello, in nessuno dei casi.
Tanto vale riderci su

(chi volesse esprimere la sua esperienza qui sotto, prego, si faccia avanti senza remore, siam qui per questo!)

Subscribe